Quando la teacher Valeria Sacco (appassionata maestra di inglese che avevamo già intervistato sul nostro blog!) mi ha proposto di pubblicare qui la sua intervista al cantautore Nicolas Bonazzi, mi ha fatto molto piacere ma sono anche stata alquanto sorpresa.
Ma la cosa bella è che dietro a questa intervista c’è un progetto dedicato alla LOTTA AL BULLISMO: un tema che mi sta molto caro, personalmente e professionalmente. Perchè senza educazione al rispetto, nessuna educazione è possibile!
Ma lascio la parola a Valeria e alla sua intervista.
Sotto all’intervista troverete il progetto CLIL di Lotta al Bullismo, con i lesson plan e le foto inerenti al progetto portato avanti con la sua classe. Grazie immensamente, Valeria, sia per la bellissima opportunità dell’intervista con Nicolas Bonazzi sia per avere condiviso generosamente il tuo lavoro con noi!
Ed un grazie , ovviamente enorme, va a Nicolas Bonazzi!
Ciao Nicolas, mi chiamo Valeria Sacco sono una docente di Lingua Inglese, nonché una tua fan da tanto tempo. Un onore per me, avere oggi l’opportunità di poterti intervistare. Partiamo col dire che sei un cantautore che arriva subito al cuore delle persone, ma vorrei che ti facessi conoscere meglio, anche da chi non ha mai avuto l’opportunità di ascoltarti.
Se dovessi far conoscere Nicolas utilizzando solo 5 parole, quale andrebbero a descriverti meglio e perché?
Ciao Teacher Valeria !!! Eh, inizi subito con una domanda tosta! Così, d’impatto, mi viene da dire:
Curiosità, un tratto di me che rappresenta il motore di tante mie esplorazioni, nel mondo e negli universi interiori, anche quelli scomodi.
Timidezza, con tutte le contraddizioni che ciò si porta dietro, anche un certo esibizionismo per contrasto. Prima la odiavo, ora me la tengo cara!
Emozione: dove verte sempre l’ago della mia bussola, verso situazioni che mi attraversino completamente. B
Bellezza: un motivo da seguire, per quanto effimero, una continua ricerca, su tutti i livelli, di una fascino a cui soccombere.
Disordine: intorno a me e spesso anche dentro di me. Un difetto, forse un pregio, sicuramente un’abitudine che mi porto dietro da tempo.
Ultimamente sei stato reduce dalle selezioni per Sanremo Giovani 2018 con il tuo brano “ Ali di carta”, che affronta la tematica del bullismo, se dovessi parlare a cuore aperto a degli studenti e spiegare come ti sentivi alla loro età, cosa gli diresti?
“Sai, a me non è andata sempre bene” dice la mia canzone. E mi riferisco proprio al periodo degli studi, soprattutto quelli intermedi, cioè la fine delle scuole elementari e tutte le scuole medie. Ero vittima di episodi di prepotenza, da parte di coetanei, che non sapevo affrontare e dei quali non parlavo con gli adulti, per vergogna e per non rischiare di deluderli.
La psicologia di un bambino è veramente incredibile. Episodi soprattutto verbali, prese in giro, insulti. Niente di fisico, per fortuna, ma mortificazioni davanti alle quali non riuscivo a reagire, subentrava un blocco emotivo, un gelo totale che mi rendeva impossibile rispondere.
Pensavo addirittura che, facendo finta di non sentire, certe parole avrebbero smesso di esistere, come per dissolvenza.
Ma tenevo tutto dentro, chiudevo gli occhi e immaginavo di volare via “su un aereo di carta”, rifugiandomi nelle mie rigogliose valli interiori, dove tutto era bello, gentile ed innocuo.
Agli studenti di oggi direi che per nessuno di noi, a vari livelli, le cose sono sempre facili. Ma è la nostra tenacia nel perseverare a credere nei nostri principi che fa la differenza, l’unica vera misura della nostra forza.
Io come insegnante, sia a livello di Istituto Comprensivo, che per la mia tesi di ricerca sto seguendo i miei ragazzi in un Progetto chiamato : No bullying !!!, prendendomi a cuore tutte le dinamiche e problematiche che possano venire fuori trattando una tematica così delicata.
Puoi darci qualche consiglio per fare in modo che, anche quelli più timidi, si aprano al dialogo senza avere remore?
Mi sento di dirti che è importante tenere conto del fattore vergogna, spesso sottovalutato.
I ragazzi che si trovano in queste situazioni di mortificazione, minaccia, a volte prepotenza proprio fisica, devono affrontare due tipi di vergogna: la prima è quella davanti a se stessi, una sorta di percezione di fallimento e di diversità, e la seconda è quella davanti ai propri famigliari o insegnanti.
Il bambino/ragazzo vittima di bullismo porta infatti un forte senso di colpa per non essere in grado di gestire da solo la situazione con reazioni adeguate e risolutorie, e arrivare a parlarne con altri sembra avere il peso di un’ammissione di debolezza.
E’ molto importante non compatirli o non farli sentire inadeguati, spostando, piuttosto, l’accento dell’inadeguatezza sul bullo.
Il messaggio che non devi stancarti di ripetere è, per dirlo con le parole dei giovani, che non è “DEBOLE” chi subisce, ma chi usa la prepotenza per sentirsi più forte, chi pensa di fortificarsi annullando il sorriso degli altri.
E’ un messaggio che sembra ovvio, ma l’impresa ardua è arrivare a farglielo pensare davvero. E poi si potrebbe usare l’arte, la scrittura o la musica per esempio, per incoraggiare l’espressione dei mondi interiori, prestando attenzione a quanto i ragazzi cercano di raccontarci pur con parole che sembrano apparentemente dire altro.
Quanto la tua professione di cantautore ti ha aiutato a superare delle timidezze-insicurezze e soprattutto a perdonare come ci racconti nella tua canzone “ Ali di carta” ?
Tanto, davvero. Quando decidi di fare il cantautore accetti di metterti a nudo e di affrontare una terapia continua con te stesso, con le tue emozioni del passato, la tua storia, le tue paure, le tue cicatrici e le tue speranze. Tutto quanto.
Esponi quello che sei, che necessariamente è passato da ciò che sei stato, e che è sempre in divenire verso ciò che sarai. Nel bello e nel brutto. E’ una terapia d’urto contro la tendenza ad essere introversi, perché ci si rivolta “all’infuori”.
Il giudizio degli altri diventa importante in un modo diverso, agli altri vuoi raccontare, vuoi far sapere, non devi più nascondere.
Le insicurezze, soprattutto quelle ben radicate come quelle nate da bambino, sono dure da estirpare, ci si lavora continuamente. Ed è così che solo a 35 anni, con strumenti da adulto, ho sentito l’urgenza di affrontare in questa canzone una crepa importante della mia autostima, e ripararla con l’unica arma a mia disposizione: la comprensione e il perdono.
Ho liberato quel bambino ferito da un bagaglio pesante, finalmente.
Non avrei potuto farlo senza la mano dell’uomo che sono oggi, c’è un momento maturo per ogni cosa. La timidezza in generale è però un tratto che cerco di tenermi caro, perché la considero una qualità, una protezione, in questo mondo in cui si fa sempre a gara a chi grida più forte, in cui la delicatezza sembra passata di moda.
Desiderio dei miei alunni, visto che insegno anche Musica e abbiamo cantato la tua canzone, sarebbe quello di scriverti le parole per una canzone, quale tema preferiresti?
Davvero? La cosa mi onora. Mi sono ripromesso, dopo aver scandagliato dei fondali un po’ bui del mio passato, di parlare di felicità.
Mi piacerebbe raccogliere tante immagini di gioia, profonda o stupida, solida o effimera, ma autentica, per cercare di fare un ritratto di quella meravigliosa combinazione di attimi, tanto ricercata, che chiamiamo felicità. Speranze, sogni, propositi, tutto ciò che produce la sostanza che ci scatena un sorriso.
Chissà che non possa trarre ispirazione anche da qualche pensiero dei tuoi studenti! Grazie
Nicolas sei stato gentilissimo a rispondere a tutte le mie domande!!! Leggerò ai miei alunni la tua intervista, ma sono sicurissima che la prossima volta saranno direttamente loro a volerti intervistare. Paura???
AHAH ma volentieriiiii
Credo molto che la Musica, come del resto l’Inglese se insegnato in modo accattivante e giocoso, siano una combinazione ottima per far superare molte difficoltà e abbattere quei muri che spesso ci separano metaforicamente dai nostri dubbi e dalle nostre paure.
Domanda da parte dei miei aulunni:
P.S. “ Maestra chiedi a Nicolas se per cortesia ci manda una sua foto con un suo autografo ?
Sicurooooo 🙂
Allora mentre aspettiamo ….. vi consigliamo l’ascolto di “ Ali di carta”.
Questo è il testo della canzone di Nicolas Bonazzi, scritta in collaborazione con Marco Rettani
“Ali di carta”
…così ho scritto una canzone fino a te per poterti perdonare …
così ho scritto una canzone sai per me per non dovermi vergognare.
Primo giorno di scuola
La mia vita a colori
Lungo i passi di un’estate che sfumano là fuori
Il mio zaino pesante di leggere speranze
Di promesse che s’infrangono sulle lavagne già pronte
Pezzi come te che sei come me
Solamente un po’ più fragile Un po’ più indifferente
Sai a me non è andata sempre bene
Stavo lì incapace di reagire
Ne ho ingoiate di parole durante una lezione
Quest’aula è una prigione
Ma se chiudo gli occhi posso andare via Su un aereo di carta
E volare lontano lontano dal mondo fino alla mia stanza
via fuori dalla finestra perché il mondo è dei forti
ma forte io non lo sono abbastanza
via da parole che fan male.
Un giorno come un altro, non un giorno particolare
Il mio sorriso si era spento Ma tu giocavi a farmi male
La vita è equilibrismo
La vita è trasformazione
Mi sono trasformato adesso
E tu chi sei, non sei lo stesso
Ancora provi a prendermi
Ma chiudo gli occhi e riesco ad andar via
Su un aereo di carta
E volare lontano
E planare pian piano fino alla mia stanza
Via fuori dalla finestra
“Devi esser più forte” ma forse io non lo ero abbastanza
via dalle cose dalle pagine piene di mostri che non mi fanno sognare
ora via che fa male ricordare
Così ho scritto una canzone fino a te
Per poterti perdonare
Io ti lascerò parlare con quel bambino che volava via
sopra ali di carta sulle note di un sogno
dove lui sarà forte abbastanza
ma ora via tanto vale perdonare fa bene a me. …
così ho scritto una canzone fino a te per poterti perdonare.
Progetto CLIL “NO BULLYING”: lesson plans di Valeria Sacco
Mi chiamo Valeria Sacco, ho da sempre lavorato come docente specialista ELT di Lingua Inglese di Scuola Primaria, l’amore per lo studio, la continua ricerca, l’aggiornamento, la passione per la lingua Inglese e la nuova tecnologia, mi hanno avvicinata sempre di più alla nuova metodologia CLIL.
Collaboro infatti da anni con associazioni linguistiche e con case editrici come consulente redazionale nella supervisione e recensione di libri scolastici in Lingua Inglese .
Reputo la metodologia CLIL, una delle metodologie che gli studenti amano maggiormente, lo studio della lingua inglese, veicolato da una materia disciplinare, rende l’apprendimento della lingua inglese fruibile a tutti.
Quei muri che spesso vengono alzati per lo studio di una lingua, con tale metodologia vengono abbattuti per lasciare spazio al coinvolgimento e ad attività particolarmente gradite.
Volevo mostrarvi il lesson plan di una delle mie ultime lezioni, su uno dei fenomeni che purtroppo ormai da anni, ha preso sempre più piede, con la differenza che oggi a questo fenomeno siamo riusciti ad attribuirgli un nome, il Bullismo.
In concomitanza con l’intervista al cantautore bolognese Nicolas Bonazzi che qui vi presentiamo, l’idea di mostravi anche il lavoro svolto a scuola con i miei studenti. E’ nato così il mio: CLIL “ Be a friend not a bully !!!”
Questa attività, svolta durante le mie ore di Lingua Inglese, ha visto la collaborazione, il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i miei alunni delle classi 3 della Scuola Primaria.
Ho inserito il CLIL sul Bullismo facendo sposare la Lingua Inglese con un’altra disciplina, che in inglese viene chiamata P. S. H. E. ( Personal, Social and Health Education ) ovvero Studi sociali.
L’obiettivo che mi sono posta, è stato quello principale, di far parlare del fenomeno del Bullismo , di aprire un vero e prorio dibattito, facendo uscir fuori le loro opinioni e idee a riguardo.
Lesson Plan
Questa attività è stata impostata ripercorrendo le seguenti fasi :
- Warm up : Dopo una prima discussione, ho iniziato un’attività di Brainstorming, chiedendo di disegnare scene rappresentative sui vari tipi di BULLISMO, introducendo le parole che ricordavano in inglese a tal riguardo.
- Presentation : Attraverso le immagini da loro realizzate, ho iniziato ad introdurre il nuovo vocabolario sul bullismo attraverso un’attività chiamata “ Bullying words”, dove tutti hanno collaborato nella ricerca di nuove parole, scrivendole in una making list, con tanto di pugno chiuso da loro proposto e disegnato, come a dimostrare il loro dissenso verso questo fenomeno.
- Practise : Le attività proposte in questa fase hanno dato seguito all’utilizzo delle 4 abilità “listening, speaking, reading e writing”. Vi mostro qui di seguito alcune delle attività loro proposte. Con questa attività ho chiesto ai miei ragazzi di pensare in positivo e di riferire delle qualità per essere dei buoni amici. Dopo diverse conversazioni di gruppo l’idea di soffermarsi a parlare di Bullismo verbale e a tutte quelle parole che a volte possono ferire e fare male molto più di un pugno, un calcio o uno spintone.
- WORDS CAN HURT Un’attività di art and craft che ha conquistato subito il cuore dei ragazzi. Abbiamo fatto prima un’attività di brainstorming sugli opposites,che avevano già studiato in precedenza, cercando però quelli con accezione negativa. Sono state ritagliate le sagome dei due bambini, andando a favorire anche la motricità fine, per poi incollarli sul loro quaderno e ricopiare le parole trovate al loro interno, scrivendole in maniera sparsa, per poi poter incollare anche i cerotti a rappresentare le ferite ricucite e curate. Quest’attività anche se carina, li ha smossi molto dentro, sono sicura che da oggi in poi, daranno più valore alle loro parole.
- Evaluation : Attraverso varie attività, orali, pratiche e scritte ho verificato il loro grado di apprendimento ma soprattutto di gradimento. Ho stampato poi due pollici, uno verso l’alto, l’altro verso il basso, li ho consegnati in fotocopia ad ognuno di loro e per ogni attività svolta hanno dovuto votare. THUMB UP = POLLICE SU ( I LIKE ) THUMB DOWN = POLLICE GIU’ ( I DON’T LIKE) riproponendo anche le strutture I like e I don’t like.
- “MY BULLYING BRACELET” in cui ogni studente si è dovuto costruire il proprio braccialetto sul bullismo.
- I materiali di utlizzo sono stati : schede, flashcards, immagini tratte da giornali o dal web, materiale di facile consume, cd audio. Per l’attività di Art and craft, ho scelto di utlizzare materiale di recupero o di uso domestico, reperibili facilmente. Spero di cuore che l’attività proposta vi sia piaciuta, e per chi voglia continuare a segurmi, consiglio di visitare la mia pagina ufficiale Teacher Valeria Sacco
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