Abbiamo parlato recentemente di esercizi ritmici per aiutare i bambini a percepire e discriminare i suoni della lingua inglese.
La consapevolezza fonologica è proprio quella competenza che andiamo ad esercitare come prerequisito della lettura .
In lingua straniera, bisogna fare un training finalizzato alla consapevolezza fonologica (ovvero al saper riconoscere e manipolare i suoni della lingua) anche per aiutare la comprensione all’ascolto.
Particolarmente, in inglese questo aspetto è difficile, dal momento che si tratta di una lingua che rispetto all’italiano ha tantissimi suoni (alcuni dei quali non sono nel nostro repertorio fonetico).
Qui vogliamo parlare di uno dei primi esercizi che si propongono ai bambini piccoli che imparano l’inglese (magari alla scuola di infanzia o primaria), la cui importanza è sottolineata nel nostro corso “Insegnare inglese alla scuola di infanzia“: ascoltare il primo suono di ogni parola.
Sembra scontato vero? Eppure quando noi ascoltiamo una lingua che non conosciamo, raramente riusciamo ad identificare i suoni iniziali delle parole, perchè al contrario percepiamo una stringa di suoni tutti collegati.
Per esempio, siete certi che il vostro bambino piccolo sappia dire qual è il primo suono di “biscotto” nella frase Vuoi un biscotto?. Se non conosce la parola biscotto, probabilmente sentirà questa stringa di suoni Vuoiunbiscotto? e al massimo riconoscerà l’intonazione.
Se vogliamo insegnargli la parola biscotto, dovremo sensibilizzarlo a riconoscere il suono /b/ come suono con cui la parola “biscotto” comincia, in modo che con questa esperienza diventi in grado di discernere la parola dal contesto sonoro in cui è compresa.
Negli ultimi mesi, sono andata alla ricerca di nuovi corsi da seguire per arricchire il mio background, sia per motivi professionali sia per motivi di interesse personale. Devo essere sincera, per pura casualità ho trovato i loro corsi e oggi, non potrei essere più contenta di aver trovato proprio Open Minds, Claudia e Chiara (i miei riferimenti per ciò che ho svolto). Un mix di gentilezza, disponibilità, professionalità, competenza, chiarezza di esposizione e preparazione, senza dimenticare i numerosi consigli e suggerimenti che mi hanno fornito per migliorare il lavoro che svolgo.
Benedetta Riva
Discriminare il suono iniziale della parola
In questo articolo quindi vi offriamo alcune attività che si possono fare per insegnare ai bambini a focalizzare il suono iniziale delle parole inglesi:
- Ripetete ritmando: il ritmo (e particolarmente gli esercizi ritmici proposti da Teacher Melissa) è davvero fondamentale per attirare l’attenzione sulle singole sillabe e sui singoli suoni contenuti in esse, perchè l’esercizio ritmico consente di rallentare. Prendiamo l’esempio di prima: “Vuoi in biscotto?”, se lo proponiamo con il ritmo diventerà: vuoi-un-bis-cot-to (4 sillabe, ovvero 5 emissioni di fiato). Possiamo battere le mani o usare un metronomo per sottolineare ogni singola sillaba. Una volta divise le sillabe, possiamo enfatizzare il suono di ognuna Vuoi-un-Biscotto e attribuire ai suoni iniziali /v/ e /b/ una grande importanza con l’espressività, la minima o anche un gesto (come l’alfabeto muto). Proviamo a trasportare questa attività in inglese “Do you want a cookie” diventa: Do-you-want-a-coo-kie (6 sillabe). E’ troppo complesso sottolinearle tutte (e scorretto, se pensiamo al connected speech), quindi focalizziamoci su “Cookie”, che è la parola “target”. Come aiutare la focalizzazione del suono “k” (suono iniziale /k/)? Possiamo mostrare ai bambini come si articola la K e aiutare a ricordare questo suono creando un simbolo che richiama questo suono (nel corsi vi suggeriremo strategie per farlo con i bambini stessi)
- Disegnare i suoni: sembra strano vero? Eppure, in una ottima multisensoriale, ha senso! Noi vogliamo che i bambini focalizzino i suoni e si ricordino di loro. Come fanno i bambini a ricordare il suono /K/? Provate a sfidarli! Provate a fare un brainstorming: come è il suono K? fateli articolare, ripetere, riconoscere il K e poi chiedete loro di “disegnare” il suono /k/. Magari disegneranno delle case (inizia per /k/). Non c’è nulla di male a collegare il concetto di “casa” a “cookie” perchè non stiamo ragionando sul lato semantico, ma su quello fonetico! per esempio, un video come questo (basato sulla lettera dell’alfabeto “k” e con “c” come cookie) va bene nel senso che la ripetizione del suono /k/ (slegato dalla lettera è a questo stadio il punto veramente fondamentale. per focalizzare il suono iniziale della parola usate tutti gli strumenti che avete: una canzone che enfatizzi il suono fonetico, un disegno che aiuti i bambini a ricordarlo, un balletto con dei gesti concordati da loro che li aiutino a ricordare il suono e connetterlo con le parole che con questo suono cominciano.
Non date mai per scontato che i bambini “sappiano” riconoscere il suono inziale delle parole. Quando create una lezione di inglese, abbiate in mente un numero (di solito mai più di 10) di parole target e di quelle verificate sempre che i bambini siano in grado di isolarle dal contesto. Uno dei modi che è piu’ utile è lavorare sul suono iniziale con tutte queste strategie multisensoriali.
Dal suono alla lettera
Il passaggio dal suono alla lettera appare sempre molto scontato, a noi italiani che abbiamo una corrispondenza quasi perfetta tra lettera e suono. Non è cosi in inglese, quindi suggeriamo sempre di fare moltissimo esercizio fonetico (come sopra indicato) prima di insegnare la lettera.
Voglio proporvi un gioco (scaricabile qui in versione PDF) creato da una nostra corsista Laura Bodini. L’intuizione è usare il gioco del memory, per esempio un memory semplicissimo come il memory dei colori. I bambini abbinano i colori (e quindi tramite la memoria visiva sortiscono assieme le due carte di colore blu, rosso etc…conoscete tutti il gioco del memory) e trovano nell’abbinamento che un una delle due carte è stata aggiunta la lettera iniziale (ad esempio “B” per Blue).
Questo gioco si può fare per ripassare le lettere dell’alfabeto inglese, ma nel contesto della scuola di infanzia si può usare per focalizzare il suono iniziale (/b/ per blue), purché si sia avuta l’accortezza di abbinare il segno grafico della lettera iniziale con il suono iniziale della parola.
Perchè ho trovato cosi ben congeniata l’attività proposta da Laura? Perchè è veramente nel segno della multisensorialità: il memory è un gioco contemporaneamente visivo (memoria visiva) e cinestesico (posizione delle carte e movimento delle mani per muoverle). La carta colorata con la lettera contiene due importanti input: visivo (il colore) e uditivo (la pronuncia del suono simboleggiato dalla lettera).
Se usato con consapevolezza, questo gioco permette di unire tante informazioni visive, uditive e cinestesiche in una sola attività, garantendo l’inclusività e l’efficacia dell’insegnamento.
Spero che questi spunti vi siano utili: se vi interessa vi segnaliamo il corso “Multisensory English”. Condividete questo articolo se pensate che possa interessare ad amici e colleghi!
Vi lasciamo con altri stimoli importanti per chi è sensibile a questi argomenti:
Giuseppa Ficano dice
Articolo importante oltre ai consigli utitli.
Claudia Adamo dice
Grazie mille per il riscontro!!