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Regole per gestire la classe in inglese
La gestione della classe di inglese, se condotta in lingua, è molto più difficile rispetto alla gestione di una classe “normale”, ovvero condotta nella lingua madre dei bambini. E’ una cosa che ha notato chiunque lo abbia provato.
Perchè?
Gli ordini di motivi sono vari:
i bambini non capiscono la lingua verbale, e anche l’utilizzo di diverse strategie non verbali per fare passare il messaggio comporta inevitabilmente che la stanchezza arrivi prima. La prima e piu’ ovvia “ribellione” alla stanchezza mentale è la distrazione ed eventualmente il lasciarsi andare aidversivi rumorosi. Niente di strano in tutto ciò, ma risulta necessario dotarsi di una serie di strategie extra per contenere la classe quando si sta comunicando in una lingua verbalmente non compresa.
L’utilizzo di strategie non verbali per aggirare la barriera linguistica comporta attività piu’ movimentate rispetto alla classe frontale. Non tutti i bambini sanno gestire con maturità ed ordine la proposta di giochi motori, artigianato come strumento semi-strutturato di fabbricazione di fondali e manufatti, lavoro in piccolo gruppo, esperimenti, quindi è normalmente normale che il livello del rumore nella classe così condotta sia maggiore rispetto alla lezione tradizionale. La rumorosità in sè non è malvagia, ma può sfuggire di mano e diventare fastidiosa per i soggetti sensibili. Va tenuta sotto controllo.
Alcuni bambini , non educati alle metodologie attive, tedono a non riconoscere come “scuola” un lavoro condotto non frontalmente e tendono a lasciarsi trascinare verso forme di mancanza di consapevolezza del luogo dove sono, con conseguenti comportamenti scorretti. L’atteggiamento del docente-facilitatore deve essere sempre misurato e calmo, ma può essere utile segnalare a priori che certi passaggi saranno mediamente difficili, decisamente piu’ difficili rispetto alla lezione impostata tradizionalmente.
La lingua straniera usata per richiamare i bambini è meno efficace del richiamo in lingua natia. Abbiamo tutti una sorta di imprinting per cui ci fermiamo davanti al “piantala!” di mammesca memoria, ma non riconosciamo il “Be quiet” che ci risulta estraneo. Magari concettualmente sappiamo che Be quiet vuole dire “silenzio”, ma la reazione istintiva non la abbiamo. Inoltre, se avete a che fare con la madrelingua, vi renderete conto che ci sono differenze culturali, per cui sarà raro sentire una signora inglese alzare la voce, anche di fronte a momenti di mancanza di disciplina.
Molti bambini, abituati ad altre maniere comunicative, non riconoscono l’impazienza o la censura nei modi “vellutati” tipici di una docente britannica, ad esempio (parliamo di “media”, non si può applicare a tutti i casi).
Mi è capitato nei miei quasi 15 anni di esperienza nei corsi di inglese di vedere molte volte docenti madrelingua alle prese con problemi di disciplina, e questi sono i motivi che secondo me stanno alla base. Alcune hanno fatto moltissima fatica per adeguarsi alle modalità nostrane, altre hanno deciso quasi subito che per i casi in cui i bambini andavano “oltre” era opportuno riprenderli in lingua italiana, ed eventualmente alzare la voce.
Tuttavia, in questo articolo provo a dare idee diverse, che possono essere di aiuto credo tanto ai madrelingua quanto ai docenti italiani che decidono di condurre la leizone nella L2 dei bambini.
Non solo regole: Body language e attenzione
La prima regola è: abbiate controllo del vostro corpo: muovetevi lentamente. parlate chiaro e stentoreo.Fate pause.
Questo molto più di tante parole farà capire ai bambini che siete sicuri di voi stessi e che siete il leader.
Le regole di classe in inglese: disciplina
Fate in modo che i bambini interiorizzino realmente le regole. Specie quando sono piccoli, o se hanno a che fare con una docente di madrelingua non di classe (che conoscono meno) potrebbero non sapere che comportamento si aspetti la maestra da loro. Non è così scontato quando siamo alle elementari! Le regole devono essere chiare, chiarissime, ed esplicitate.
La mattina nelle scuole inglesi si fa una rionione, per dare avvisio, fare sentire partecipi i bambini della vita scolastica e anche per cantare insieme. Una delle canzoni che vanno alla grandissima nelle riunioni inglesi è The School Rule Song, che vedere sotto in versione Karaoke.
Non è facilissimo da capire per i piccoli, ma se viene ripetuto spesso i bambini capiranno cosa vuole dire e le regole saranno interiorizzate.
Analizzate la classe: perchè non prestano attenzione?
Non partite per la tangente e puntite tutta la classe . cercate di capire che cosa c’è dietro alla mancanza di rispetto, o al gioco rumoroso, o quale sia la dinamica con ucui un bambino rumoroso si tira dietro altri. C’è sempre un “pattern”. Prendetevi il tempo per appurare cosa sta succedendo. Guardate in silenzio la dinamica. fate capirebche li state guardando. Prendete i provvedimenti adeguati alla situazione specifica.
Strategie “Mary Poppins” per la disciplina a scuola
Qualche tempo fa mi è capitato sotto mano questo articolo, che parlava di 14 strategie alla “Mary Poppins” per gesire la classe. ne consiglio la lettuira, e qui segnalo quellle a mio avviso da tenere sempre in mente.
- Be Kind, be firm: Mary Poppins mette le cose in chiaro sin dal colloquio: io sono gentile, ma ferma. Ecco, l’insegnente deve essere sempre fermo, e avere chiaro in mente che è lei quella che comanda. Non sta chiedendo ai bambini se vogliono fare qualcosa, sta dicendo ai bambini cosa devono fare. le istruzioni ed in generale la gestione della classe devono essere chiaramente normativi.Il sorriso è un condimento, ma non mettetevi mai nella posizione in cui i bambini sentono di avere potere su di voi (il potere sull’adulto il bambino non lo vuole e non lo sa usare). Siate gentili, siate comprensivi in caso di difficoltà, ma mostrate con il vostro body language e voce che siete consapevoli di essere il capo.
- Get their attention before speaking: un errore madornale è parlare nel casino, specie all’inizio, quando bisogna spiegare oppure dare una consegna. Attendiamo che la classe sia pronta a ricevere le informazioni, soprattutto perchè in L2 è difficile per i bambini capire e quindi necessitano di silenzio e concentrazione per seguire ciò che dite. Non abbiate fretta: attirate l’attenzione della classe e solo dopo che avranno capito che dovete parlare cominciate. Se parlate nel casino tra l’altro i bambini si abitueranno all’idea che è possibile ignorare ciò che dite.
- Be tidy: siate ordinati e pretendete che i bambini lo siano. Quando finite una cosa mettete via il materiale. Non abbiate duemila cose aperte contemporaneamente sulla vostra scrivania, e pretendete che ci sia ordine sui banchi dei bambini. I piccoli si distraggono tra penne, astucci, diari…sul banco ci deve essere solo il materiale di lavoro in uso adesso. Abituateli all’ordine mentale di finire una cosa e poi iniziarne una altra.
- An element of fun: Per ascoltare in lingua straniera si fa fatica: siate consapaevoli che la fatica che i bambini fanno per capire voi è doppia rispetto alla fatica che fanno per capire una persona che parla nella loro lingua. Per questo bisogna sapere che è bene non pianificare attività troppo lunghe ed inframmezrle con giochi, letture, canzoni, o anche solo con qualche extra minuto di intervallo. I bambini non possono seguire una ora intera di lezione frontale in inglese se non sono abituati a sentirlo o in generale non sono bilingui: al contrario pianificate 4 attività di 15 minuti, o 3 attività di 20 minuti o 2 attività di mezzora o 1 attività di 45 minuti e 15 minuti di una attività più leggera (a secondo dell’età, del livello di inglese e della difficoltà deciderete cosa vi risulta opportuno)
- Sii consapevole del non verbale: per essere efficace in una classe in cui non ei compresa al 100%, il body language risulta fondamentale. Puoi anche esercitarti allo specchio: fai una faccia che i bambini imprarino a leggere come “la maestra è arrabbiata”, senza che ci sia necessità di dirglielo. Controlla i tuoi movimenti e le espressioni del tuo viso, perchè siano in grado di avere una mappa non verbale delle tue reazioni. ma sii anche spiritosa: i bambini devomo sapere anche quando sei di buon umore.
- Be supportive: i bambini fanno fatica a capirti! Comprendili, aiutali, mostra rispetto per la loro fatica ed empatia. devono sapere che apprezzi i loro sforzi e sei dalla loro parte. Sii incoraggiante quando commenti i loro lavori, premia sempre l’impegno, distingui l’impegno dai risultati se il risultato è non all’altezza dello sforzo.
- In classe si lavora: va bene tutto, ma quando si lavora si lavora!! In classe mentre fai le attività pretendi serietà e dai un ritmo attivo alle cose! Pretendi impegno, concentrazione e serietà per il lasso di tempo concordato per l’attuazione del lavoro (puoi negoziare il tempo del lavoro, sì. Puoi per esempio comprare uno di quei pomodori a tempo e spiegare loro che imposti 30 minuti. Allo scadere dei 30 minuti potranno rilassarsi, ma in quel lasso di tempo pretendi concentrazione). Non fare uscire i bambini per ogni sciocchezza, chiedi che vadano in bagno prima del tempo di lavoro.
- Affronta gli studenti irrispettosi: se qualcuno ti manca di rispetto non fargliela passare liscia. Interrompi la lezione se necessario fino a quando la classe non è calma. Poi, separatamente, confrontati con chi ti ha mancato di rispetto. Sii estremamente rispettosa a tua volta, sempre. Chiarifica che ci saranno conseguenze se il comporatmento si reitera, ma distingui il biasimo per il comportamento dal biasimo per la persona, Se prometti punizioni, dàlle.
Regole e Strategie ” Harry Potter” per la disciplina in classe
- Token Economy: Harry Potter presenta, nel funzionamento di Hogwarts, una esempio perfetto di “token economy”: i comportamenti buoni e cattivi, al pari dei buoni risultati scolastici e dei contribuiti in classi, petrmettono agli studenti di accumulare “punti”. Ogni studente vuole accumulare punti, per vincere la Coppa delle Case. Il meccanismo competitivo va bene se resta in una cornice giocosa!
- Una insegnante inglese ha proposto di trasformare i punti in “monete”. Ogni volta che un bambino fa bene e la maestra lo ritiene opportuino, può essere premiato con un gettone. Con questi gettoni può “comprarsi” dei piccoli premi. Diciamo ad esempio che una cartolina colorata con scritto WELL DONE costa 5 punti/gettoni, che 5 minuti extra di intervallo costano 15 gettoni, che un dolcetto da portare a casa costa 20 gettoni. Aprite una specie di School’s Shop nel quale la maestra può scambiare i premi che avrete concordato per i gettoni/punti che i bambini hanno guadagnato.
I punti si possono anche perdere! Se un bambino fa cose oggettivamente gravi, come insultare un compagno o mancare di rispetto alla maestra, i punti guadagnati in precedenza possono essere persi o eventualmente sospesi (saranno riprestinati quando il comportamento sarà migliorato in modo consistente)
- Giochi di squadra: questo è quello che ci insegna Harry Potter, il sistema di punti non va a vantaggio o svantaggio individuale, bens’ della squadra. Potete creare squadre temporanee, di alcune settimane o mesi, e dire che quando individualmente uno dei partecipanti guadagna o perde punti, dà a tutti i suoi compagni la possibilità di accedere al School Shop. In questo modo, tutti sono corresponsabili: l’elemento positivo dà vantaggi ai suoi compagni, l’elemento negativo leva vantaggi ai suoi compagni. Siate cauti e considerati quando decidete le squadre! Ci deve essere buon equilibrio!
Strategie di insegnamento inclusivo
Grazie a accorgimenti quali scaffolding, ripetizione spaziata, gamification, è possibile presentare in modo esplicito, eppure coinvolgente e non didascalico, le regole della grammatica e della sintassi inglese.
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Attention Getters – interazione con i bambini
Alle volte è difficile attirare l’attenzione della classe, quindi può essere utile automatizzare delle botte-risposta che rendano chiaro ai bambini il fatto che l’insegnante sta chiedendo attenzione!
Si tratta di una serie di modi di dire che vanno appresi (sono diventrtentio9 e ripassati ogni tanto. Una volta imparati, saranno usati per richiamare la classe nel suo complesso. ecco alcuni esempi:
- “All set?” Risposta YOU BET
- “One, two, three” Risposta EYES ON ME
- “Ears?” Risposta OPEN, SIR!
Ci sono anche dei richiami più complicati, ad esempio l’insegnante mostra la mano ed indica che ad ogni dito corrisponde una regola
- Pollice: Stop talking
- Indice: Back against the chair
- Medio: Feet on the floor
- Anulare: Hands in lap/on desk
- Mignolo : yes on the teacher
Quando vorrà fare rispettare una regola basterà alzare la mano e con l’altra puntare al dito cui corrisponde la regola (non mostrate il dito, per carità!!!). Potete fare anche un cartellone con la mano e le regole frecciate ad ogni dito. I bambini dovranno fare lo sforzo di capire cosa volete da loro, è molto efficace!
Pause efficaci
Se pensate di non avere l’attenzione del vostro pubblico…ogni tanto fermatevi. Osservateli in silenzio, e riprendete quando capirete che c’è attenzione. Interrompete il video se lo state vedendo, tacete se styate parlando, fermate il gioco se lo state facendo. Non accettate di lavorare se non vi danno ascolto.
Se non notano il silenzio (è grave, ma può accadere), potete fare alcune di queste cose:
- accendere/spegnere la luce
- accendere una canzone a tutto volume
- fare partire una suoneria tipo un campanello (potete metterla sul cellulare)
Alzare o abbassare la voce?
Siamo tutti abituati ad alzare la voce per chiedere attenzione, ma che ne direste di provare ad abbassarla? La vostra voce deve essere sempre chiara, forte, ferma e stentorea….proiettarsi fino al fondo della classe…ma se notate confusione perchè non provate ad abbassarla, fino a quando chi vuole sentire zittisca i compagni rumorosi?
Bambini in difficoltà
Ci sono dei bimbi in difficoltà con l’attenzione, è innegabile. Bambini per cui bisofgna trovare delle strategie ad hoc.
Qualche idea:
- i bambini con disturbo dell’attenzione ascoltano e ritengono meglio quando sono attivi. fate in modo che il banco di fronte a loro sia pulito, ma potete dare loro della plastilina da lavorare mentre spoiegate. Alle volte, con la plastilina da modellare, le orecchie sono più aperte.
- fateli alzare ogni tot. Voi sapere ogni quanto è necessario, ricordate che alcuni bambini si affaticano a restare fermi.
- tienilo vicino, e se lo vedi in difficoltà puoi accarezzarlo sula spalle o sulla testa. Fagli capire che capisci la sua fatica.
Strategie: gli avvertimenti
Una delle cose che i bambini capiscono bene sono gli avvertimenti: spiegate che ogni trasgressione sarà segnalata e alla terza ci saranno consguenze (a seconda dell’età deciderete quali conseguenze…una faccina negativa, una nota, un brutto voto sul registro). Quando si apre il “file” delle segnalazioni scrivete sulla lavagna il nome dello studente indisciplinato e aggiungete una crocetta per ogni avvertimento.
E la magia?
Ottenere l’attenzione nella lezione di inglese
First you draw their attention, then you teach your lesson: questo articolo, scritto da Ilaria Venagli (laureanda in Scienze del Linguaggio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia) affronta il tema dell’attenzione nella lezione.
L’attenzione è un processo cognitivo.
Nell’atto di rivolgere la nostra mente e il nostro pensiero ad un determinato oggetto o, più precisamente, stimolo, selezioniamo un input che verrà conseguentemente elaborato dalla nostra memoria a breve termine e riposto, conservato nella memoria a lungo termine.
In questo processo di selezione ed elaborazione dello stimolo, dunque, sin dall’infanzia si “selezionano” – inconsciamente – tutti quei mattoni che nel tempo daranno vita al nostro individuale ed esclusivo castello di conoscenza.
L’attenzione – secondo la psicologia cognitiva – ha tre scopi differenti:
- Il monitoraggio delle nostre interazioni con l’ambiente, mantenendo la consapevolezza di quanto bene ci stiamo adattando alla situazione in cui ci troviamo;
- La sintesi del nostro passato (ricordi) e del nostro presente (sensazioni), dandoci il senso di continuità dell’esperienza che può anche fungere da base per l’identità personale;
- Il controllo e la pianificazione delle nostre azioni future, basate sull’informazione, sul monitoraggio e sulla connessione dei ricordi passati e delle sensazioni presenti.
L’attenzione lavora secondo questo scopo di adattamento dell’individuo.
È interessante analizzare una delle tante definizioni di adattamento per comprendere quanto sia fondamentale lavorare – prima che sulle mere metodologie to draw their attention – sulla condizione primaria che permetterebbe all’alunno di rivolgere volontariamente e senza incentivi esterni la propria attenzione allo stimolo presentato dall’insegnante.
Queste dinamiche sono fondamentali nel contesto classe se lo scopo ultimo vuol esser quello di imprint – verbo inglese suggestivo, a mio avviso: un buon insegnante desidera stampare nella testa dei propri studenti la conoscenza, l’input.
Ecco quindi una prima risposta alla domanda – come faccio a mantenere attiva ed efficace la loro attenzione?
- Banzato, Coin, Università Ca’ Foscari di Venezia dice: “Lavorate sull’ambiente, create una classe cooperativa e pronta alla condivisione, al supporto – assicuratevi che ogni studente si trovi a proprio agio e lavorate duro per appianare tutti quegli atteggiamenti negativi e di competizione c h e p o t r e b b e r o m e t t e r e a r i s c h i o l a consapevolezza di quanto bene si stiano adattando”. L’attenzione è anche sintesi di ricordi e sensazioni, di passato e presente – l’attenzione ci aiuta a costruire, tramite una selezione continua, il nostro futuro. Da un senso di continuità all’esperienza e funge da base per la costruzione dell’identità personale.
- Si potrebbe aprire un interessante parallelismo tra le dinamiche di attenzione e motivazione – questo articolo esula dallo scopo di approfondire l’importanza della motivazione, ciò nonostante, un’interconnessione risulta evidente e rivela un’ulteriore risposta alla domanda sottofondo – come tenere gli studenti attenti.Non si può sperare di ottenere interesse senza fornire loro la giusta ragione per dedicarci la loro attenzione: in un mo Motivateli. n
- Attenzione è il controllo e la pianificazione delle nostre azioni future, basate sull’informazione, sul monitoraggio e sulla connessione dei ricordi passati e delle sensazioni presenti.
Diversi tipi di attenzione
La psicologia cognitiva riconosce diverse tipologie di attenzione – l’attenzione selettiva, divisa e la vigilanza.
Presenta inoltre diverse teorie la quale spiegazione richiederebbe un linguaggio scientifico e dettagliato che si allontana dal nostro scopo principale, ovvero comprendere come tener viva quest’arma fondamentale per l’apprendimento.
È fondamentale però e tra le più famose, la teoria del collo di bottiglia di Broadbent il quale suggerisce che lo stimolo che forniamo si collega al registro sensoriale dell’individuo passando da un filtro selettivo a forma di collo di bottiglia, che permette dunque che solo alcuni input selezionati arrivino ai processi percettivi per essere elaborati dalla memoria a breve termine.
Nella pratica, questa teoria ci permette di comprendere l ’ i m p o s s i b i l i t à d i p r e s t a r e a t t e n z i o n e contemporaneamente a tutti gli stimoli che l’ambiente circostante ci fornisce – sono molteplici e potenzialmente infiniti.
Ergo, risulta quasi scontato affermare che il nostro stimolo, lo stimolo fornito da un insegnante in una classe piena di distrattori deve – metaforicamente – vincere la battaglia con gli altri stimoli ambientali che non risultano essere target. Come?
Facendo appello al registro sensoriale: non è possibile pianificare un’intera lezione di spiegazione pedante e monotematica che preveda che sia solo il docente a parlare.
Create attività dinamiche, che li coinvolgano.
Proponete stimoli diversi: video, musica e giochi per i più piccoli.
Usate i colori – soprattutto per spiegare concetti teorici ardui e faticosi: schemi alla lavagna, se possibile strumenti tecnologici come la LIM .
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