L’inglese è una lingua con una fonetica non trasparente.
Ciò significa che ,a differenza dell’italiano, la lingua “non si scrive come si legge”. Del resto, in inglese sarebbe impossibile avere una lettera per ogni suono fonetico, perchè le lettere dell’alfabeto inglese sono 26 e i suoni fonetici dell’inglese sono 44 (per approfondire l’alfabeto inglese clicca qui)
Ma non è tutto: la stessa lettera in inglese può rappresentare suoni diversi. L’esempio più lampante sono le vocali: ogni vocale rappresenta sia il “suono lungo” che il “suono breve” della vocale, che sono completamente diversi (ad esempio: cup vs cube: sentite quanto è diverso il suono rappresentato dalla lettera “u”?)
Si parla moltissimo di questi argomenti nell’ambito della formazione ai docenti di inglese . Noi crediamo che chi insegna inglese deve per forza avere in mente le particolarità anche fonetiche della lingua e un paiono preciso per insegnarle. Abbiamo già scritto della difficoltà della pronuncia dell’inglese qui: in questo articolo cercavamo di dare alcune idee per insegnare a migliorare la pronuncia
Ci varie strategie che si possono adottare per insegnare i suoni della lingua inglese e per la lettura degli stessi e per la scrittura degli stessi (una cosa è conoscere i suoni, un’altra è leggerli, un ‘altra ancora è fare lo spelling correttamente).
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Alfabeto fonetico IPA
L’alfabeto fonetico è un codice univoco per rappresentare i suoni fonetici di tutte le lingue del mondo. Ad ogni simbolo, univoco, corrisponde un suono fonetico.
Il nome inglese dell’alfabeto è IPA, sigla che sta per International phonetic alphabet). Questo strumento nacque nel 1888 su iniziativa di insegnanti francesi e inglesi, e cambiò più volte denominazione. L’alfabeto IPA è stato soggetto a revisione nel 1949, 1979, 1989, 1996 ed infine nel 2005
La funzione dell’IPA è “trascrivere” e rappresentare foneticamente le parole: chi sa leggere l’alfabeto fonetico è in grado di leggere correttamente ogni parola di ogni lingua!
I simboli dell’alfabeto fonetico
La base dell’alfabeto fonetico è l’alfabeto latino, ma alcuni simboli sono presi dall’alfabeto greco. Accanto ai simboli alfabetici tradizionali, ci sono dei simboli inventati appositamente per rappresentare specifici suoni. Inoltre , ci sono vari segni diacritici, ovvero segni grafici che consentono di affinare la codifica e di raggiungere un alto grado di accuratezza.
I simboli dell’IPA sono raggruppati sotto forma di tavole. Le tavole rappresentano le seguenti sezioni :
Consonanti polmonari o egressive: sono i suoni consonantici che vengono prodotti con l’emissione di aria
Consonanti non polmonari o ingressive: sono i suoni consonanti non vengono prodotti con l’immissione d’aria
Vocali: i suono vocalici sono quelli emessi senza contatto o frizione tra gli organi fonatori
Diacritici: i simboli diacritici completano la lettura del simbolo
Altri simboli,
Soprasegmentali.
Toni e accenti di parola.
Interessante notare che a partire dal 1989 è presente anche una tavola denominata Extended IPA for Disordered Speech, pensata per la rappresentazione dei fenomeni relativi ai disturbi del linguaggio.
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Fonetica e posizione degli organi fonatori
In questo video si capisce molto bene l‘utilità dell’alfabeto fonetico internazionale IPA per imparare la pronuncia: ad ogni simbolo corrisponde una posizione specifica degli apparati fonatori.
Possiamo immaginare l’esercizio fonetico come un esercizio di ginnastica.
Le istruzioni all’apparato fonatorio, tramite i simboli che si collegano a specifici posizioni e movimenti per pronunciare certi specifici suoni, ci insegnano a produrre i suoni corretti.
Consonanti nell’alfabeto inglese
I suoni consonantici sono i suoni che possono essere prodotte con il contatto o la frizione degli organi fonatori, ovvero labbra, denti, lingua, palato etc. A seconda della modalità del contatto/frizione e degli organi fonatori interessati, le consonanti vengono denominate e suddivise come vediamo in questa tabella.
Queste sono le consonanti “polmonari” ovvero che necessitano di una emissione di aria.
Sull’asse verticale vedere una scala che va dal massimo del contatto (occlusione) al minimo del contatto (approssimazione laterale). Significa che le consonanti rappresentate più in basso si fanno solo accostando leggermente gli organi fonatori tra loro, mentre quelle rappresentate in alto in tabella si producono con una occlusione degli organi, un pieno contatto tra loro.
I nomi sono:
- consonanti occlusive: sono quelle che prevedono una chiusura, un contatto occlusivo tra gli organi, per esempio se pronunciate “p” o “b” vi accorgerete che per dirle le vostre labbra si chiudono
- consonanti nasali: sono quelle che prevedono che una parte dell’aria espirata passi dal naso. Per esempio, se mettete una mano davanti al naso mentre pronunciate “m” o “n” vi potrete accorgere che esce un pochino di aria.
- consonanti vibranti: sono suoni prodotti facendo vibrare un organo (l’esempio piu’ ovvio è la r)
- consonanti vibranti laterali: si tratta della versione “debole” della variante precedente. La vibrazione non interessa l’organo ma solo alcune parti. La famosa “erre moscia” è un esempio.
- consonanti fricative: si tratta di un suono creato da “frizione”. Non un vero contatto, né una semplice vibrazione, ma i due organi si avvicinano abbastanza da creare una specie di attrito. E’ l’esempio delle “f”. Se provate a pronunciare “f” e “p” la differenza è ovvia. Sono pronunciate dai medesimi organi, ma mentre la p chiude le labbra, la f le avvicina semplicemente, come uno sfiorare. Il suono è diverso.
- consonanti affricate: la consonante affricata è un suono doppio, nel quale si alternano con grande velocità un suono occlusivo ed un suono fricativo. Proviamo con la parola “g” (dolce). Se la scomponiamo, sentiamo d+j ovvero un suono occlusivo seguito da un suono fricativo. La stessa cosa con la “z” ovvero t+s.
Sul piano orizzontale, invece la tabella rappresenta la sede in cui queste occlusioni/frizioni etc hanno luogo. Anche qui siamo in presenza di una specie di scala: a sinistra cominciamo con le labbra (l’organi più anteriore) e mano a mano andando verso destra si va verso organi sempre più posteriori fino alla glottide.
- Consonanti bilabiali: pronunciate con le labbra
- Consonanti Labio-dentali: pronunciate con i denti e le labbra
- Consonanti Dentale- alveolare-postalveolare: pronunciate con la zona dei denti e posteriore (gli alveoli sono “dietro” i denti)
- Consonanti Retroflesse: pronunciate con la lingua rivolta verso la parte posteriore del palato
- Consonanti palatali: il palato è lo “zenit” della bocca, la parte centrale e alta. Si dicono palatali nel consonanti pronunciate al centro della bocca, ovvero in una posizione intermedia tra la glottide e le labbra
- Consonanti Velari: vengono pronunciate nella parte posteriore della bocca, in fondo.
- Consonanti Ugulari Faringali, Glottidali: vengono articolati in fondo, dove sta l’ugula, la faringe o la glottide (l’italiano non ha consonanti ugulari, faringali o glottidali quindi per noi è difficile immaginarle!)
La stragrande maggioranza delle consonanti sono polomari, quindi noi non esamineremo qui la tabella delle consonanti non polmonari.
Le vocali nell’alfabeto fonetico
Per imparare a pronunciare l’inglese, molto importante è prendere visione della tabella delle vocali. Infatti, il capitolo della lettura delle vocali in inglese è piuttosto complesso.
Vediamolo qui
Questo trapezio rappresenta la bocca.
Sulle verticali, come al solito in guisa di “scala” sta rappresentata la posizione delle labbra che può essere “chiusa” o “aperta”: tenendo conto che per definizione la bocca non può mai essere chiusa quando pronunciamo una vocale perchè la vocale è il suono in cui l’emissione di fiato è libera di fluire, senza occlusioni, blocchi o frizioni. Quindi quando diciamo che le labbra sono chiuse non vuole dire che si toccano ma che hanno una posizione semichiusa, o comunque stretta.
Sull’asse orizzontale, invece, immaginiamo la lingua. Le vocali in alte sono quelle che vengono pronunciate con la lingua “alta” nella bocca, mentre quelle basse con la lingua bassa nella bocca.
Facciamo una prova?
la vocale “i” è quella pronunciata con la bocca stretta e la lingua alta. Provate a dirla…notate che le labbra sono strette? e la lingua, è vero che è sollevata? ve ne eravate mai accorti?
Proviamo a confrontarla con la vocale “a”. E’ vero o non è vero che la bocca è molto piu’ aperta? E la lingua, dove la sentite? è sollevata o abbassata? Pronunciate e verificate, poi controllate se vi torna con la tabella. Questo peraltro può essere un ottimo esercizio da fare in classe.
Le vocali in inglese sono una “brutta bestia”. A seconda della posizione, la stessa lettera può rappresenatre un suono diverso. Naturalmente, con la pratica e l’ascolto , si finisce con l’identificare le posizioni, ma può essere interessante provare a pronunciare e trovare sulla tabella le vocali delle seguenti parole:
- MAT vs MATE
- BET vs PETE
- BIT vs BITE
- POT vs CORE
- PUT vs MUTE
Avete notato? nella parola di sinistra la vocale rappresenta un suono vocalico “breve” , mentre a destra un suono vocalico “lungo” (che è sostanzialmente la pronuncia della lettera nell’alfabeto: in MATE la “a” si pronuncia come la “a” quando si scandisce l’alfabeto e cosi via).
Si può notare che il suono lungo delle vocali è un suono “doppio” ovvero giustappone due suoni vocalici.
Dopo aver partecipato con gran successo all’ holiday pack l’estate scorsa ho deciso di iscrivere mio figlio di 7 anni ad un corso on line di Open Minds. Ora fa lezione una volta a settimana per 30 minuti. Non sono una fan della didattica a distanza ma questo corso funziona benissimo. Mio figlio per la prima volta ha davvero voglia di fare inglese. La maestra ha completa attenzione su di lui, essendo l’unico studente, quindi lui si sente più sicuro e stimolato. C’è una reale interazione tra l’insegnante e il bambino tanto che mio figlio non vede l’ora di seguire la lezione e quando finisce è dispiaciuto! Le lezioni sono davvero fatte su misura per le sue capacità e per il suo livello. Lo consiglio tantissimo!
Giorgia D’Alfonso
Simboli fonetici e pronuncia dell’inglese
In questa tabella vedete i simboli fonetici associati a diverse parole inglesi.
E’ sicuramente un buon esercizio cercare varie parole per ogni simbolo. Potreste notare che sono scritte diversamente!
Per esempio il suono /i/ può essere rappresentato in tea, ma anche in me o in bee! E’ vero che c’è una differenza nella lunghezza della vocale (i due punti vicini a /i/ vogliono dire che il suono è lungo), ma sicuramente è vero che in inglese varie combinazioni di lettere o lettere possono dare esiti fonetici identici.
Questa è precisamente la funzione dei phonics: i phonics sono lettere o combinazioni di lettere dell’alfabeto, usati per rappresentare un singolo suono fonetico.
I phonics si usano per rappresentare i simboli dell’alfabeto fonetico ma non sono la trascrizione fonetica.
A questo link trovate delle slides molto chiare che comparano i phonics con l’alfabeto fonetico me danno idee per insegnare la fonetica.
Qui linkiamo altri articoli che vi possono essere utili:
Spero che tutto ciò ti sia stato utile. Ricordati di iscriverti alla newsletter e se vuoi chiedi info sulla nostra formazione per docenti
Ci sono molti refusi nei testi.
Nel video sull’ascolto dei suoni è molto fastidiosa la tenda del sipario e che si apre. Distoglie e ruba tempo all’attenzione.
Ho preferito il secondo video.
Mi piace molto questo sito e lo trovo super utile e interessante.
Continuo la navigazione.
Buongiorno, ha ragione sui refusi, prvo a ricorreggere. Sono lieta che i contenuti – comunque- le piacciano. Resto a disposizione per domande anche alla mail [email protected]