Noi crediamo che il binomio CLIL-matematica sia oltremodo interessante e che andrebbe approfondito in modo particolare.
Una delle suggestioni più interessante è che l’intelligenza linguistica e quella matematica sono “ospiti” del medesimo emisfero: i centri deputati al linguaggio e alla risoluzione dei calcoli si trovano entrambi nell’emisfero sinistro, come lo è il pensiero logico e sequenziale.
Noi crediamo che alcune componenti specifiche del CLIL siano particolarmente adatte a innovare l’insegnamento della matematica. La più ovvia delle obiezioni da parte di genitori e insegnanti è: come è possibile insegnare la matematica in inglese, poiché i bambini fanno fatica a comprendere la lingua?
In realtà, gli studi ribaltano completamente questo punto di vista. Ciò che dobbiamo tenere a mente è che il dominio mentale della matematica e quello della comunicazione verbale sono distinti. Ovviamente per comunicare concetti matematici siamo costretti a usare il linguaggio, ma si tratta (da un certo punto di vista) di una traduzione.
Sono stati fatti degli studi per capire come mai persone che risultano assai brillanti nella comunicazione verbale sono incapaci di destreggiarsi nel linguaggio matematico.
I risultati sono veramente interessanti, e descrivono una sorta di corto-circuito tra il linguaggio naturale (le parole, nella nostra lingua natia e culturale, hanno diverse interpretazioni, stratificazioni di significato e addentellati) e quello matematico (un codice che usa le parole in modo assai diverso dalla lingua naturale, ove c’è una stretta bi-unicità tra significante e significato e non ci sono sfumature interpretative). Questi studi dimostrano che, alla base dell’”incomprensione” matematica ci può essere una sorta di “cattiva traduzione dal linguaggio naturale al dominio dell’intelligenza matematica.
Un possibile correttivo a questo corto-circuito può essere proprio l’utilizzo di una lingua straniera veicolare per insegnare la matematica! Qui sorgerebbe una domanda ragionevole: ma come è possibile insegnare una materia che richiede comprensione certa in una lingua veicolare, che difficile è da comprendere perché poco conosciuta dai bambini?
In realtà il punto è proprio questo: poiché i bambini non hanno una conoscenza e comprensione approfondita dell’inglese, il lavoro verrebbe fatto molto di più con il pensiero visivo, spaziale, intuitivo e logico, e molto meno con definizioni e procedure descrittive!
La Prof Daniela Lucangeli spiega che molti bambini sono in difficoltà con la matematica perché il metodo di insegnamento propone più definizioni e procedure (insegnate verbalmente in lingua madre), che non lavoro pertinente all’intelligenza visuo-spaziale e numerica. Dice Lucangeli: “Le difficoltà nascono dal non allineamento tra la matematica e la strategia cognitiva adottata per affrontare la materia.
La didattica deve essere centrata sui domini di pertinenza della cognizione numerica: troppo spesso si usa il dominio verbale al posto di quello numerico e di quello visuo-spaziale”(cfr. http://www.unipd.it/ilbo/content/matematica-se-lerrore-e-nel-metodo). In altre parole, come recita una interessante citazione del matematico e statistico ungherese P.Halmos:”, Il miglior modo di imparare è facendo e il peggior modo di insegnare è parlando”. Questo è sicuramente vero per la matematica alla scuola primaria.
Lavorare sulla matematica in lingua veicolare e con il metodo CLIL può essere un efficace correttivo al lavoro “tradizionale”, perché:
- obbliga i bambini (e l’insegnante) ad utilizzare il codice visuale e pratico più di quello verbale: lavorare di più con mappe mentali, diagrammi etc evita di dovere “tradurre” dal codice verbale a quello numerico/pratico (se invece il lavoro è impostato “verbalmente” in italiano, il bambino DEVE fare questa traduzione dalla definizione al concetto/operazione, con tutti i possibili errori lungo la via);
- promuove modalità operative diverse dalla lezione frontale, in particolare suggerisce di lavorare in piccoli gruppi cooperativi, nei quali i più bravi possano aiutare attivamente i meno bravi;
- promuove un approccio “per problemi” anziché per “definizioni” o argomenti, spingendo i bambini a ragionare in modo critico e non mnemonico;
- prevede una costante riflessione meta-cognitiva.
Ecco alcune idee e suggerimenti per implementare un insegnamento moderno della matematica in lingua inglese.
IL RISTORANTE (progetto dell’insegnante Marina)
Abbiamo fatto questo progetto in quarta elementare, ed era finalizzato a rinforzare nei bambini il concetto di frazione. Ci abbiamo pensato un po’ e poiché il concetto di frazione ci sembrava semplice da rappresentare con una torta o una pizza, abbiamo alla fine deciso di usare il Ristorante come strumento per fare lavorare intuitivamente i bambini sulle frazioni.
Costruire un Ristorante è motivante per i bambini, per loro è un gioco naturale e sono pieni di idee. Alle volte si penserebbe che i bambini siano tutti un po’ imprenditori, dato l’entusiasmo con cui si danno ai progetti dove c’è da costruire da zero una azienda propria.
Abbiamo cominciato dividendo per gruppi i bambini: ogni gruppo avrebbe creato la propria pizzeria. In ogni gruppo c’era un Direttore e uno Chef.
I bambini hanno scelto il nome della propria pizzeria e hanno disegnato l’insegna. Abbiamo poi disegnato e ritagliato tutti insieme delle sagome rotonde (le sagome delle pizze. Avevo portato alcuni catoni (puliti) per pizza per rendere più realistica e divertente la cosa. Abbiamo anche disegnato, colorato e ritagliato le sagome dei funghetti, delle fette di mozzarella, del salame.
Durante questa prima fase abbiamo lavorato sul vocabolario:
- vocabolario della pizzeria (pizza, fetta, mozzarella, funghi, salame …)
- vocabolario della matematica: numeri, frazioni, 4 operazioni.
E poi, abbiamo cominciato a giocare con la matematica.
I bambini dovevano pescare dei bigliettini da una scatola e in ogni bigliettino c’era un task che riguardava il loro ristorante. Il task era scritto schematicamente, ma era un piccolo problema.
Per esempio: Quante pizze sono 6/3 di Pizza?
Oppure
Per fare una pizza ci vuole 1/3 di mozzarella. Quante mozzarelle ci vogliono per fare 9 pizze?
I primi problemi li abbiamo fatti tutti insieme, in modo che tutti capissero come erano costruite le schede. I problemi erano facili perché i bambini stavano lavorando in inglese per la prima volta. Quando sono stata certa che tutti più o meno avevano capito, ho distribuito i task. C’erano sia i problemi per lo chef (In una pizza ci vanno 15 funghetti, di quanti funghetti ho bisogno per fare 6 pizze?) e problemi per il direttore (Se ogni pizza gigante costa 15 Euro, quanto costano 3 fette (3/5) di Pizza?).
Cambridge Primary Mathematics
Molti insegnanti di inglese conoscono Cambridge come il board universitario responsabile della formazione linguistica degli insegnanti, nonché delle famose certificazioni Cambridge ESOL, che coprono tutti i livelli di conoscenza della lingua, dai bambini agli adulti, dal beginner all’advanced. Pochi invece sanno che dal 2015, l’Università di Cambridge ha iniziato a lavorare anche sulla matematica, in particolare con formazione ai docenti e risorse di insegnamento per l’insegnamento della matematica alla scuola primaria.
I punti fermi della proposta didattica Cambridge per la matematica sono quelli dell’approccio CLIL:
- Gioco come strumento per sviluppare i “thinking skills” di ordine superiore;
- Coinvolgimento diretto degli studenti, tramite lavoro di gruppo;
- Approccio per problemi (non per unità contenutistiche): il problem solving è il punto focale dell’insegnamento /apprendimento, non la trasmissione di regole;
- Il problem solving si ancora principalmente in questioni concrete tratte dalla vita di tutti i giorni, in modo da rendere possibile per i ragazzi una visione concreta motivante e immediatamente comprensibile della matematica, lontano da estrazioni che la loro mente non è ancora preparata ad affrontare;
- Tutto il programma viene affrontato dal punto di vista degli HOTS (higher-order thinking schemes): capire, spiegare generalizzare applicare creare.
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