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Pronuncia in inglese per italiani
La fonetica della lingua inglese a noi italiani appare una grandissima difficoltà: metà del problema è dato dal fatto che la nostra lingua è estremamente semplice rispetto alla lingua inglese, l’altra metà è derivato dal fatto che il funzionamento è completamente diverso.
La pronuncia inglese è difficile per gli italiani
Non esistono lingua piu’ facili e piu’ difficili: esistono lingue diverse tra loro, ed è la differenza tra le lingue che crea la difficoltà ad impararle. Piu’ è distante il funzionamento della lingua straniera rispetto alla nostra, piu’ il cervello deve adattare i suoi meccanismi di funzionamento.
La difficoltà sta qui.
Per questo nelle righe che seguono cercheremo di indicare elementi di difficoltà comuni a tutti gli italofoni che vogliono imparare l’inglese. Sono fatiche che affliggono maggiormente i soggetti con DSA, ma che tutti sperimentano e che è bene focalizzare come reali, e non esito di pigrizia o mancanza di talento.
Disclaimer: l’articolo è volutamente scritto in tono divulgativo, con ampio uso di linguaggio non specialistico. Mi interessa che tutti possano capire alcune delle cose che ci accadono quando affrontiamo lo studio dell’inglese.
In effetti, la pronuncia dell’inglese degli italiani è piuttosto riconoscibile, come però lo è quella degli altri popoli quando parlano inglese.
Infatti, ciò che rende riconoscibile la nostra lingua madre quando parliamo in inglese sono proprio le abitudini motorie del nostro apparato fonatorio, che tendiamo a riportare (almeno parzialmente) in modo automatico, anche quando parliamo un’altra lingua.
Un esempio classico?
The – gli italiani tendono a pronunciarlo “de”, perchè non avendo noi il suono aspirato /th/ tendiamo ad assimilarlo al suono che appare piuì vicino nella nostra lingua, ovvero la dentale /d/.
Suona famigliare?
In realtà gli inglesi spesso trovano molto carina la nostra maniera di parlare inglese (magari non proprio quella di Renzi), e qui abbiamo un bellissimo video di un inglese che spiega come riconoscere immediatamente un italiano dalle caratteristiche dalla pronuncia dell’inglese tipica di chi è di madrelingua italiano.
vediamo quali sono i punti strategici:
- le parole italiane terminano di solito con una vocale (non inconsonante) quindi quando ci troviamo a pronunciare le parole inglesi, che tipicamente terminano con una consonante, teniamo ad aggiungere un brevissimo suono vocalico…non ve ne eravate mai accorti? Le esagerazioni di questo tendenza sono ad esempio parole come “gippe” per jeep, che alle volte si sentono dire agli anziani. Ma anche chi ha piuì dimestichezza con la lingua inglese e quindi non arriva ad aggiungere una intera sillaba (gippe per jeep), aggiunge inavvertitamente un suono vocalico indistinto e palatale, che di solito rende “sonora” (vibrata” ) la ultima consonante (per esempio means letto con una s finale che assomiglia ad una /z/)
- la nostra /r/ è molto piu’ vibrata (“trill”) e percepibile rispetto alla /r/inglese. La nostra /r/ si sente lontano un miglio in inglese!
- l’italiano cambia il suono della consonante raddoppiata, ma in inglese anche quando ci sono le doppie non si sente il raddoppiamentoche gli italiani pronunciano distintamente! Per esempio, sapevate che happy si deve pronunciare come se avesse una sola /p/ e sorry come se avesse una sola /r/ (all’inglese quindi meno vibrante della nostra)?
- Noi non abbiamo la /h/ aspirata quindi tendiamo a mettere l’aspirazione anche dove non ci vuole oppure metterla dove non ci vuole! Per esempio, avrete sentito dire cose come All pronunciata come Hall, oppure Old pronunciato come Hold.
- La lettera /s/ davanti a altra vocale sonora diventa sonora /z/, questa regola italiana ci fà pronunciare parole come small come Zmall.
- Noi abbiamo solo 7 suoni vocalici, mentre gli inglesi ne hanno molti ma molti di piu’ (circa 20 suoni vocalici) ! Quindi noi tendiamo a assimilare i suoni vocalici inglesi con il piuì vicino della nostra, ridotta, gamma vocalica
Qui potete approfondire:
Suoni della lingua inglese…per gli italiani
In italiano abbiamo 30 fonemi, in inglese ci sono 44 fonemi (il fonema è il suono linguistico). Ciò significa che il nostro cervello si è specializzato su 30 suoni che hanno un preciso “posto” nella lingua ed un valore distintivo, mentre il cervello di un inglese ne percepisce almeno 44.
Alla nascita tutti i bambini potenzialmente percepiscono tutti i suoni di qualsiasi lingua del mondo, ma mentre cresciamo il nostro cervello di specializza sui suoni della propria lingua e quando incontra suoni simili li assimila al suono piu vicino tra quelli in cui si è specializzato.
Facciamo un esempio, se noi sentiamo parlare un italiano che viene da una altra regione, che pronuncia per esempio le vocali in modo piu “largo” o piu “lungo”, noi magari sentiamo la differenza, però non percepiamo quelle vocali come “altre vocali”, bensì come una variante delle “nostre vocali”.
Se una persona ha una pronuncia un pochino diversa dalla nostra, ma non in modo significativo, possiamo arrivare a non sentire neppure la differenza: il nostro cervello automaticamente assimila la vocale alla vocale che ci aspettiamo.
Una E, aperta o chiusa, lunga o breve: per noi è un unico suono: E.
Questo processo di assimilazione ci aiuta molto a capire tutte le persone che parlano la nostra lingua, perché se dovessimo distinguere in modo ultra-acuto ogni differenza e non essere automaticamente in grado di assimilarla, l’effetto sarebbe quello della torre di Babele: nessuno parla in modo esattamente identico al proprio vicino, quindi ognuno parlerebbe la propria lingua senza capire gli altri.
Questo aggiustamento del cervello, però, gioca a nostro sfavore quando dobbiamo parlare una lingua che ha maggiore sfumature rispetto alla nostra.
Per divertirvi in questo video abbiamo riassunto un poì dei nostri problemini…
La lingua inglese ha tanti suoni
L’articolazione è il posto ed il modo in cui si “produce” nella bocca il movimento che crea il suono. Quando pronunciamo una vocale, emettiamo il fiato senza contatto o frizione delle labbra o della lingua contro il palato
Quando pronunciamo le consonanti, invece c’è un contatto o un avvicinamento di parti della bocca, che interferisce con l’emissione di fiato. A seconda di dove avvenga questo movimento, caratterizziamo le consonanti come labiali, palatali, dentali, gutturali…
Ad esempio:
- le consonanti labiali come la p o la b hanno il contatto tra le labbra (le chiamiamo “occlusive”labiali perché le labbra si chiudono, sia pure per un istante),
- le dentali come la d e la t hanno un contatto con i denti
- le consonanti gutturali come le g, k hanno un contatto della lingua alla fine del palato, verso la gola
…e così via
In inglese, ci sono piu’ fonemi consonantici che in italiano.
I suoni consonantici che noi non abbiamo sono difficili da sentire e da riprodurre: pensate solo a TH, alla diversa pronuncia delle varie S/Z/C, alla H, e ad altri suoni che la nostra lingua non prevede…il nostro cervello fa molta fatica a ricordarli, semplicemente tendiamo ad assimilarli al piu vicino suono “nostrano”(sentiamo e quindi pronunciamo th come se fosse t, modifichiamo le s/z perchè siano simili alle nostre etc)
Anche le vocali si pronunciano in posti diversi della bocca: la/a/ è una vocale bassa, se la pronunciate sentirete l’aria nella parte sotto della vostra bocca, appena prima delle labbra, che sono aperte. La /i/ è pure una vocale anteriore, ma se ci fate caso la posizione in cui percepite la vibrazione dell’aria è piu alzata e la posizione della bocca è meno aperta . Invece, indietro nella bocca sono articolate la o e la u: se le pronunciate, fate caso a dove percepite la vibrazione.
In italiano siamo abituati a identificare ogni vocale semplicemente come /a/, /e/ /i/ /o/ /u/, che sia lunga o breve, stretta o larga. E’ vero che esistono sfumature (come botte vs bòtte), ma perlopiù la lunghezza e l’apertura delle vocali italiane non influenzano il significato della parola, quindi il nostro cervello assimila tutto.
Coppie minime fonetiche
Visto che questi suoni non sono importanti per noi (ad esempio, capiamo la parola oggi sia pronunciata come “oggi” o “hoggi”: in linguistica si dice che la “h” aspirata non ha valore distintivo), il nostro cervello non è allenato a distinguerli.
Parliamo in fonologia di “coppie minime” quando abbiamo due parole, diverse tra di loro solo per un particolare, che però ne distingue il significato.
Per esempio, in italiano sono coppie minime Va e Fa (la differenza tra V e F per noi è evidente perché il nostro cervello è abituato a percepirla: è infatti molto importante per distinguere la voce del verbo “fare” dalla voce del verbo “andare”).
Se alcuni suoni non sono presenti nel nostro “range” di suoni famigliari, il nostro cervello non sa di doverlo cercare ed individuare. Poichè ci sono in inglese tanti più suoni rispetto all’italiano, tendiamo a perdere molti che invece in inglese hanno valore distintivo…e questo è il motivo per cui molti italiani faticano a capire l’inglese parlato!
I suoni vocalici in inglese
La sillaba è una unità (una emissione di fiato) si organizza attorno alla vocale, e la parola si organizza attorno alla sillaba accentata: questo accade in tutte le lingue. La vocale della sillaba accentata è piu lunga delle altre vocali, piu definita. Le vocali non accentate sono meno lunghe rispetto ad essa.
In italiano, questo fenomeno tuttavia è meno evidente che in altre lingue, perché anche le vocali non accentate sono sempre presenti all’udito e non cambiano il loro suono.
Anche in inglese, la vocale della sillaba accentata è piu’ lunga delle altre: ma la differenza tra essa e le altre vocali è assai piu’ marcata in inglese che in italiano.
La parola si organizza attorno alla vocale della sillaba accentata, ma può capitare che le altre vocali non si sentano, oppure che diminuiscano la propria lunghezza fino ad essere scarsamente definite o cambino il proprio suono. Per esempio, in parole lunghe come UNSUFFERABLE o DEVASTATED, le vocali non accentate avranno una lunghezza minima ed una articolazione poco chiara per noi.
Esiste anche un problema di rappresentazione mentale del suono della parola. Se un italiano applica la sua logica, quando legge una che si parola come SNAKE, o LOVE si aspetta due vocali, mentre in effetti ne sente solo una (in effetti si tratta di parole monosillabe , anche se hanno due vocali).
Stessa lettera, diverso fonema
In inglese, ogni vocale ha un suono lungo ed uno breve, che si pronunciano differentemente.
Per esempio, confrontate la pronuncia di CUT e CUTE, di MAT e MATE, BIT e BITE. Per un italiano, pensare che la vocale possa cambiare completamente suono così e’ veramente particolare: leggendo queste parole, noi italiani ci rappresenteremmo mentalmente una pronuncia …. e invece…sorpresa!
Questi cambi sono molto confondenti per gli italiani, che sono abituati a identificare la lettera e il suono in modo stabile.
Accento e ritmo della lingua inglese
In italiano, le parole sono spesso piane: il nostro cervello sa che la parola spesso si organizza attorno alla penultima sillaba accentata e usa questo “pattern” per dividere le parole nelle frasi e individuare quindi le unità di significato.
In inglese, molte parole sono accentate sulla prima sillaba. Ciò significa che le parole bisillabe sono piane, ma le parole con tre sillabe sono sducciole.
Il ritmo della frase è quindi completamente diverso. Molte parole lunghe in inglese sono sdrucciole, e le sillabe non accentate “sfuggono”, in quanto brevi e poco definite. Quando sentiamo parlare un inglese abbiamo quindi l’impressione di sentire molte consonanti ed un ritmo volto veloce.
Pensate alla nostra musica rispetto alla musica inglese: non è un caso che il rock “sia inglese”: il fatto che le vocali siano brevi e non costringano la bocca al lavoro articolatorio differenziato permette piu facilmente di cantare su un rimo veloce, no? Al contrario invece noi ci prendiamo il tempo per pronunciare chiaramente ogni sillaba e creiamo facilmente rime piane.
Ascolto e pronuncia dell’inglese
Come non siamo abituati a sentire questi suoni, così non siamo abituati a riprodurli! Si tratta di allenare i nostri organi fonatori (lingua, labbra…) a fare movimenti per noi inusuali.
Già da questa premessa, si capisce che la migliore risposta al problema della cattiva pronuncia dell’inglese è …fare pratica! Bisogna fare pratica di ascolto, per imparare a percepire questi suoni. E ancora più pratica di conversazione per cominciare a produrre e riprodurre con sempre maggiore proprietà ed efficacia questi suoni, che per noi sono nuovi.
Accentazione e pronuncia
La fonetica inglese è talmente ampia e complessa, che non si può ridurre la sua spiegazione in un post (ne faremo tanti) ma come primo accorgimento per migliorare sensibilmente la comprensione all’ascolto e pronuncia è riconoscere il corretto accento delle parole.
L’italiano e l’inglese hanno diversi schemi di accentazione delle parole.
In italiano la stragrande maggioranza delle parole è piana, ovvero pone l’accento sulla penultima sillaba.
Questa cosa è formidabile: il nostro cervello istintivamente sa dove comincia e finisce una parola italiana perché sa dove cade l’accento (immaginatevi il nostro cervello come uno scanner: la prima operazione delle tante che fa per fare una conversazione è segmentare una stringa di suoni in una frase, distinguendo le parole tra loro).
Praticamente: seguendo la posizione degli accenti, il nostro cervello sa già quante parole ci sono in una frase, e come iniziano e finiscono.
Facciamo un esempio
SCRIvo IN inGLEse
Le sillabe accentate sono 3: SCRI, IN, GLE
Il mio cervello sente tre sillabe rilevate dall’accento e capisce immediatamente che ci sono 3 parole in questa frase.
Inoltre, essendo tre parole piane (come la stragrande maggioranza delle parole italiane) il cervello capisce subito anche le sillabe iniziali e finali di ognuna delle parole, solo seguendo il pattern dell’accento.
Non è sempre cosi banale, in italiano ci sono anche parole sdrucciole e tronche, tuttavia ho usato questo esempio per cercare di illustrarvi l’importanza dell’accentazione per capire una lingua.
Quindi partiamo dalla consapevolezza che il cervello usa, tra le altre cose (espressività, contesto) anche lo schema degli accenti per interpretare la frase che sente….
E’ quindi chiaro che, se affronto una lingua che ha regole di accentazione diverse, il mio cervello si dovrà aggiustare su queste nuove regole.
Il francese, ad esempio, predilige le parole tronche. Significa che normalmente le parole in francese hanno l’accento tonico sulla ultima sillaba. Questo aiuta il mio cervello a distinguere le parole tra di loro. Posso non conoscere le parole, ma ho una idea , solo seguendo gli accenti, di quante parole ci sono nella frase.
E in inglese, cosa succede?
Sillabe e accento tonico
Prima di proseguire, facciamo una altra digressione. Che cosa sono le sillabe?
La sillaba è una emissione di fiato.
Una parola come CONCENTRAZIONE si divide cosi in sillabe CON-CEN-TRA-ZIO-NE.
Ogni sillaba è una unità, organizzata attorno ad un suono vocalico.
Attenzione, non ad una vocale intesa come lettera dell’alfabeto a-e-i-o-u. Per esempio la quarta sillba ZIO ha due lettere che rappresentano suoni vocalici I-O, ma IO è un unico suono vocalico ininterrotto (dittongo).
La sillaba si organizza, quindi, attorno ad un SUONO vocalico. Non c”entrano le lettere che lo rappresentano, ma i suoni.
In inglese, è molto importante capire questo, perchè tante lettere, che rappresentano vocali, non vengono pronunciate. La sillaba riguarda l’emissione di fiato, ovvero la resa ORALE della sillab, non i grafemi con cui è scritta.
Facciamo un esempio, che rende tutto chiaro.
LOVE: quante sillabe ha?
pensateci bene, come lo pronunciate? la sentite la -E finale?
No.
Sentite solo un suono vocalico.
E infatti LOVE in inglese è una parola monosillabica: /’lov/
Pronuncia delle sillabe accentate e non accentate
Non so se ci avete mai fatto caso, ma la sillaba che porta l’accento tonico è pronunciata diversamente da tutte le altre sillabe:
- è più’ lunga in durata
- è più’ alta (questo non è vero per alcune lingue, che hanno anche l’accento grave che abbassa il tono, ma semplifichiamo cosi)
Diciamo che la sillaba accentata è un po’ il “capo” della parola: la più importante, e deve essere pronunciata più chiaramente, prendendo piu’ tempo. Le altre sillabe, meno importanti, si organizzano attorno a questa sillaba rilevata.
Questa differenza di durata tra le sillabe accentate e non accentate aiuta moltissimo a pronunciare bene l’inglese, perchè le loro vocali non accentate hanno un carattere meno spiccato delle nostre, sono meno determinate nel loro suono. Un inglese pronuncia le sillabe accentate molto piuì chiaramente rispetto a quelle non accentate, tanto che noi italiani temiamo sempre che gli inglesi si stiano mangiando le parole. In effetti, tenfono a smangiarsi le sillabe non accentuate.
Se impariamo a riconoscere la sillaba accentata e la pronunciamo più lunga, noterete che tutte le altre sillabe in qualche maniera si accorciano e i suoni diventano meno definiti…provate ad esagerare la sillaba accentata rispetto alle altre e sentirete un suono molto piu simile al suono che gli inglesi fanno quando parlano.
Provate a dire
POLLUTION (poLLUtion): ascolta la pronuncia
GAMBLING (GAMbling): ascolta la pronuncia
AMAZING (aMAzing): ascolta la pronncia
Per ascoltare le pronunce, provate a giocare con Google translate, che ha anche il tool per sentire la pronuncia delle parole
Vi consiglio di provare a sentire le pronunce in inglese e in italiano: vi sarà chiara la differenza
- In italiano, tutte le vocali (anche non accentate) vengono pronunciate
- in italiano, le consonanti anche non accentate mantengono il loro suono
- in inglese, non tutte le vocali vengono pronunciate (e ci sono dei cambi nella pronuncia dele vocali). Noterete che le vocali che non vengono pronunciate sono sempre quelle senza accento
- in inglese, i gruppi anche consonantici non accentati possono essere pronunciati con meno definizione (persate ai gruppi ING finali)
Accentazione delle sillabe nelle parole inglesi
In inglese, ci sono parole monosillabiche (con una sola sillaba), bisillabiche (con due sillabe), trisillabiche (con tre sillabe), quadrisillabiche (con quattro sillabe)
L’accento tonico può cadere su ognuna delle sillabe.
Abbiamo capito quanto è importante individuare l’accento tonico per pronuinciare correttamente le parole inglesi (e capire quando gli inglesi parlano) quindi ci serve avere una “mappa” di come funzionano le accentazioni in inglese.
Possiamo dare qualche regola.
- La maggior parte delle parole inglesi hanno l’accento sulla prima sillaba (esempio: EX-pert, PA-per, BOT-tle, FRIEND-ship, COM-mon…)
- Le parole bisillabiche seguono questa regolarità: se sono nomi o aggettivi, seguono la regola 1 e hanno piu spesso l’accento tonico sulla prima sillaba, ma se sono verbi hanno l’accento tonico sulla seconda. Perchè questa differenza? Perchè in inglese la stessa parola può essere sostantivo/aggettivo oppure verbo! Distinguere con l’accento offre un enorme aiuto nella comprensione della frase
- Le parole lunghe, che usano il suffisso finale -TION, -SION, -IC sono di solito piane?
Vediamo qualche esempio
- pronunciate queste parole: PHO-ne, FRID-ge, KIT-chen….provatene altre!
- sentite qualche esempio: 1)Your hair need COMB-ing vs I love comb-ING my hair 2)This is my PRE-sent vs. Now we pre-SENT to you my gifts 3)Do you like my RE-cords? vs I re-CORD your voice.
- Provate a pronunciare queste parole: repuTAtion, HesTAtic, DisCUSsion…. altre idee?
Esercitare le parole con il ritmo per migliorare la pronuncia
Sapete che introducendo il ritmo nei vostri esercizi per ricordare le nuove parole potete migliorare molto la pronuncia?
Provate a seguire questa esercitazione ritmica proposta dalla nostra docente Melissa!
Sapere perchè funziona? Perchè i bambini si sensibilizzano al ritmo e alle sillabe dell’inglese, e possono piuì facilmente avere una mappa per non sbagliare la pronuncia! Non leggeranno piuì le vocali finali dove non ci vanno (con il ritmo, non leggeranno “orangE” ma “Orang”, per esempio!) !
Se si abituano a fare gli esercizi ritmici, semplicemente perchè non verrà piuì loro naturale seguire la trascrizione dell’italiano ma si abbandoneranno al ritmo inglese!
Provate e fatemi sapere come va!
3 Giochi per esercitare la pronuncia dell’inglese
Riconoscere la pronuncia corretta e produrre la pronuncia corretta sono due facce della stessa medaglia.
Per migliorare la pronuncia inglese bisogna fare sia esercizi di riconoscimento che di produzione: la maniera migliore di fare esercizio è giocare.
Ecco le idee per tre giochi facili da realizzare, ottimi in classe e a budget zero.
- Bandiera con pronuncia: dividete i bambini in due squadre, e nominate i numeri 1, 2, 3 etc. Cominciate con il gioco di riconoscimento: pronunciate una parola e mostrate due flashcards con parole simili (di cui una sola è quella che avete pronunciato). Vince il bambino che porta a casa la flashcard giusta. Il gioco di bandiera può essere anche un gioco di produzione fonetica. Mostrate una carta: vince il bambino che per primo tocca la carta e pronuncia correttamente la parola.
- Memory con pronuncia: è come un memory normalissimo, ma potete crearlo voi con coppie minime. I bambini, per raccogliere la coppia, devono pronunciare (abbinando correttamente) le copie minime.
- Bingo con pronuncia: è un gioco di riconoscimento. Create un bingo con le parole che state studiando. Quando chiamate la parola, il bambino dovrà riconoscerla. Per farlo diventare un gioco di produzione (dopo che i bambini avranno assimilato la pronuncia) basterà fare fare la pesca delle carte ai bambini, a turno.
Rinforzare e indebolire: ritmo inglese e contenuto
L’inglese è una lingua nella quale possiamo trovare questo tipo di fenomeno:
- la sillaba accentata viene rilevata molto, ha un suono piuì alto edefinito
- le sillabe non accentate vengono indebolite, hanno suoni meno definiti, alle volte vengono assorbiti alcuni suoni
Questo accade all’interno delle parole. Pensa ad esempio ad una parola come IMPORTANCE (ascolta): imPORrtns.
Ma quando le parole interagiscono all’interno della frase, questa logica viene ampliata.
Le parole che conducono contenuto vengono enfatizzate rispetto alle parole che non conducono contenuto.
Le parole “di servizio” (preposizioni, articoli…) si indeboliscono molto e in un certo senso perdono autonomia fonetica.
Si sentono chiare e definite solo le parole che conducono contenuto, mentre le parole di servizio si sentono meno e hanno una pronuncia meno chiara.
Ascolta questo video
Connected Speech e ritmo della lingua inglese
Quando gli inglesi parlano, spesso uniscono tra loro i suoni, per rispettare il ritmo della lingua. Questo naturalmente accade in ogni lingua, ma in inglese è estremamente visibile.
Ti facciamo alcuni esempi.
Quando un inglese parla, potreesti sentire queste “connessioni”
- Suoni uniti: quando una parola termina con una consonante e la parola successiva inizia con la medesima consonante, i due suoni sono pronunciati assieme, come se fossero un solo suono. Esempio: I’D Dance (sentirai due sillabe: “Ai-Dans”, ma sono tre parole: I would dance. Pronuncia)
- Parole unite: se la prima parola finisce con una consonante e la parola successiva con una vocale, si connette tutto e si sente come se fosse un’unica parola( esempio “a fried egg” si sente come se “friedegg” fosse un’unica parola, ascolta)
- Suoni eliminati: quando i suoni “t” e “d” sono tra altri suoni consonantici, non si sentono, ad esempio next week si sente come nex-week, ascolta: la t sparisce, oppure in bolied milk si sente “boil-milk”, la d è sparita, ascolta)
Per approfondire il connected speech clicca qui.
Lorenzo Contegreco dice
Sono interessato,
Lorenzo Contegreco dice
Salve voglio che scriviate e ne sarei felicissimo grazie
Claudia Adamo dice
Ciao, grazie hai qualche suggerimento concreto su qualcosa che ti possa essere utile?