Educazione all’immagine è una materia che si presta alle attività CLIL per una serie di motivi, tra cui:
- Permette un largo uso di risorse visive;
- Permette un largo uso di artigianato, lavori di manipolazione, creatività ed altre attività che si possono connettere facilmente ai progetti CLIL;
- Permette di costruire facili interconnessioni multidisciplinari con storia, geografia, scienze etc…;
- E’ spesso gestita dall’insegnante prevalente, quindi di può gestire la multidisciplinarietà facilmente;
- Si presta al lavoro operativo, anche in gruppo;
I progetti di CLIL Arte permettono di fare lavori con un approccio induttivo e meta-cognitivo, come la copia dal vivo vs copia da fotografia/copia da memoria/stereotipo. I bambini possono facilmente vedere e apprezzare i risultati di diversi approcci operativi.
Noi abbiamo scritto ed erogato alcuni progetti di arte nelle scuole primarie, ma più spesso abbiamo coinvolto l’arte (disegno, manipolazione, creazione di manufatti) in progetti che coinvolgevano altre materie.
In questo modo l’arte, intesa come disciplina che educa nei bambini la capacità di coordinamento motorio tramite attività di precisione, entra a fare parte del concetto multidisciplinare che troviamo in un soft clil dedicato a geografia, o Scienze.
Ecco alcuni dei nostri progetti, che abbiamo proposto con successo in vari istituti statali e paritari, grazie all’apporto del nostro personale MADRELINGUA INGLESE English Native Speaker
Perchè avere un docente madrelingua
Il valore aggiunto di avere in classe, accanto al docente, uno dei nostri tutor è evidente per molti motivi, di cui questi sotto sembrano a noi i più importanti:
- permette ai bambini di sentire la pronuncia corretta e alla corretta sintassi delle frasi
- l’interazione tra due stili di insegnamento permette di sviluppare modalità fresche e nuove in cui gli obiettivi linguistici possono efficacemente essere combinati con quelli di contenuto
- consente di vivere una esperienza interculturale, nel momento in cui gli alunni devono imparare ad approcciarsi ad una persona che porta con se’ modi di fare (oltre che di parlare) tipici della propria cultura e assai diversi dai nostri.
LABORATORIO DEI COLORI (progetto dell’insegnante Marina)
Questo laboratorio lo abbiamo fatto con una classe di seconda elementare, per aiutarli a capire i colori primari, secondari e terziari Abbiamo pensato ad una maniera con cui i bambini potessero pasticciare e sperimentare in prima persona. La maniera più efficace che ci è venuta in mente è stata il giocare con le glasse colorate.
Il CLIL era in collaborazione con la maestra prevalente, che si occupa di arte e immagine.
Abbiamo cominciato introducendo i colori primari e insegnando loro i colori. Quasi tutti i bambini conoscevano già i colori, ma abbiamo giocato un po’ perché si abituassero anche alle frasi What color is it? Is it yellow/blue? It is yellow/blue. It is not yellow, it is blue etc.
Poi siamo passati ai colori secondari. Anche questi colori erano perlopiù noti. Ma anche qui abbiamo giocato perché i bambini cominciassero ad usare le frasi che già conoscevano. Poi abbiamo spiegato che i colori secondari erano formati usando i colori primari. Abbiamo mostrato loro la ruota dei colori.
Siamo quindi passati alla fase pratica. Abbiamo comprato la glassa già fatta per dolci, che è di colore bianco. Poi abbiamo comprato dei biscotti grandi e piatti. Abbiamo poi colorato le glasse con i colori primari e decorato diversi biscotti con i colori primari.
Successivamente abbiamo mischiato le glasse, mostrando ai bambini che due colori primari mischiati formavano un colore secondario. Abbiamo decorato i biscotti anche con le glasse con colori secondari. Per finire abbiamo creato con i bambini un cartellone che illustrava i colori primari e secondari.
CREARE UN LIBRO (progetto dell’insegnante Leola)
Con la classe IV elementare, abbiamo creato un progetto per cui i bambini dovevano realizzare un libro con una storia natalizia.
Il progetto CLIL durato 10 ore era finalizzato sia alla redazione della storia, basata su un noto racconto della cultura anglosassone, che alla realizzazione pratica del manufatto-libro.
Storia: The Snowman, di R. Briggs: un bambino alla vigilia di Natale costruisce un pupazzo di neve in giardino.
La sera va a dormire, ma viene svegliato da un rumore: si alza dal letto e nota che il pupazzo di neve ha preso vita.
Dopo la prima sorpresa, decide di fare amicizia: dopo avere giocato insieme…poi il pupazzo di neve lo accompagna fuori e invita a volare con lui: sorvolano la campagna e la città! Ma poi diventa tardi, il bambino è stanco: il bambino saluta il suo amico Snowman, torna a letto…la mattina, quando si sveglia, il pupazzo non c’è più… era un sogno?
Qui trovate la bellissima storia
Il progetto parte da questa constatazione: molti amano la storia del pupazzo di neve che diventa amico del bambino che lo ha costruito, ma il finale lascia un pochino di amaro in bocca a tanti, grandi e bambini.
L’insegnante quindi invita i bambini, divisi in gruppi di lavoro cooperativo, a riscrivere il proprio libro “The Snowman”, in particolare riformulando il finale della storia.
Oltre al finale, i bambini hanno ricostruito anche i personaggi: ognuno ha disegnato il proprio snowman, abbigliandolo secondo le proprie preferenze e seguendo il suo immaginario (ottima occasione per rivedere insieme ripassare parti del corpo/vestiti/colori)
Il progetto ha avuto le seguenti tappe:
- Lettura condivisa della storia (dopo avere visto il cartone è più facile da capire)
- Suddivisione della storia in sequenze
- descrizione dei personaggi della storia originale
- Riscrittura della storia (nuovi personaggi, nuovo finale)
Dal punto di vista dell’educazione all’immagine, il progetto ha portato a questi obiettivi:
- Ideazione e costruzione del libro, inteso come manufatto cartonato, con copertine multimateriche (collage di cotone, glitter, nastri, cartoncino colorato);
- Realizzazione della storia con la tecnica del fumetto.
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