“Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e per tre quarti teatro.” (Galileo Galilei):
con questo motto Elena ha introdotti le leizoni teatrali di inglese. Ed è una grande verità: quale (buon) insegnante non è un po’ attore?
Lei è eclettica: guida turistica, attrice, insegnante nei nostri corsi di inglese: ecco i suoi consigli!
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Idee per insegnare l’inglese tratte dal Summer camp teatrale
Il programma Theatre Summer Camp è durato 5 giorni. Ogni mattina iniziava con quattro ore di pratica teatrale durante le quali lavoravamo sulla dizione, sui movimenti del corpo, sulla comunicazione verbale e non verbale, sul canto e sul ritmo, mentre la seconda parte della giornata comprendeva altre attività ludico-motoriche o culturali.
Il lunedì pomeriggio abbiamo tenuto un laboratorio di fumetto in inglese. Il martedì e il giovedì pomeriggio erano giorni di attività sportive ai giardini pubblici Indro Montanelli, mentre il mercoledì e il venerdì abbiamo portato i bambini in visita a due musei milanesi, il museo Bagatti-Valsecchi e la Galleria d’Arte Moderna. La visita guidata dei musei era in lingua inglese, svolta da una delle nostre docenti madrelingua.
Le attività introduttive erano sempre semplici: ice-breakers linguistici incorporati a tecniche teatrali di base, più per fare esercizio di comprensione.
A parte la lettura del testo teatrale in lingua inglese, abbiamo lavorato molto sull’ascolto e sulla mimica.
Riportiamo alcune delle attività più interessanti e “alternative” rispetto alla classica lezione di inglese.
THE FOREST
The forest: i bambini sono seduti per terra, immobili. S
ono dei germogli, delle piantine piccole che si risvegliano man mano che il docente narra la storia della pioggia che cade, e cade, “the plants are growing, they feel the rain, they slowly grow and put their branches out, branches towards the sky, long branches…”.
Il docente descrive il risveglio della foresta e dei bimbi-piante dandogli delle istruzioni su come muoversi. È stata un’attività molto divertente per i bambini perché hanno avuto l’opportunità di diventare un personaggio anche senza copione, una vera improvvisazione teatrale in lingua straniera. Mirror, mirror: esercizio motorio simile alla “foresta”.
I bambini sono divisi in coppie e stanno in piedi, l’uno dirimpetto all’altro, in modo da formare due file.
Il docente si mette da una parte e descrive dei movimenti (“put your right hand on your head, bend down, turn your head up and down…”) che la sua fila deve ripetere all’unisono.
Il compagno davanti deve ripeterlo come se fosse una sua riflessione specchiata, deve fare attenzione a non muovere il braccio destro quando sente “right arm”, bensì quello sinistro. Un gioco che diverte sia i grandi che i piccoli, anche perché bisogna sempre stare attenti alle istruzioni del docente, si cerca di creare un’azione simultanea, il che ottiene un effetto di una coreografia.
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Playing with Emotions
Playing with emotions: esercizio non solo di teatro, ma utilizzabile anche a scuola.
Il docente mette dei fogliettini di carta in un cappello con scritte su delle azioni che vengono fatte ogni giorno (daily routine: “brush your teeth”, “eat your breakfast”, “study” ecc.). In un altro cappello si mettono delle faccine disegnate/emoji o delle parole indicanti degli stati d’animo (“happy”, “sad”, “excited”…). Ogni bambino a turno pesca un’azione e uno stato d’animo, deve mimarla e i bimbi devono indovinare di cosa si tratta.
Questo esercizio piace ai bambini anche più piccoli perché spesso escono fuori delle combinazioni pressoché impossibili o semplicemente strane, come “sleep + angry” o “comb your hair + scared”.
FIND THE CLUE
Durante le nostre visite ai musei GAM e Bagatti-Valsecchi, la docente madrelingua (con previe esperienze di lavoro come guida turistica) ha creato un percorso di visita dei musei mirato alle capacità di osservazione dei bambini.
Per rendere la visita più scorrevole e piacevole ai bambini, non si è parlato di secoli, stili artistici e via dicendo, bensì si è provato ad avvicinare le opere d’arte attraverso due metodi.
Il primo era “trova l’indizio”, il docente chiedeva ai bambini di osservare la stanza in cui si trovavano e di indicare delle cose da lei menzionate (es.: animali, oggetti particolari…).
Il secondo metodo era l’immersione dei bambini nel passato raccontando la vita di allora attraverso i quadri o gli artefatti, paragonandola allo stesso tempo con i tempi moderni (back then… while today…).
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