Comunicare in inglese : questo è l’obiettivo dei nostri corsi di inglese per bambini online!
Pubblichiamo con piacere questo articolo scritto dalla nostra Stagista Ilaria Venagli, dell’Università Ca’Foscari di Venezia.
“Expressive language with all its vitality and richness is the only possible soil from which it can grow.”
L’attività che verrà proposta in questo articolo nasce dalla necessità di ripensare all’insegnamento della lingua.
Sull’onda del pensiero di linguisti e pedagoghi come Chomsky e Piaget – tra i più importanti – una revisione delle tecniche di insegnamento di una lingua L2 risulta essere sempre più doverosa.
Essenziale tener presente il ruolo della memoria nel processo di acquisizione di una lingua seconda e ancor più di essa, di sostanziale importanza, è l’esperienza.
L’apprendimento linguistico va di pari passo con il processo di crescita che accompagna l’alunno sin dai primissimi anni di scuola – ogni insegnante è un insegnante di lingua e la realizzazione personale di uno studente dev’essere, sin dal principio, l’obiettivo finale dell’insegnamento.
Quanto valore abbiano l’abilità linguistica e la conoscenza di una lingua, in tutte le sue sfaccettature siano esse la capacità di produzione e o comprensione, risulta sempre più chiaro in un contesto multiculturale che porta la società attuale a confrontarsi con diverse culture e tradizioni.
Il concetto di memoria e esperienza risultano essere, dunque, strettamente dipendenti – capiamo perché: la memoria viene comunemente divisa in MBT e MLT – memoria a breve termine e memoria a lungo termine.
Immaginiamo due magazzini collegati tra loro da un canale che ha la funzione di elaborare l’input ricevuto dall’ambiente esterno così che dal magazzino che riceve inizialmente lo stimolo, uno storage dalla capacità limitata, possa passare alla memoria a lungo termine e rimanervi, latente, fintanto che una successiva esperienza non richieda di recuperare quell’informazione specifica la quale, se elaborata correttamente, rimarrà per sempre a disposizione.
Cosa permette dunque che lo stimolo sia elaborato correttamente? In parole povere, cosa ci permette di ricordare?
L’esperienza, la forza di impatto dello stimolo, le strategie di apprendimento, l’ambiente classe – se pensiamo al contesto d’interesse.
Non esiste una sola risposta, non esiste una graduatoria di importanza, ma una cosa è certa: You cannot teach a man anything, you can only help him find it within himself. (Galileo)
Questa breve introduzione deriva dalla necessità di comprendere il valore che attività come quella del gioco dell’oca vivente hanno nel processo di insegnamento e apprendimento di una lingua – il bambino necessita di un ambiente favorevole che possa permettere l’acquisizione di una lingua in tutte le sue sfaccettature.
Esperienza è – per le insegnanti delle scuole elementari – sinonimo di attività: il gioco, lo sviluppo della memoria tattile o l’attività fisica sono fondamentali per far si che lo stimolo fornito, sia esso la regola del present simple o uno specifico vocabolario – sia correttamente elaborato e riposto nella MLT, così che li accompagni verso l’obiettivo finale: l’apprendimento e lo sviluppo della persona.
L’attività How many opportunities is there (in a classroom) […] for children to make sense in their own terms of the information offered by the teacher […]?
Corri. Salta. Chiudi gli occhi e fai due giri.
Insomma, sorridi.
Questo è lo scopo principale – questo da senso ad ogni attività che in classe si distacca dal libro di testo e la spiegazione della regola, i ragazzi devono dare un senso a quello che stanno imparando, devono applicare, mettersi in gioco e – appunto – non c’è niente di meglio del Gioco.
Le mie venti pedine parlanti si sono preparate nella casella di partenza – il numero di caselle è indicativamente di quindici, ma può variare considerando il numero di alunni e la grandezza della classe.
Un’alternativa interessante potrebbe essere il giardino. L’aria aperta e il sole contribuiscono più di quanto si possa immaginare: uscire dalle quattro mura della classe potrebbe stimolare la voglia di partecipare e divertirsi con gli amici.
Ho proposto questa attività all’inizio dello scorso anno scolastico, come ripasso e nella speranza di creare maggior coesione tra compagni, un aspetto vitale. Materiale necessario, dunque, sono (circa) quindici fogli A4 da posizionare per creare le caselle – è necessario numerarli e con il loro aiuto, nelle lezioni precedenti, decorarli.
Un esercizio pre-attività, infatti, è stato quello di colorare le caselle divisi in piccoli gruppi, scrivendo i numeri a parole insieme ad alcuni verbi alla forma imperativa che riprendessero quelli della scheda che è stata usata, successivamente, per condurre il gioco. E il dado? Ho recuperato uno scatolone cubico e insieme ai ragazzi ho creato un dado gigante – alle volte più alto di alcuni bimbi.
Tutti in posizione, START! A turno si lancia il dado e, come nel classico gioco dell’oca, si procede sulla casella a seconda del numero da 1 a 6 – se i ragazzi sono pochi, si può creare un dado di sole quattro facciate per far sì che il gioco duri più a lungo e che i ragazzi si impegnino in tutte le attività proposte dalla scheda guida. “Sit down on the floor, stand up then jump!”, “ma è ginnastica!” – e allora “run for 5 seconds!”.
Tutte le attività proposte riprendono i verbi di azione, alla forma imperativa e il vocabolario relativo alle parti del corpo.
Con un po’ di inventiva si può riadattare la scheda al programma in corso e pensare ad attività inerenti, ma “vai avanti di due caselle saltando e cantando” dovrebbe comunque rimanere una proposta per far si che regni l’allegria. Una volta che tutti gli alunni hanno raggiunto la casella finale, il gioco è terminato.
Premiate il vincitore, sempre – il feedback è un vero e proprio must, mantiene viva la motivazione, l’ingrediente principale della ricetta “apprendimento”. Se chiederete loro “if you are happy and you know it clap your hands”, il suono della felicità vi stupirà.
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