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Insegnare l’inglese precocemente: si o no?
La richiesta di iniziare l’inglese il prima possibile viene da molti genitori, sempre di più’, quindi abbiamo pensato di stendere un articolo più’ equilibrato possibile sui pro e contro dell’inglese come lingua straniera iniziato nelle tappe più’ tenere dell’infanzia.
Cerchiamo cosi di dare una bussola, speriamo più equilibrata possibile, a chi si sta chiedendo (per i figli, o per gli alunni) a che età iniziare ad insegnare inglese, se è bene anticipare le tappe e come procedere con una educazione plurilingue precoce.
Abbiamo affrontato il tema del bilinguismo in questi articoli:
I vantaggi della precocità’
Iniziare prestissimo con l’esposizione all’inglese ha alcuni ovvi vantaggi:
- i bambini , se esposti molto presto a due lingue, le acquisiscono con la medesima naturalezza in antrambe
- i bambini piccoli hanno una particolare sensibilità che permette loro di ascoltare, discernere e registrare i suoni fonetici di tutte le lingue. Dopo l’anno di vita questa elasticità viene gradualmente meno e percepire alcuni suoni non materni diventa più’ difficile
- i bambini piccoli sono predisposti (entro i 3 anni) per l’acquisizione linguistica, ed in grado di immagazzinare moltissimo materiale in pochi mesi
Insegnare due lingue ad un bimbo neonato o infante è estremamente naturale, se il genitore è fluente in entrambe o se i due genitori parlano lingue diverse.
Il metodo piu’ usato per introdurre il bilinguismo è OPOL (one parent, one language), ovvero ognuno dei due genitori parla una lingua. Ciò aiuta il piccolo a non fare confusione, visto che non può sapere quali parole o espressioni sono pertinenti ad una lingua e quali all’altra.
Se è un genitore solo ad occuparsi della educazione in due lingue, sarebbe comunque importante separare le due lingue in qualche modo tramite una diversa situazione , per aiutare il bimbo a distinguerle. Ad esempio, una lingua in casa ed una altra fuori di casa.
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Gli svantaggi della precocita’
La precocità ha degli svantaggi? Strettamente parlando, no. Nessuno studio ha mai evidenziato svantaggi o problemi linguistici derivanti dalla precocità.
Fino ad alcuni anni fa, molti credevano che il bilinguismo potesse portare confusione nella mente del bambino.
Tuttavia, gli studi dimostrano che i bambini bilingui non hanno maggiore incidenza di problemi di linguaggio o DSA rispetto ai bimbi monolingui.
Ciò che è vero è che il cervello del bimbo esposto a due lingue deve codificare due sistemi diversi in parallelo. Questo è un lavoro estremamente oneroso per il cervello, quindi può causare ritardo (di solito lieve) nell’esordio del linguaggio (produzione). In pratica, il cervello del bambino che impara a parlare cosa fa?
- Ascolta: i bambini sono ottimi ascoltatori, con una naturale attenzione per i suoni della lingua
- Registra i suoni che sente con maggiore frequenza, creandosi una sorta di “biblioteca”
- Costruisce, sempre su base statistica, le relazioni di significato tra i suoni, costruendoci cosi gradualmente una idea della lingua sia nei suoi materiali (suoni fonetici, parole) sia nelle sue regole (che permettono la comprensione)
- Una volta elaborati i suoi algoritmi (le regole), compila io suoi repertori e si forma nel suo cervello “l’idea di lingua”
Imparare la seconda lingua può danneggiare la prima lingua?
E’ una domanda legittima, che svariati genitori ed educatori si fanno.
E’ possibile che un bambino, imparando precocemente una seconda lingua, danneggi in qualche modo la propria conoscenza e confidenza nella prima lingua?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, perché non dipende dalle lingue, bensì dalla modalità di esposizione e acquisizione , sia della prima che della seconda lingua.
In generale, l’esposizione a piu’ lingue non provoca danni, ma una cosa deve essere chiara: i bambini devono avere almeno una lingua solida e prevalente nella loro crescita.
Anche i bambini di famiglie bilingue, che parlano ugualmente bene le due lingue di casa, hanno una lingua prevalente. Non parliamo di migliore competenza in una lingua rispetto all’altra, questo potrebbe essere anche solo un effetto dell’aspetto primario: il fatto che il pensiero necessita di un forte strumento (la lingua) per svilupparsi.
I bambini non pensano necessariamente in modo verbale, al contrario questo è un processo che inizia nella infanzia e poi diventa prevalente durante gli anni successivi, ma appunto perché il monologo interiore ed il “nominare le cose” è uno strumento fondamentale per pensare è importante curare che i bambini crescano avendo una forte, solida e affidabile lingua che sostenga lo sviluppo del loro pensiero negli anni.
Il fatto di affiancare alla prima lingua una seconda lingua, in modo massivo (educazione bilingue) oppure meno importante (corsi di inglese che costruiscono ulteriori competenze linguistiche, ma dove non c’è una reale possibilità di paragone tra la prima e la seconda lingua) NON CREA danni o incertezze, SE vengono rispettati gli step e i criteri di una educazione di qualità.
In quali casi l’esposizione precoce a due lingue provoca danni?
Si chiama “bilinguismo sottrattivo” l’unico caso in cui l’esposizione precoce alle due lingue provoca guai è quando il bambino non riesce, per motivi ambientali (educazione discontinua e disordinata, confusione nell’esposizione, problemi psicologici) a costruirsi nella mente una solida e coerente idea di lingua.
Se la prima e la seconda lingua, anziché separarsi e organizzare in modo armonico e autonomo (benché collegato) si confondono in una struttura non sufficientemente buona per sostenere lo sviluppo del pensiero, della percezione di se, della autonomia del bambino, allora abbiamo un problema che può diventare grave negli anni a venire.
Alle volte accade che i bambini che cambiano paese nella infanzia e che quindi sono forzati a scolarizzarsi in una lingua che non possiedono possano sviluppare problemi di apprendimento o psicologici legati a queste pressioni e alla discontinuità della educazione in lingua.
Può capitare che scolarizzare un bimbo in una lingua che non sia la sua, o alternare/confondere le lingue nella educazione, o fare pressione per l’acquisizione di lingue a cui i bambini non sono esposti in modo naturale e qualitativamente sufficiente possa creare problemi.
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In quali casi l’esposizione precoce a due lingue crea vantaggi?
In ogni caso in cui si lavora con un buon ordine e si dà ai bambini uno strumento coerente con i fini, l’esposizione linguistica fa bene. E’ dimostrato che un bambino che impara più’ lingue, svilupperà una certa facilità nell’acquisire ulteriori linguaggi in seguito.
Perché? Perché ogni volta che impariamo qualche cosa, stiamo sviluppando delle strutture nel cervello, che sono tanto più forti quanto più spesso vengono usate e con tanta più’ autonomia e soddisfazione vengono adoperate dai bambini.
Un bambino che impara una lingua con i casi da piccolo (come il tedesco), avrà per tutta la vita una struttura che lo faciliterà nell’usare altre lingue con i casi (come il russo), un po’ come se avendo costruito una “libreria” saremo in grado di poggiarci negli anni nuovi e diversi volumi.
Facciamo un altro esempio: un bambino che impara due lingue da piccolo, si costruirà una biblioteca di suoni linguistici (fonemi) presi da entrambe le lingue. Vuole dire che il bambino registrerà un numero alto di suoni, che sarà in grado di riconoscere ed usare quando studierà altre lingue in futuro.
Imparare più’ lingue crea vantaggi perché esiste un “transfert positivo” di abilità tra una lingua ed un’altra. Ogni abilità solidamente appresa in una lingua può aiutare ad acquisire abilità simili nella seconda lingua. Ma non solo: anche abilità apprese nella seconda lingua possono trasferirsi e aiutare la prima lingua!
Un esempio? L’inglese è una lingua foneticamente più ricca dell’italiano, nella didattica della quale è normale dedicare molto tempo a fonetica e pronuncia!
Studiare l’inglese (e la sua fonetica) può aiutare i bambini che hanno dei problemi nella discriminazione uditiva a migliorare la propria competenza fonologica in italiano, semplicemente perché un buon training metacognitivo di fonetica allena la percezione e discriminazione di tutti i suoni! La competenza, acquisita durante lo studio dell’inglese, è trasferita ad entrambe le lingue.
Ho partecipato a due corsi organizzati da Openminds dal titolo “Insegnare l’inglese agli alunni con DSA”. Il primo in presenza e il secondo in modalità blended e li ho trovati molto utili. Le metodologie e le tecniche apprese e condivise con altri corsisti sono davvero applicabili nelle classi in quanto l’approccio è molto pragmatico.
Simona Del Matto
Inglese precoce: causa ritardo di linguaggio?
Il bambino che è esposto a due lingue è esposto al doppio del materiale, quindi ovviamente il ritardo nel parlare è dovuto al fatto che il suo cervello deve elaborare due sistemi. Per questo è consigliabile non confondere il bambino, mettendo sempre un contesto (OPOL o situazionale) che lo aiuti nella sua decodifica degli input.
Come abbiamo detto, il bilinguismo in se’ non provoca alcuna problematica a livello di apprendimento, però è importante che la esposizione sia di buona qualità, ovvero regolare, consistente per un periodo di tempo proporzionato a questo compito (anni), e affettivamente significativa.
Nessuno impara la seconda lingua guardando la tv o sentendo la radio in lingua, ma interagendo con un caregiver significativo.
Quali sono dunque gli svantaggi della precocità?
- Perchè i risultati siano visibili e durevoli, è necessaria una massiccia esposizione per lungo tempo
- I bambini esposti a due lingue parlano dopo
- Può esserci un periodo in cui bambini fanno confusione e devono essere aiutati a correggere il code-mixing
- E’ dimostrato che i bambini bilingui hanno un repertorio di parole minore in ogni lingua rispetto ai compagni monolingui (ma hanno più’ parole se sommate tra le due lingue)
La lingua si impara bene anche se non si comincia da piccoli?
La risposta è SI.
Si può diventare fluenti in una lingua, anche se si comincia non da piccolissimi.
La differenza sostanziale la fanno, come sempre:
- l’esposizione: quanto la sentiamo, quanto spesso, per quanto tempo
- la motivazione: quanto è importante imparala? quanto siamo coinvolti?
- la relazione: che ovviamente si lega alla motivazione….se ho una buona relazione con chi mi insegna, sono piuì motivato e funziono meglio
E’ vero che alcune “finestre” particolarmente favorevoli a livello di plasticità si chiudono con la tenera infanzia (3 anni), o con i 7 anni. Questi sono in generale momenti piu’ favorevoli per imparare la lingua straniera.
Dopo l’adolescenza, altre finestre si chiudono.In generale, durante tutta la vita si possono imparare parole nuove, però l’intonazione, il ritmo e i suoni fonetici diversi dalla lingua materna sono più’ difficili da imparare.
I Vantaggi di imparare inglese in età scolare sono:
- i bambini in età scolare rispetto i piccolissimi hanno migliori strategie di memorizzazione e attenzione, che possono utilmente essere usate per apprendere
- I bambini già competenti in lingua materna possono inconsapevolmente applicare strutture note alla nuova lingua: questo alle volte porta ad errori (calchi), ma fornisce una struttura “pronta” per iniziare a parlare
Gli svantaggi sono:
- Maggiore rigidità nel percepire , discriminare e riprodurre: suoni e strutture sintattiche diverse da quella materna, con possibili interferenze
- Rifiuto e vergogna nel provarsi a fare qualcosa di diverso, che può causare errori
- Mancanza di motivazione
Bilinguismo: le domande dei genitori
Da questa pagina puoi scaricare un ebook che riassume i contenuti di una conferenza sul bilinguismo che abbiamo tenuto, con il patrocinio della provincia di Monza e Brianza, sull’educazione bilingue. Vengono affrontati diversi temi, tutti con un occhio pratico e attenti ad una divulgazione che possa coinvolgere ogni genitore.
Il bilinguismo è una risorsa che può arricchire l’educazione di un figlio, purché sia esercitata in consapevolezza e nel rispetto delle tappe evolutive e delle necessità personali e psicologiche di ogni bambino.
Conoscere il bilinguismo significa anche dare il giusto peso al proprio heritage, capire il linguaggio e apprendimento nei suoi funzionamenti , sapere distinguere stimoli piacevoli e significativi da altri che invece sono incomprensibili per il bambino e quindi inutili.
Parliamo anche di scelta della scuola e di educazione scolastica bilingue, con un occhio disincantato, fuori dai troppo facili miti che possono anche causare problematiche di relazione e apprendimento.
Questo ebook è stato realizzato da Claudia Adamo di Open Minds ed è scaricabile gratuitamente. Tuttavia chiediamo di non diffonderlo via mail, ma indirizzare qui le eventuali persone interessate all’argomento, perchè possano conoscere assieme al sunto della conferenza sul bilinguismo anche l’esito del lavoro dell’autrice, ovvero una scuola di inglese in grado di accompagnare le famiglie nella scelta e nella crescita di una routine famigliare consapevolmente bilingue.
Bilinguismo- Ebook per genitori
Sempre più genitori si chiedono come dare ai bambini la possibilità di parlare più lingue come "native speakers": rispetto ad alcuni anni fa, quando l'argomento era quasi taboo, ora c'è al contrario una forte spinta verso l'educazione bilingue, di cui vengono sottolineati gli aspetti positivi. Tuttavia, siamo una nazione che da dopo la guerra ha abbandonato il bilinguismo tradizionale (lingua italiana e dialetto) e quindi sono molte le coppie che richiedono consigli su come inserire la seconda lingua nel menage educativo, anche e soprattutto perché spesso la lingua prescelta come seconda non è lingua madre di nessuno dei genitori.
In questa trattazione si parla di cosa è la lingua, come si acquisisce, come funziona l'apprendimento scolastico e perché è diverso dai meccanismo spontanei, e di come usare la routine quotidiana per insegnare , consolidare e fare sviluppare con naturalezza e profondità culturale anche la LS.
Invia link per il download a:
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