Da questa pagina puoi scaricare un ebook che riassume i contenuti di una conferenza sul bilinguismo che abbiamo tenuto, con il patrocinio della provincia di Monza e Brianza, sull’educazione bilingue.
Vengono affrontati diversi temi, tutti con un occhio pratico e attenti ad una divulgazione che possa coinvolgere ogni genitore.
Il bilinguismo è una risorsa che può arricchire l‘educazione linguistica di un figlio, purché sia esercitata in consapevolezza e nel rispetto delle tappe evolutive e delle necessità personali e psicologiche di ogni bambino.
Abbiamo approfondito il tema del bilinguismo in vari articoli (qui), e particolarmente abbiamo affrontato:
- la questione culturale del bilinguismo e della scolarizzazione in lingua straniera
- la questione della lingua madre
- i metodi del bilinguismo
- i vari tipi di bilinguismo
Conoscere il bilinguismo significa anche dare il giusto peso al proprio heritage, capire il linguaggio e apprendimento nei suoi funzionamenti , sapere distinguere stimoli piacevoli e significativi da altri che invece sono incomprensibili per il bambino e quindi inutili.
Parliamo anche di scelta della scuola e di educazione scolastica bilingue, con un occhio disincantato, fuori dai troppo facili miti che possono anche causare problematiche di relazione e apprendimento.
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Bilinguismo- Ebook per genitori
Sempre più genitori si chiedono come dare ai bambini la possibilità di parlare più lingue come "native speakers": rispetto ad alcuni anni fa, quando l'argomento era quasi taboo, ora c'è al contrario una forte spinta verso l'educazione bilingue, di cui vengono sottolineati gli aspetti positivi. Tuttavia, siamo una nazione che da dopo la guerra ha abbandonato il bilinguismo tradizionale (lingua italiana e dialetto) e quindi sono molte le coppie che richiedono consigli su come inserire la seconda lingua nel menage educativo, anche e soprattutto perché spesso la lingua prescelta come seconda non è lingua madre di nessuno dei genitori.
In questa trattazione si parla di cosa è la lingua, come si acquisisce, come funziona l'apprendimento scolastico e perché è diverso dai meccanismo spontanei, e di come usare la routine quotidiana per insegnare , consolidare e fare sviluppare con naturalezza e profondità culturale anche la LS.
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I bambini bilingui sono piu’ intelligenti?
In questi anni il Bilinguismo è diventato popolare sulla stampa, grazie a studi, condotti da università prestigiose, che dimostrano come i bilingui abbiano vantaggi cognitivi rispetto ai monolingui, sia in età evolutiva e in età adulta.
Inoltre, un recente studio confronta le performances di anziani bilingui e monolingui, evidenziando che i bilingui hanno una minore incidenza di demenze senili.
“Vantaggio bilingue” è il modo in cui scientificamente si definisce la serie di benefici comportati dall’esposizione precoce a due lingue.
Essere bilingui comporta sicuramente dei vantaggi: facciamo chiarezza su quali sono
Sono anni che sui magazines destinati a genitori ed educatori si decantano i vantaggi del bilinguismo e la sua naturalezza e facilità.
Io per carattere tendo sempre ad approfondire le notizie che mi entusiasmano (queste sono ovviamente notizie entusiasmanti), quindi vorrei portarvi la mia esperienza sia di mamma che di appassionata studiosa di questi fenomeni dal punto di vista didattico (poiché è lavoro tutti i giorni all’implementazione del bilinguismo nelle scuole).
Poiché l’argomento è estremamente complesso, non pretendo di coprirlo tutto, né questa è la sede di una discussione accademica: andrò per punti esprimendo ciò che oggettivamente la scienza ci offre e anche il mio personale riscontro, con qualche spunto pratico per chi desidera intraprendere questa avventura.
Miti e realtà del bilinguismo
Il bilinguismo è naturale?
I bambini imparano naturalmente più lingue: questo è sicuramente vero. Quando nasciamo siamo predisposti all’ascolto di tutti i suoni linguistici del mondo.
Noam Chomsky parla di LAD (Language Acquisition Device), una sorta di “programma”, geneticamente determinato che porta i bambini ad ascoltare da subito i suoni intorno a loro e acquisirli ed organizzarli in un sistema linguistico con grande efficienza e precocità. Tuttavia, proprio per la sua efficienza, il programma di acquisizione linguistica è selettivo. Siamo “programmati” per sintonizzarci precocemente sui suoni linguistici delle lingua che sentiamo sufficientemente frequentemente e costantemente, nonché parlate da un “caregiver” affettivamente significativo.
In altre parole, è vero che nasciamo con un software potentissimo per apprendere il linguaggio verbale e che potenzialmente i neonati possono apprendere ogni lingua del mondo, ma è anche vero che il software si sintonizza naturalmente sulla lingua madre. Se volete introdurre una seconda lingua dovete necessariamente organizzarvi in modo da offrire una quantità e qualità affettiva di stimolo paragonabile a quella della lingua madre.
Solo se parlarete/canterete/leggerete (ovvero esporrete il bimbo alla lingua, in tutte le forme appropriate per l’età) al bambino in due lingua, per lo stesso tempo (o comunque in un tempo significativo) e gli offrirete una interazione di qualità (affettivamente di qualità, non solo linguisticamente) anche nella seconda lingua, allora avrete come risultato un bilinguismo.
Non siamo programmati per imparare una lingua che sentiamo sporadicamente, né una lingua che ascoltiamo “dalla radio”. Solo una interazione significativa da tutti i punti di vista, e sufficientemente consistente produce acquisizione linguistica.
Quindi da qui traiamo due conclusioni 1) il bilinguismo è possibile 2) il bilinguismo non è facile. Iniziare una educazione bilingue è un impegno, che andrà protratto per anni, e che richiederà sforzi notevoli.
Non arriverete al bilinguismo con qualche oretta di inglese, né arriverete ad un BUON BILINGUISMO delegando interamente la faccenda ad altri. L’educazione bilingue (come ogni altro aspetto squisitamente educativo) riguarda la relazione con i genitori e richiede amore, costanza e sacrificio per potere offrire le condizioni di una fioritura.
I bambini bilingui sono più’ intelligenti?
I bambini bilingui sono più intelligenti: questo è falso. Il bilinguismo dà effettivamente alcuni vantaggi di tipo cognitivo, che poi esamineremo, ma è bene sottolineare che il linguaggio e l’intelligenza sono due variabili interrelate, ma non in modo assoluto.
Considerate che il linguaggio fa parte delle funzioni cognitive “verticali” (o specifiche), come la lettura, il calcolo, le competenze metafonologiche.
L’intelligenza, l’attenzione, le funzioni di controllo sono invece funzioni cognitive trasversali, necessarie per tutte le operazioni specifiche. Pur essendo linguaggio e intelligenza connessi, non è vero che i bilingui siano più intelligenti dei monolingui, o viceversa.
E’ vero che un BUON BILINGUISMO può influire positivamente su alcune funzioni (la capacità di controllo e inibizione e l’attenzione selettiva, soprattutto, ma anche in parte le capacità anticipatorie), migliorando alcune performance cognitive non verbali dei bilingui. Quindi è vero che i bilingui hanno dei vantaggi anche sull’intelligenza non verbale.
E’ però da sottolineare che questi vantaggi si registrano solo se il bilinguismo non ha intaccato la competenza linguistica in lingua madre, ovvero è fondamentale monitorare adeguatamente la qualità (e non solo la quantità) delle lingue acquisite per avere un reale vantaggio cognitivo.
Viceversa, è giusto segnalare un bilinguismo sottrattivo o comunque a scapito della qualità della lingua madre può portare svantaggi cognitivi.
Cosa è un BUON BILINGUISMO?
Io chiamo “buon bilinguismo” il bilinguismo bilanciato, che npn va a detrimento della lingua madre (lingua prevalente) e della serenità del bambino, intesa in primo luogo come serenità affettiva e relazionale.
Il bilinguismo è una delle caratteristiche dell’educazione e in quanto tale non può andare a detrimento delle esigenze di una buona educazione: stabilità dei punti di riferimento, ricchezza della comunicazione interpersonale, serenità della relazione con il caregiver e con i pari sono principi non negoziabili.
Strappare un bambino a queste certezze per dargli l’opportunità di imparare una buona lingua, sicuramente non produce un buon bilinguismo.
Stressare il bambino, fargli vivere la comunicazione come una performace, affidarlo a persone incapaci di stabilire con lui il giusto rapporto educativo solo in virtu dell’esposizione alla seconda lingua…non può produrre buon bilinguismo.
Esporre un bambino a stimoli inadeguati o disordinati, mischiare i codici senza rispetto del suo lavoro cognitivo, anticipare le tappe comunicative e non rispettare i suoi tempi per desiderio di vedere i frutti dell’esposizione bilingue, non produce un buon bilinguismo.
Deprivare una lingua del contesto culturale e affettivo, decolorarla al punto che non ci sia una specificità culturale fruibile dai bambini (canzoni, storie, vita vissuta) è un ulteriore elemento da considerare: è bello comunicare la lingua, ma la lingua non è un corpo neutro. La lingua è un organismo vivo: cantare in lingua, ascoltare fiabe tradizionali, visitare le architetture del luogo, interagire con le persone che vi abitano…è necessario per dare corpo a quello che se no diventa un codice freddo e inutile. Il bilinguismo senza biculturalismo è un esercizio sterile.
Detto questo, credo che sia giusto approfondire concretamente quali sono i campi del vantaggio bilingue, e perché ciò avvenga.
Quali sono (veramente) i vantaggi del bilinguismo?
Vantaggi dei bilingui: attenzione selettiva
I bilingui simultanei (cioè i bambini che hanno ricevuto una esposizione paritetica in due lingue, e hanno cioè due lingue madri) si costruiscono precocemente un doppio sistema linguistico :semantico, morfologico, fonetico.
Tuttavia, come ogni altro essere umano, hanno un singolo sistema di memoria di lavoro e di memoria a lungo termine.
Il cervello del bambino bilingue deve lavorare molto di più per immagazzinare questo doppio carico di lavoro (il che spiega il periodo silente), ed infatti la neuroimaging mostra che i bilingui operano non solo nelle aree celebrali deputate alla lingua (emisfero sinistro), ma interessano anche l’emisfero destro.
Questo maggiore lavoro del cervello del bambino bilingue è la causa principale di uno dei grandi vantaggi che i bilingui hanno sui non-bilingui. Pare assodato che i bilingui siano in grado di dare attenzione selettiva all’ambiente in modo assai efficafe, molto piuì efficafe dei soggetti non bilingui. Sono in grado di capatre uno stimolo, selezionandolo se di interesse per portarlo alla propria attenzione. Ma sono capaci anche di “spegnere” l0attenzione verso uno stimolo inutile in quel momento.
Il neuro-imaging ha dimostrato che il cervello del bilingue è straordinariamente attivo, ovvero che piuì parti si “accendono” in contemporanea, quando riceve uno stimolo verbale in una lingua che comprende.
La spiegazione potrebbe essere tutta qui: i bilingui usano “più parti” del loro cervello perché ogni volta che devono ascoltare o parlare sono costretti a controllare quale serbatoio di memoria utilizzare (devono selezionare la lingua, come fa un pc per darvene una idea concreta).
Ciò li porta ad esercitarsi precocemente e costantemente nelle funzioni di
- selezione
- attenzione
- inibizione
e sono queste le abilità in cui i bilingui dimostrano di essere superiori ai coetanei monoligue.
Questo accendere-selezionare-spegnere è un compito che li porta ad eccellere nell’attenzione selettiva, non solo negli ambiti verbali: pare che questa capacità sia in grado di “esportarsi” anche negli ambiti non verbali.
Poiché la capacità di attenzione, selezione delle informazioni e inibizione degli stimoli non necessari sono funzioni cognitive trasversali, è ovvio che la accresciuta efficacia di queste funzioni cognitive ha un effetto positivo anche sulle altre funzioni specifiche, e quindi per questo motivo nei test scolastici spesso i bilingui hanno risultati complessivamente migliori dei monolingui.
Ripetiamo che questo vantaggio riguarda i bambini che hanno avuto la fortuna di un buon bilinguismo additivo, mentre non si può dire che i bambini che hanno bilinguismi passivi o incompleti o sottrattivi condividano questi vantaggi cognitivi.
Spinta dalla volontà di arricchire la mia formazione di docente, sono andata alla ricerca di corsi che potessero fare al caso mio. Tra i tanti trovati, quello di Open Minds si è rivelato da subito molto interessante. Inizialmente sono state la gentilezza e la disponibilità della direttrice Claudia a darmi la spinta per approfondire. La mia situazione è particolare: sono docente di lingua cinese (non inglese), ma non trovando nulla di specifico mi sono affidata a Open Minds e oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta! Nonostante la “difficoltà” della lingua, Claudia si è mostrata da subito di aiuto e disponibile nell’adattare il corso in base alle mie esigenze, seguendomi passo passo. Open Minds mi ha dato la possibilità di comprendere in che modo impostare il mio lavoro di docente, che approccio utilizzare, come rendere le lezioni multisensoriali e interattive. Competenza, professionalità, disponibilità sono di casa a Open Minds. Oggi concludo il corso e posso dire con certezza che i loro corsi di formazione sono flessibili e davvero di grande utilità e interesse anche nei casi meno “classici”, come nel mio con la lingua cinese. Al prossimo corso e grazie!
Valentina Talia
Vantaggi dei bilingui: capacità di anticipazione
Una altra capacità che i bilingui dimostrano di avere vantaggiosamente superiore rispetto ai monolingui è quella che definiamo “anticipazione”. Forse non tutti sanno che il nostro cervello è sempre attivo,ovvero lavora costantemente per anticipare ciò che accade, sulla base delle proprie pregresse esperienze e conoscenze.
Quando una persona ci parla, noi inconsciamente “anticipiamo” ciò che ci dirà, esattamente come anticipiamo il movimento di una macchina che ci viene incontro o avvertiamo “sensazioni” su quello che una certa situazione o persona avrà in serbo per noi. L’intuizione non è altro che un calcolo probabilistico che il nostro cervello opera costantemente sul presente.
Ecco, i bilingui, che attingono ad un doppio serbatoio di parole (ma anche di esperienze e di pensieri, perché due lingue modellano due schemi alternativi e diversi di pensiero), dimostrano di avere migliori capacità anticipatorie, sia in ambito verbale (immaginano più facilmente come finirà una frase) che non verbale (riescono a leggere la realtà con migliore attendibilità).
Ecco questa è forse la più straordinaria delle “doti” dei bilingui, sempre naturalmente da commisurare alla dotazione personale.
Abbiamo parlato della importanza di prevedere e anticipare in questi articoli:
Vantaggi dei bilingui: il vantaggio culturale
Un altro non indifferente vantaggio è quello culturale: i bilingui hanno accesso a due lingue, con tutto il bagaglio di pensieri, modelli mentali e culturali che ne deriva. Hanno quindi a disposizione più strumenti culturali e immaginativi per rispondere alle sfide della vita.
Sottolineo ancora una volta che la QUALITA’ del bilinguismo è veramente fondamentale. Un bilinguismo sottrattivo, ovvero un bimbo che sa più lingue ma nessuna bene, che non ha accesso a fonti culturali e linguistiche di qualità, che è minato nella sua identità linguistica e culturale, non è un individuo avvantaggiato rispetto ad un coetaneo monolingue, bensì svantaggiato.
La lingua plasma il pensiero oltre che codificarlo, quindi offrire una buona lingua e una buona interazione è fondamentale per dare ai bambini buoni strumenti cognitivi.
Abbiamo discusso sulle opportunità del bilinguismo infantile qui, mentre qui trovate dei consigli per insegnare inglese ai figli
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