Postiamo qui il webinar del 25 gennaio 2023, a tema “Aumentare l’esposizione della lingua inglese”.
La stragrande maggioranza degli iscritti al webinar sono docenti, quindi il webinar è stato modulato sulle modalità che un insegnante (oltre che un genitore) può usare per rendere efficace il tempo in cui un bambino ascolta l’inglese (quindi, per dirlo con un termine della linguistica, l’input).
La tesi del webinar è che, ove non sia possibile estendere l’esposizione linguistica abbastanza per creare delle situazioni di bilinguismo, è comunque possibile avere dei buoni risultati strutturando l’esposizione.
Ciò significa che, ove il tempo di esposizione sia limitato, è possibile massimizzare l’effetto del tempo di esposizione tramite una serie di strategie.
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Come impariamo a parlare: il meccanismo della acquisizione linguistica nei bambini piccoli
Definiamo “Acquisizione” quel particolare modo di imparare la lingua che avviene naturalmente, inconsciamente, senza alcuna strategia consapevole e senza fatica effettivamente percepita. Qui abbiamo parlato in modo dettagliato della teoria di Krashen sull’acquisizione linguistica.
I bambini piccoli piccoli “acquisiscono” la lingua madre, perchè ogni umano ha una sorta di programma genetico che permette di ascoltare attivamente il linguaggio (Chomsky chiama questo dispositivo LAD, Language Acquisition Device) e analizzare inconsciamente le occorrenze statisticamente significative, che vengono “annotate” dal cervello e” provate ” in comunicazione tramite tentativi di produzione orale (vocalizzi, olofrasi e piccole parole dei bambini).
Il cervello del bambino è una sorta di potentissimo calcolatore, in grado di fare un finissimo lavoro statistico sul linguaggio cui è esposto, e distillare da quanto ascolta le parole e le regole che permettono la formazione di frasi per comunicare.
Tutto ciò avviene senza alcuna consapevolezza: il cervello dell’infante si comporta come un calcolatore che analizza i “big data” del linguaggio e ne scopre le ricorrenze statistiche. Le frasi e le parole che il cervello annota in questo lavoro incredibile il bambino le “prova” nella comunicazione con il caregiver, interiorizzando e memorizzando le frasi che, pronunciate, ottengono feedback positivo dall’ambiente (quelle che non sono comprese, vengono scartate ed obliate.
Abbiamo cercato di descrivere come funziona l‘Acquisizione del linguaggio in questo articolo.
Il lavoro di acquisizione del linguaggio è immane: forse è per questo motivo che il senso che per primo si sviluppa è l’udito. Ancora nell’utero materno, il bambino comunicia ad ascoltare la voce della mamma ed acquisire il linguaggio.
Per capire l’enormità del compito, sottolineo che, per quanto innatamente predisposti a acquisire il linguaggio, alla nascita i bambini piccoli non hanno le connessioni neuronali necessarie per fare “girare” la lingua.
Queste strutture neurali si creano durante l’esposizione alla L1: è proprio l’interazione con il caregiver a creare le “strade” che permetteranno alle informazioni di girare, ovvero quando noi insegniamo ad un bambino a parlare, o semplicemente interagiamo con lui, non stiamo solo comunicando la lingua ma formando la sua mente, dando una forma alla sua struttura linguistica in termini di “hardware”.
Non solo: il neonato non ha esperienza del mondo.
I “significati” della lingua sono le concettualizzazioni dell’esperienza: un bambino appena nato non ha questi “significati” perchè non ha esperienze concettualizzate. Mentre vive e interagisce, queste esperienze si cristallizzano in “significati”, in idee e concettualizzazioni. Nella mente dell’infante, la parola e la “cosa” (il significato ed il significante) sono coevi.
Abbiamo parlato anche di questo fenomeno in questa conferenza del 2017
Per questo compito immane ci vogliono moltissime ore: se pensiamo che un bambino ascolta la L1 per circa (è una stima) 10 ore al giorno e che diamo la lingua per acquisita a 7 anni (+ i mesi di gravidanza), possiamo fare la stima che servono oltre 25mila ore per acquire la L1, assieme ai significati connessi alle parole.
Ho frequentato il corso sulla fonetica, l’ho trovato davvero interessante e stimolante.
Claudia ha spiegato in modo semplice ma chiaro ed esaustivo tutti i vari passaggi relativi a questo argomento del quale, personalmente, avevo ricordi nebulosi e lontani.
Ha fornito molto materiale di supporto unito alle slides del corso a cui ho partecipato.Spero che ci sia un seguito del corso , se possibile,ancora più “pratico” sul tema.Grazie Openminds
Alessandra Peirano
Differenza tra l’acquisizione della L1 e la L2
Una differenza che dobbiamo segnalare da subito tra l’acquisizione della L1 e la L2 (la lingua seconda o straniera) è che di norma l’acquisizione della L1 è totalmente inconscia, mentre il bambino normalmente ha consapevolezza che sta imparando un codice nuovo quando impara la L2 (ciò è esplicito se impara la L2 a scuola). Essendo piu’ grande, di solito il bambino può contare a questo punto su alcune strategie cognitive e di memorizzazione.
Ma la differenza piu’ straordinaria tra acquisizione di L1 e L2 è che, qualora l’acquisizione della L2 sia successiva all’acquisizione della L1, sarà molto piu’ veloce imparare la seconda lingua rispetto ala prima.
Ciò appare controintuitivo, perchè molti di noi ritengono di avere imparato la L1 senza alcuna fatica e in breve tempo, mentre percepisce che sta facendo fatica e ci sta mettendo molto tempo ad imparare la L2. In effetti non è cosi, ed il motivo è logico: quando acquisiamo la L2, posssiamo usare le infrastrutture neurali create per la L1.
Specie se L1 e L2 sono lingua simili (come l’italiano e lo spagnolo), è evidente che usiamo le medesime “logiche”, ovvero ricalchiamo strutture già presenti nella nostra mente.
Possiamo visualizzare queste strutture come “strade” su cui la L2 può viaggiare per tutte le parti simili alla L1, del resto è intuitivo che ognuno di noi tende a riproporre – talvolta sbagliando – quando parla in lingua straniera le strutture sintattiche, articolatorie e grammaticali della L1.
Piu’ la L2 è simile alla L1, piu’ veloce e semplice sarà l’acquisizione, mentre se dobbiamo imparare una l2 molto diversa dalla L1 ci vorrà piu’ tempo perchè il cervello dovrà lavorare sulle caratteristiche diverse (per cui non può usare le infrastrutture linguistiche della L1).
Ne abbiamo parlato anche in questo webinar, realizzato in collaborazione con Scuola Oltre
Non solo: anche l’esperienza del mondo è presente quando si approccia alla L2, ovvero nella mente ci sono dei “significati” cui i nuovi significanti si possono aggrappare.
Mi rendo conto che questa indicazione appare in controtendenza rispetto ad una certa vulgata , secondo la quale per imparare l’inglese biosgnna iniziare da piccolissimi.
In realtà, il vantaggio di iniziare da piccolissimi ha due sostanziali dimensioni: 1) quella psicologica (non percepiamo consapevolemnente la fatica di imparare e non abbiamo paura o rifiuto) 2) quella fonetica (da piccolissimi, il nostro apparato fono-articolartorio è completamente flessibile, quindi possiamo imparare ogni suono fonetico e acquisire naturalmente il ritmo e l’intonazione della L2). Invece, iniziare ad imparare la L2 quando ci sono già delle strutture presenti aiuta moltyo, o perlomeno acelera, l’acquisizione funzionale e grammaticale della L2.
Open Minds forma i docenti di inglese
Il transfer positivo
Questo ragionamento origina dalla teoria psicologica del transfer positivo. Definiamo transfer positivo tutto quel complesso di conoscenze e competenze che possiamo trasferire dalla L1 alla L2.
Dal punto di vista didattico, questa è una consapevolezza importante per un docente. Visto che normalmente c’è poco tempo , infatti, focalizzare quali possono essere le strutture di L1 che si possono usare istintivamente nella L2, permette di concentrare le proprie attenzioni sul “differenziale” tra le due lingue, e dedicare gli sforzi sulla “pars costruens” necessaria per acquire la L2.
Tra inglese e italiano ci sono molti aspetti in comune. Per esempio, dal punto di vista fonetico possiamo dire che , nonostante l’inglese abbia circa il 50% di suoni in piu’ dell’italiano, una buona parte di suoni siano in comune. Quindi, non ha alcun senso esporre il bambino ad un insegnamento strutturato del suono /m/ o /b/ (che sono uguiali in inglese ed in italiano) , ma è meglio concentrare il lavoro su tutti quei suoni che in italiano non ci sono (e in inglese si).
Il transfer positivo serve anche per aiutare il bambino ad usare precocemente la lingua, tenendo conto che l’uso è una parte indispensabile dell’acquisizione.
Per esempio, l’inglese e ‘italino condivisono la struttura fondamentale SVO (soggetto, verbo oggetto: se dico “La mamma mangia la mela”, capisco dall’ordine delle parole che è la mamma a compiere l’azione, non la mela!) L’inglese funziona al medesimo modo, quindi i bambini possono essere stimolati da subito a formare piccole frasi CV o SVO.
Il motherese
Il motherese è la modalità comunicativa che istintivamente ognuno di noi usa per parlare con i piccoli e che rende piu’ efficace l’esposizione. E’ caratterizzato da tono di voce piu’ alto, grande espressività, contatto visivo, pronuncia iperscandita, onomatopee, ripetizioni, frasi brevi e univoche.
Abbiamo parlato del motherese in questo articolo
Questa è la modalità che, in ogni età, dobbiamo implementare per massimizzare l’effetto della esposizione linguistica. Ha senso studiare le modalità tipioche del motherese e, mutatis mutandis (perchè non si può parlare con un bimbo di 4 mesi come con un ragazzo di 12, nè viceversa), portare nella lezione alcuni elementi che permettono una buona comunicazione e trasmissione del linguaggio, ad esempio:
- contatto oculare
- pronuncia scandita e chiara
- frequenti ripetizioni
- frasi brevi e univoche (senza relative, subordinate etc)
- indicare realia e immagini per portare alla comprensione del significato delle nuove parole senza tradurre
La traduzione in particolare va usata poco, o meglio non va usata, perchè la traduzione è una operazione intellettuale e cognitiva estranea all’acquisizione del linguaggio. L’acquisizione del linguaggio non avviene in modo intellettuale e imparare una parola tramite la traduzione non porta a “pensare in inglese” ovvero a implementare quel modo che permette di arrivare a parlare fluidamente in inglese.
L’importanza della mediazione e i momenti English Only
Consiglio di massimizzare l’acquizione creando dei contesti “English Only”, nei quali concentrare l’interazione in L2. Questa è una strategie mutuata dall’esperienza del bilinguismo chiamata “Time and Place”.
Si trata di concentare l’uso della L2 in un tempo e orario preciso (durante il week end, in una stanza di casa , o nel caso della scuola in un’ora specifica o in una aula linguistica…).
Questa strategia è molto piu’ produttiva rispetto allo spargere l’inglese assieme all’italiano senza una regola. Inoltre, nel caso di un bilinguismo tardivo, effettivamente rassicura i bambini sulla natura “giocosa” del sovvertimento dele regole comunicative (perchè la mamma improvvisamente dice di non capire piu’ l’italiano? Suona tremendo, ma se viene contestualizzato in un”gioco” specifico, o in un momento che ha una fine ed un inizio chiari, il terrore del bambino svanisce perchè questo cambio di codice rientra nelle cornici di un gioco o di una banale regola scolastica, perdendo un carattere esistenziale che può turbare o innescare rifiuto)
Risorse pratiche: consigli per esporre i bambini all’inglese
Canzoni: le canzoni in inglese sono il modo piu’ naturale forse per introdurre l’inglese ai bambini molto piccoli. Tra tradizione inglese delle nursery rhymes è ricca e molto bella quindi vale la pena imparare delle canzoni inglesi, specie se sono datte alla routine famigliare e a quella scolastica.
Giocattoli bilingui: ci sono molti giochi bilingui, come ad esempio quelli che schiacciando un bottone danno il nome in inglese della cosa schiacciata o anche una frase. Sono utili, purchè inseriti nella routine di gioco con un adulto, che può usare questi giochi per ripetere e contestualizzare le frasi e le parole usate dal giocattolo.
Ecco alcune idee e possibilità
Libri graduati: la lettura è fondamentale perchè espone i bambini a frasi compiute e finite, diverse dalle frasi che si usano per parlare. Particolarmente è consigliabile usare dei libri graduati, ovvero con l’indicazione del livello linguistico.
Bambini piccoli: ecco alcuni siti da cui si possono scaricare materiali validi in modo gratuito
Dream English – Canale Youtube
Download gratuito di canzoni didattiche in formato mp3
Flashcards scaricabili coordinate con le canzoni gratuite (tutto gratis)
You Tube channel – supersimple
Teachingtips: suggerimenti per usare le canzoni.
Idee per giocare – giochi di classe: c
Flashcards e schede scaricabili gratuitamente.
marpleleafteaching club (suggerimenti per insegnare)
Giochi (da acquistare) Le risorse non sono offerte ma da acquistare . Qui c’è lo shop. Risorse da scaricare gratuitamente (bisogna essere registrati) Tuttavia, per coloro che sono registrati, esiste una sezione download
Risorse per bambini grandi e ragazzi: scienze in inglese
Programmi istruttivi e divertenti sulla scienza in inglese
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