Febbraio: primo giro di boa dell’anno scolastico. È terminato il primo quadrimestre, e alcuni studenti hanno davanti alcuni mesi di duro lavoro per recuperare l’insufficienza in inglese.
Nell’articolo di oggi cercheremo di analizzare un piano di lavoro finalizzato alla pianificazione delle ripetizioni di lingua inglese. Non basta infatti “ripetere”, ma perché lo studio sia produttivo bisogna comprendere quali siano state le reali cause della difficoltà di imparare la lingua.
Questo articolo vuole dare supporto sia ai professori di inglese, che propongono lezioni private di lingua, sia ai genitori, che possono avere una panoramica dei passi che un insegnante di inglese privato dovrebbe effettivamente intraprendere per essere completamente professionale ed efficace. Questi interventi riguardano sia i professori madrelingua che i professori non di madrelingua inglese. Di solito, le difficoltà prettamente scolastiche possono essere efficacemente affrontate da professori italiani, che hanno fatto la scuola in Italia e che quindi ben comprendono la tipologia di compiti e le aspettative del nostro sistema. Infatti, i programmi italiani di inglese sono ancorati spesso ad una metodologia iper-grammaticale, che non è necessariamente la priorità di un teacher madrelingua.
Consigliamo invece di rivolgersi a professori madrelingua, ove si voglia un approccio piu’ orientato al metodo comunicativo, in quanto le scuole anglosassoni spesso adottano da decenni questo tipo di priorità nell’insegnamento della lingua (ed in generale, offrono minore strutturazione dell’insegnamento grammaticale).
Il primo passo per le ripetizioni di inglese: l’analisi dei bisogni formativi
Le prime considerazioni riguardano l’analisi della situazione corrente, senza però fermarsi alla constatazione dell’ovvio (ovvero, stabilire quali siano gli argomenti su cui lo studente ha preso insufficiente nel compito in classe di inglese), ma spingendosi in profondità, per scoprire quanto realmente profonde siano le lacune e per quali motivi si sia accumulato un ritardo rispetto alle competenze attese per l’età.
Per chiarezza, abbiamo provato ad immaginare una tabella che riassuma le informazioni che l’insegnante di inglese privato deve raccogliere:
Naturalmente, un articolo non può dare conto delle diverse strategie che un insegnante privato di inglese può mettere in campo per aiutare il proprio alunno ad uscire dall’impasse. Di fatto, ogni intervento per essere realmente efficace deve essere personalizzato.
Parleremo qui, pertanto, dei passi preliminari che il docente deve intraprendere, senza i quali c’è il fondato rischio di non implementare un lavoro realmente risolutivo.
Un’idea per procedere ad una analisi dei bisogni esaustiva è organizzare le informazioni in una tabella, che permette di focalizzare il delta tra il livello atteso per l’età e la classe scolastica di pertinenza e le competenze effettivamente riscontrate.
A tal proposito, è importante tenere traccia della tipologia di esercizi su cui si riscontrano i dati. Bisogna infatti ricordare che, soprattutto per ragazzi con DSA, ci sono delle prove particolarmente difficili a livello di organizzazione della prestazione (come ad esempio gli scrambled spelling o il cloze test con risposta aperta), che possono falsare i risultati.
Questa è la tabella che consigliamo di impostare
Abilità/conoscenza | Livello atteso per l’età | Livello attuale | Prove affrontate |
---|---|---|---|
Listening Comprehension | |||
Reading Comprehension | |||
Speaking | |||
Writing | |||
Grammatica | |||
Vocabolario | |||
Spelling |
Per avere una idea dei livelli attesi per l’età e la classe di appartenenza, ecco una indicazione riassuntiva (e ovviamente indicativa) delle indicazioni ministeriali:
- Quinta elementare: i bambini in quinta elementare dovrebbero avere maturato un livello Pre A1 o A1 nelle abilità ricettive (reading e listening). Nelle abilità produttive (speaking e writing), il livello comunemente atteso è i Pre A1
- Terza media: i ragazzi in terza media dovrebbero avere un livello A2 nelle abilità ricettive (reading e listening). Nelle abilità produttive (speaking e writing), il livello comunemente atteso è A1.2- A2
- Biennio della scuola superiore: entro il biennio della scuola secondaria di I grado, lo span delle competenze attese spazia dall’A2 al B1.2.
- Maturità: nell’anno dell’esame di stato, il livello delle abilità ricettive dovrebbe avere raggiunto il livello B2.
Naturalmente, come anticipato, si tratta di indicazioni, che non sempre vengono rispettate. In effetti, a giudicare dai risultati delle prove INVALSI, ci sono molte differenze su base regionale. Ci sono delle aree del territorio nazionale nelle quali i risultati dei test mostrano purtroppo che la maggioranza degli alunni non ottiene un risultato in linea con le indicazioni ministeriali, mentre vi sono aree nelle quali la maggioranza degli studenti passa i test e una percentuale apprezzabile ottiene punteggi ottimali.
Ad ogni modo questo del livello atteso è solo una indicazione di tipo preliminare. L’insegnante privato di lingua inglese effettivamente deve misurarsi con le richieste poste all’alunno dal suo insegnante e quindi dovrà necessariamente consultare il libro di testo utilizzato e richiedere in visione i compiti in classe nei quali il ragazzo è caduto. Questo è il vero benchmark delle competenze attese.
Se possibile, l’insegnante privato dovrebbe poter comunicare con il Prof. di scuola (professore o professoressa di inglese) , per avere una indicazione dei punti di forza e debolezza dell’alunno, e per collaborare nella stesura di un programma di recupero, al fine di colmare le lacune e permettere al ragazzo di proseguire las sua formazione con il miglior supporto possibile
Comprendere la natura della difficoltà in inglese
Dopo queste considerazioni di tipo quantitativo, la parte veramente delicata della valutazione attiene alla natura di questa difficoltà con l’inglese.
A costo di risultare schematica, poiché spesso questi fattori sono intrecciati e on realmente distinguibili, suggerirei di suddividere le difficoltà psicologiche (scarsa autostima, pregiudizio sulla propria incapacità di imparare inglese, “antipatia” per la materia) da difficoltà di tipo oggettivo (nel caso di una diagnosi di DSA, ad esempio, le indicazioni contenute nella relazione del terapista sono preziose per capire se l’alunno ha una difficoltà nell’organizzazione della memoria o un disturbo specifico nell’area fonologica).
A mero titolo di esempio, ecco alcuni tratti che possono manifestare dei disturbi che finiscono con l’arrecare problemi e ritardi nell’apprendimento dell’inglese:
- il ragazzo è stato un bambino con un ritardo di linguaggio: spesso le difficoltà linguistiche sono compensate in lingua madre, quindi un ragazzo oggi potrebbe parlare perfettamente la sua lingua. Tuttavia, informarsi con i genitori se ci siano stati significativi ritardi nell’esordio del linguaggio può essere una buona idea perché una difficoltà specifica può invece impattare in modo significativo nell’acquisizione di una lingua poco esercitata.
- Il bambino dimostra di confondere i suoni quando parla: se si percepisce (accade soprattutto nei piccoli) una sistematica confusione di suoni simili, ci potrebbe essere una difficoltà nel discriminare correttamente i fonemi. Questo può effettivamente risultare in una significativa difficoltà nella comprensione all’ascolto, e quindi nell’apprendimento della lingua orale.
- Estremo disordine e difficoltà di mantenere le informazioni ordinate: se si tratta di un disordine realmente significativo, potrebbe riflettere una fatica nell’organizzazione visuo spaziale che può impattare anche la capacità di organizzare e quindi imparare grandi moli di informazioni.
- Fatica nel ricordare informazioni, anche se ripetute molte volte: se notate che il ragazzo non riesce a ricordare informazioni nonostante siano date con grande abbondanza, potrebbe non avere una buona memoria di lavoro. Purtroppo non si può ovviare ad una caratteristica innata, se non fornendo strategie cognitive che lo aiutino a memorizzare le informazioni via via acquisite, organizzando le informazioni visivamente o sistematicamente.Si potrebbe a che trattare di una difficoltà a mantenere la concentrazione a lungo senza distrarsi.
Progettare un intervento olistico
Per quanto sia indispensabile per il professore (madrelingua o meno) focalizzare il problema (o i problemi) per tracciare una strategia, il consiglio è sempre di lavorare a 360 gradi, con un occhio al lato funzionale dell’apprendimento e un occhio a quello emotivo.
È tanto importante offrire strategie di studio e memorizzazione, basate sui punti di forza e debolezza dello studente, quanto supportare la sua autostima a motivazione a imparare la lingua.
Particolarmente, non deve mancare la consapevolezza che in effetti l’inglese è una lingua e non una materia. Pertanto, lo studio deve essere orientato a mostrare all’allievo che l’inglese serve a fare le cose piacevoli che si fanno in una lingua: comunicare con persone interessanti,, acquisire leggendo o ascoltando informazioni stimolanti e divertenti, esprimersi. Solo se mostriamo il lato pratico e comunicativo dell’inglese potremo uscire dalla cornice scolastica, che nella sua astrattezza demotiva gli studenti a impegnarsi. Al contrario, utilizzare strumenti come video, social e videogames può contribuire a mostrare la reale finalità dello studio dell’inglese, che è una lingua globale che permette di connettersi con il mondo.
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