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Didattica multisensoriale dell’inglese
Dare una dimensione multisensoriale all’insegnamento della lingua inglese è estremamente importante ed è uno dei primi e più importanti presidi per l’inclusività. Questo tema è fondamentale per chi si occupa di insegnare inglese ai bambini e ragazzi DSA e BES
Perché?
Perché siamo tutti quanti diversi: alcuni bambini imparano meglio guardando, altri ascoltando, altri ancora necessitano di fare per imparare.
Normalmente, i bambini e i ragazzi con accesso visivo o auditivo privilegiato hanno dei vantaggi scolastici rispetto a chi impara facendo, perché la lezione tradizionale è sbilanciata in questo senso: l’insegnante parla, al limite mostra alla lavagna o tramite la LIM, ma raramente ha la possibilità o l’abitudine di rendere operativa la lezione.
Tutti coloro che preferiscono memorizzare e capire facendo le cose (il canale cinestesico è molto naturale soprattutto tra i bambini piccoli e della primaria, poi con la scolarizzazione vengono potenziati i canali uditivo e visivo) rischiano di non riuscire a dare il meglio di sé in questo contesto.
Come si impara? Ognuno è diverso
Non sempre gli insegnanti si rendono conto di privilegiare in modo notevole un canale rispetto all’altro: un po’ per la consuetudine alla lezione frontale (quella nella quale siamo stati educati, una specie di imprinting per tutti noi), un po’ perché un pensatore uditivo o visivo non sente particolarmente bisogno di muoversi e fare: ogni docente tende a programmare lezioni “ a sua immagine”, ovvero adatte alla proprie preferenze in termini di canali percettivi e stili cognitivi.
E’ pertanto a nostro avviso veramente importante che, nel suo percorso di formazione, il docente possa vivere una esperienza di consapevolezza di se’ per quanto riguarda le sue caratteristiche di discente, riflettendo su quali sono le sue proprie modalità ricettive e cognitive, e confrontandole con quelle di altri docenti e discenti.
L’apprendimento è basato sulla sensorialità
Ognuno di noi ha caratteristiche diverse, e diverse abilità e canali preferenziali nel conoscere il mondo e quindi vivere la scuola.
La cosa più’ macroscopica sono i sensi: tutti abbiamo i sensi che ci permettono di esplorare e conoscere il mondo, ma i sensi di ognuno di noi sono diversi. Alcuni di noi hanno sensi piu’ acuti, o meno acuti, ad esempio. A qualcuno dà fastidio la luce forte, i colori vivaci, le Immagini in movimento veloce, a qualcuno piace invece ricevere stimolazioni visive forti.
A qualcuno piace ascoltare musica e cantare, ad altri no. Oltre alla intensità, inoltre, è bene tenere conto che le persone hanno una elaborazione leggermente diversa degli stimoli, hanno una preferenza per alcuni sensi rispetto ad altri.
La preferenza verso stimolazioni sensoriali dipende sicuramente da caratteristiche innate, ma anche apprese nell’ambito della cultura e vita di riferimento. In occidente, tendiamo ad essere estremamente visivi ed i bambini abituati agli schermi hanno anche una predilezione per stimoli forti e veloci, che catturano la loro attenzione meglio di stimoli tenui e lenti.
E’stato puntualizzato da svariati pediatri ed esperti che i bambini di oggi, esposti precocemente a video e giochi elettronici ad alta intensità, tendono a ricercare attivamente l’accelerazione e l’adrenalina che ciò comporta, perché procura una forma di piacere sensoriale. Chiunque ha riscontrato personalmente che i piccoli sono attirati dagli schermi, dai video sulla LIM, dalla “gamificazione”.
Non sempre però questa iperstimolazione sensoriale si accompagna alla ritenzione delle informazioni e ad un buon apprendimento. L’insegnante deve quindi sempre mediare tra ciò che stimola e mantiene viva la curiosità degli alunni e ciò che è effettivamente funzionale all’apprendimento, sia del singolo sia della classe nel suo complesso.
Strategie di insegnamento inclusivo
Grazie a accorgimenti quali scaffolding, ripetizione spaziata, gamification, è possibile presentare in modo esplicito, eppure coinvolgente e non didascalico, le regole della grammatica e della sintassi inglese.
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Cosa è l’inglese multisensoriale?
L’inglese multisensoriale è una metodologia basata sia sull’esposizione alla lingua tramite i tre canali percettivi (visuale, uditivo e cinestesico) sia sulla elaborazione dello stimolo ricevuto utilizzando tutte le modalità a disposizione del bambino, ovvero l’espressività grafica (illustrazione), l’operatività motoria e gestuale (giochi fisici, azioni mimate), il canto ed il ritmo.
Se diamo ai bambini la possibilità sia di ricevere che elaborare con tutti i sensi che abbiamo a disposizione, saremo in grado di avere questi vantaggi:
- Implementiamo un migliore apprendimento e ritenzione delle informazioni da parte di tutti i bambini, anche quelli che hanno una maggiore labilità di attenzione
- Creiamo una esperienza motivante e divertente, che ha ricadute positive su tutti i processi di apprendimento, nonché sull’autostima dei bambini L’inglese multisensoriale prevede una serie assai strutturata di attività, che includono story-telling, musica, gioco motorio, gestualità, espressione pittorica e creativa, in un ordine logico che rispecchia la gradualità e logica strutturazione degli apprendimenti, creando efficaci ancore per la memoria.
Vantaggi dell’insegnamento multisensoriale dell’inglese
- È dimostrato che un approccio olistico e coinvolgente emotivamente ed intellettualmente è piu’ premiante di un approccio mnemonico e normativo: la didattica multisensoriale è basata su una dimensione creativa e globale dell’imparare, dove al bambino viene richiesto il suo contributo
- E’ dimostrato che le lingue si imparano se esercitate, quindi non si limita ad una didattica delle abilità ricettive ma richiede ai bambini una produzione, in linea con le loro capacità (espressione tramite disegni e altre attività creative, guida alla formazione ed enunciazione di frasi)
- E’ dimostrato che gli stimoli che vengono ripetuti frequentemente, ma in modo diversificato, vengono appresi efficacemente: il set di parole target del metodo viene quindi proposto tramite diverse modalità sensoriali e didattiche.
Un approccio “multisensoriale” è un approccio inclusivo
Per venire incontro ad esigenze complesse quali quelle di una classe di individui diversi tra loro, sicuramente è bene integrare tra loro stimoli afferenti a vista e udito contemporaneamente, o attività che coinvolgano vista, udito e sistema motorio.
Perché l’attivazione multisensoriale funziona?
- Perché permette di coinvolgere bambini che hanno diverse preferenze (i visivi e gli uditivi, ad esempio), mentre una lezione che si basi su stimoli preferenziali di tipo solo visivo o solo uditivo “taglia fuori” chi non ha questa preferenza.
- Perché è dimostrato che siamo in grado di percepire meglio uno stimolo che sia contemporaneamente riferito a piu di un senso. Questo avviene perché ci siamo evoluti all’interno di un sistema complesso, che integra informazioni riferite ai vari sistemi sensoriali. Abbiamo addirittura neuroni che sono adattati per processare informazioni provenienti da diversi sistemi sensoriali in modo integrato. Le informazioni che vengono trasmesse contiguamente (contemporaneamente oppure in modo ravvicinato) da diversi sistemi sensoriali hanno maggiori possibilità di essere “registrate” dal nostro cervello e “recuperate” dalla memoria.
Si impara meglio, ed è un insegnamento piu’ efficace per tutti, se si cerca di:
- Presentare le medesime informazioni con svariate modalità: parola, lavagna canzoni, immagini, video in movimento, mimo e gesto.
- Dare modo ai bambini di elaborare le informazioni, manipolandole grazie alla propria sensorialità e creatività
Insegnamento inclusivo dell’inglese alla scuola di infanzia
La cosa piu consigliabile e’ sempre quella di lavorare parallelamente sui diversi canali percettivi, associando l’immagine con la parola, e la parola con il gesto.
Ovviamente, mano a mano che i bambini crescono la modalità con cui i contenuti saranno presentati si modificherà: parlare di multisensorialità alla scuola materna significa (ad esempio):
- Lavorare con le action songs, ovvero con le canzoni mimate (tipo baby dance), usando anche video o grandi illustrazioni per visualizzare le canzoni cantate e mimata
- Usare una gestualità mimetica molto marcata durante lo storytelling, usando anche le flashcards per illustrare le azioni
- Fare dei percorsi di azioni (per esempio, percorsi motori), enfatizzando le stazioni con colori, cartelloni e immagini e chiedendo di ripetere i comandi a voce alta od ogni stazione
Lo scorso giugno ho frequentato un corso di formazione per docenti di lingua inglese specifico per l’insegnamento ad alunni con DSA. Ho molto apprezzato la professionalità della docente e ho tratto molti spunti dal confronto con le altre partecipanti che mi sono state davvero utili nel mio lavoro. Occupandomi anche di formazione in lingua rivolta ai docenti, non mancherò di promuovere questa interessante opportunità anche tra i miei corsisti.
Luisa Lazzarini
Insegnamento inclusivo dell’inglese nella scuola primaria
Queste modalità si evolvono durante i cinque anni della scuola primaria, contemplando (per esempio)
- Lavorare con le canzoni, ancora parzialmente mimate ed illustrate, anche se non è piu’ necessaria una corrispondenza gesto-parola o illustrazione-parola completamente univoca. Per arrivare al significato, si può anche passare per meccanismi induttivi (i bambini fanno ipotesi globali sul contenuto, partendo dalle parole che conoscono e analizzando il contesto) oppure espliciti (traduzione, sempre parziale, ovvero di singole parole all’interno di un contesto di frase espressa in inglese, per non eliminare il passaggio di comprensione intuitiva, necessario per un apprendimento più efficace della lingua)
- Lavorare con lo storytelling, passando gradualmente a testi più complessi, e lasciando ai bambini la possibilità di fare inferenze sul significato delle frasi partendo da indizi figurativi (la illustrazione della scena) o mimetici (gesti associati alle parole o alle frasi) avorare su progetti che coinvolgano l’imparare operativo, ovvero la messa in pratica (tramite riproduzione di esperimenti, esercizi motori, creazioni grafiche o artigianali), facendo leva su k-words che definiscano le azioni ed i concetti che i bambini focalizzando nella loro operatività. Questo tipo di lavoro è particolarmente adatto per il gruppo, ovvero per un approccio cooperativo
- Lavorare con forme espressive quali la pittura e l’illustrazione oppure il teatro o il cinema, dando ai bambini la responsabilità di curare (sotto la guida dell’insegnante) il passaggio da una tipologia di testo (scritto, ovvero uditivo) ad un altro tipo di testo (figurato, ovvero visivo, oppure teatrale, ovvero cinestesico)
Insegnamento inclusivo dell’inglese alla scuola secondaria
Andando verso la scuola secondaria, anche per mancanza di tempo e per la maggiore incidenza di contenuti complessi ed estesi, fatalmente il modus operandi più diffuso si sposta verso il visivo-auditivo, ovvero verso una gestione piu frontale, tuttavia anche in questo contesto si è dimostrata la efficacia di un approccio multisensoriale, che può essere per esempio declinato con queste modalità:
- Imparare l’inglese con le canzoni amate dai ragazzi, tramite karaoke o lyrics-training (che è un modo efficace e motivante di proporre esercizi di listening comprehension e gap filling!)
- Proporre attività cooperative basate su progetti (task -based) e compiti di realtà: in queste occasioni i ragazzi devono compiere una serie di compiti operativi quali trarre informazioni da un testo (scritto o audio-video) per usarle in esercizi che premiano la loro capacità di organizzazione e originalità. E’ un modo motivante per portarli a fare esercizi di listening o reading comprehension, research, nonché produzione scritta o orale (presentazione dell’elaborato). Il fatto di “fare” qualche cosa (ricercare informazioni, preparare presentazioni che coinvolgano anche grafici e disegni, magari creare manufatti, parlare in pubblico) rende più interessante e gratificante il lavoro per i ragazzi, soprattutto coloro che hanno un modo più “hands on” di apprendere.
Quali sono gli aspetti educativi/psicologici dell’apprendimento multisensoriale dell’inglese?
Gli aspetti educativi ma anche psicologici del programma multisensoriali riguardano la dimensione cooperativa del programma: i bambini in difficoltà possono trovare un più facile coinvolgimento nella dimensione della coppia o del gruppo cooperativo, valorizzando competenze ed abilità che normalmente non emergono nella routine di classe.
La dimensione ludica del programma permette “l’abbassamento dei filtri affettivi”, ovvero l’allentamento delle situazioni di ansia che penalizzano i bambini, specie i più emotivi e quelli che sono in difficoltà scolastica.
L’abbassamento dei filtri affettivi permette di abbassare i livelli di cortisolo e adrenalina nel sangue (gli ormoni dello stress, che molti ragazzi percepiscono in classe): senza l’interferenza anche fisica di queste sostanze, il bambino può imparare meglio ed è anche più facilmente gestibile.
Inoltre, questo approccio learner-centred permette l’implementazione di modalità cooperative in classe (tutoring, lavoro a coppie e in piccolo gruppo), creando un ambiente di apprendimento collaborativo e rilassato.
Sette idee di attività multisensoriali
- Trovate su svariati siti, come per esempio Supersimplesongs o Dreamenglish, svariate canzoni che hanno anche set di flashcards allegate. La stessa informazione viene presentatrat tramite video(cartone o cantante che si esibisce su uno schermo in movimento), canone e flashcard, che può essere usata per giocare.
- Fate storytelling, mostrando il libro e contemporaneamente drammatizzando l’azione con la mimica e i gesti.
- Usate action songs, nelle quali siano abbinati parola, ritmo e gesto
- Dopo avere letto una storia, chiedete ai bambini di illustrarla e drammatizzarla
- Chiedete ai bambini di ritagliare , colorare e incollare su cartelloni le nuove parole che trovate nei libri che leggete
- Create delle cartelline da appendere ai muri, ognuna delle quali contenga delle parole divise per argomento. Le parole saranno illustrate come flashcards .Quando i bambini fanno i role-play possono consultare le cartelline, tirare fuori le flashcards. Andare a prendere le parole, cercarle nella cartellina di appartenenza, li aiuterà a memorizzarle (inclusa la grafia , impressa nella flashcard illustrata) tanto quando poi usarle nel gesto/role play.
- Fate ascoltare i testi quando i bambini leggono, fate vedere le canzoni con la versione karaoke, insomma cercate sempre di associare l’immagine visiva della parola con il suo suono.
Fate metacognizione sulla sensorialità
Uno degli accorgimenti migliori per ottimizzare l’apprendimento è portare i bambini a riflettere su di esso. Apprendere è per un bambino una attività naturalmente piacevole e istintiva. Se un bambino rifiuta di apprendere è perché qualche cosa non sta andando bene.
Apprendere è un atto di “empowering” che il bambino che sta bene ricerca e a cui pensa con soddisfazione. Portare il bambino a riflettere su quale tipologia di insegnamento preferisce e cosa “funziona” su di lui, è molto importante.
Fare metacognizione è inoltre una attività di classe estremamente importante per l’abbassamento del filtro affettivo.
Dopo avere presentato la stessa informazione in modo multisensoriale, chiedete ai bambini di esprimere una preferenza (anche con semplici faccine) sulla modalità che hanno preferito per imparare.
Usate queste informazioni per strutturare le lezioni successive e soprattutto attirare l’attenzione dei bambini verso l’atto dell’apprendere come momento importante della loro giornata!
Ecco alcune idee:
- Fate un survey e organizzate un cartellone che rappresenti la situazione (ad esempio, disegnate insiemi/diagramma di venn assieme ai bambini)
- Chiedete loro di riprodurre la stimolazione che hanno preferito (possono rappresentare se stessi che apprendono tramite l’attività preferita con un disegno
Perché l’apprendimento multisensoriale facilita gli alunni con DSA?
Molto spesso i bambini e ragazzi con DSA hanno un canale percettivo danneggiato, normalmente quello visivo oppure uditivo. Non vuole dire che non ci vedano o non ci sentano, ma che la processazione degli stimoli visivi o uditivi non è perfetta, o non è perfettamente integrata.
Capita per esempio che un bambino abbia una vista acuta, ma una visione distorta (non riesca per esempio a tenere la mira mentre legge, oppure scambi la posizione delle lettere o si confonda nel definire il loro orientamento e quindi ad identificarne i suoni e leggerle nei tempi richiesti). Oppure sente benissimo, ma nel suo sistema di processazione uditiva alcuni fonemi confliggono e si confondono (capita alle volte con le consonanti sorde e sonore). Questi bambini possono sviluppare problematiche nella letto scrittura o nella comprensione del testo scritto, però, se coinvolti in un programma globale, possono mettere in campo altre abilità e maniere di imparare.
Questo compensa le loro difficoltà e potenzia il loro apprendimento (molti bambini , che sono stati in grado di compensare in italiano, hanno sviluppato inconsciamente ottime strategie, che possono essere valorizzate con queste modalità più creative)
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