Glottodidattica e bilinguismo
Anche per il 2018 abbiamo deciso di dedicare alcune delle pagine del blog dedicato ai corsi di inglese per bambini ad interviste a persone che lavorano nel settore della glottodidattica.
Perchè? perchè siamo innamorati della glottodidattica infantile!
Crediamo intensamente che sia un modo bello per usare le nostre energie, e che tramite l’approfondimento di come si insegnano le lingue si possa capire moltissimo di come funziona il cervello e l’apprendimento in generale.
Crediamo che sia per questo un argomento di interesse per tutti gli insegnanti, i genitori e chiunque si occupi di educazione…e ci piace condividere la nostra passione con chi fa questo mestiere echi nutre questo interesse con studio e dedizione.
Quindi oggi parliamo con Elisa Baroni, che è una insegnante di inglese attiva nella zona di Iseo!
Pronti?
Ciao Elisa: tu sei una insegnante indipendente. Puoi spiegarci in cosa consiste il tuo lavoro quotidiano?
Buongiorno a tutti i lettori, mi presento, mi chiamo Elisa Baroni e sono esperta di lingua inglese e consulente in bilinguismo per progetti scolastici e famigliari.
Il mio impegno quotidiano come freelance consiste nello spostarmi durante il giorno nelle varie scuole dove lavoro in provincia di Brescia come esperta esterna per progetti annuali di acquisizione della lingua straniera e nel secondo pomeriggio nella mia sede a Iseo (BS) dove conduco percorsi extrascolastici di bilinguismo famigliare per bambini dagli 1 agli 11 anni accompagnati da un genitore o anche da nonni e nonne che hanno tempo da trascorrere coi nipotini e desiderio di apprendere o rispolverare una lingua.
Non è difficile riconoscermi per strada, giro sempre col la mia trolley personalizzata e la mia auto con adesivo “Hocus e Lotus on board”!
Mi sono laureata a Bergamo alla Facoltà di lingue e letterature straniere nei primi anni del 2000, parlo 4 lingue e negli ultimi 10 anni ho lavorato a stretto contatto con i bambini occupandomi di insegnamento della lingua inglese al nido e nella scuola dell’infanzia e primaria.
Nel 2012 è iniziato il mio percorso di specializzazione alla facoltà di psicologia dell’Università Sapienza di Roma come Esperta in Glottodidattica Infantile per l’insegnamento delle lingue straniere con il metodo del format narrativo delle “Avventure di Hocus e Lotus”.
Ho terminato a Giugno 2016 l’ultimo anno di formazione a Roma e, oltre ad essere insignita del titolo di “Magic Teacher livello C con eccellenza” sono stata promossa Practical Trainer per il corso in glottodidattica infantile. Attualmente sto formando un gruppo di nuovi insegnanti a Iseo (BS) dove vivo e lavoro. Dal 2016 sono anche consulente in Italia della casa editrice inglese Usborne per bambini e ragazzi nr 1 in Uk e mi occupo di fornire alle famiglie i libri e il materiale di cui hanno bisogno per coltivare il bilinguismo in famiglia.
Nel 2017 mi sono certificata anche con il metodo Jolly phonics per l’insegnamento della letto – scrittura in lingua straniera a bambini italiani frequentanti scuole bilingue o a potenziamento in lingua straniera.
L’insegnamento ai very young learners, coloro i quali sono ancora nella fascia “genio per le lingue”, è per me una vocazione e non potrei fare altro nella vita.
Ogni giorno al lavoro tra me, i bambini e le famiglie che seguo nel loro progetto di bilinguismo famigliare, si crea energia positiva che mi fa tornare a casa felice e soddisfatta, certa di aver scelto la professione giusta.
Tu lavori con i Jolly Phonics. Puoi spiegarci che cosa sono, come funzionano, per chi sono indicati? Quali sono i vantaggi che possono portare agli studenti italiani?
Jolly Phonics è un approccio divertente e centrato sul bambino per insegnare l’alfabetizzazione attraverso la fonetica sintetica. Utilizzato nelle scuole elementari inglesi ed americane già dagli anni ’70, il metodo sta prendendo piede efficacemente anche in Italia per i bambini tra i 5 ai 7 anni.
La teoria è semplice: invece di insegnare i nomi delle lettere (“ei, bi, si, di, ess”, ovvero il classico alfabeto che impariamo a scuola con la canzoncina), insegniamo i loro suoni (o fonemi).
Si può affrontare con bambini che già praticano bilinguismo famigliare e scolastico per potenziare e velocizzare la letto-scrittura e ampliare le attività in inglese fatte a casa con i genitori; ma può anche essere introdotto con bambini digiuni di inglese come avvicinamento alla lingua prima a livello orale e poi solo dopo aver raggiunto determinate competenze allora anche a livello scritto.
Con delle azioni ben precise e canzoncine con protagonisti dei personaggi simpatici e colorati per ognuna dei 42 suoni, il metodo multi sensoriale è molto motivante per bambini e insegnanti, che possono vedere i loro studenti raggiungere ottimi livelli. Il tutto in un’atmosfera di divertimento e acquisizione spontanea e naturale.
Jolly Phonics ha una grafica divertente e una colonna sonora contagiosa. Ogni fonema (o suono) ha una propria canzoncina e ogni canzoncina va cantata facendo un gesto con le mani o con la testa.
Per esempio, la lettera T si trova in Tennis e quando si canta la canzone la testa si muove da destra a sinistra come quando si guarda una partita di tennis. I bambini adorano le canzoncine! E spesso quando vedono una lettera in qualsiasi testo, iniziano a cantarne la canzoncina facendo il relativo gesto. I suoni delle lettere sono suddivisi in sette gruppi e vengono insegnati in un ordine specifico (non in ordine alfabetico). Ciò consente ai bambini di iniziare a costruire parole il più presto possibile.
In poche parole, utilizzando un approccio sintetico di fonia, Jolly Phonics insegna ai bambini le cinque competenze chiave per la lettura e la scrittura in inglese:
- apprendere i 42 suoni che le lettere formano (in gruppi di sei suoni). I fonemi sono insegnati in ordine tale per cui dopo il primo gruppo di suoni i bimbi siano in grado di “creare “ e identificare le prime paroline.
- imparare a scrivere le lettere Utilizzando diversi metodi multisensoriali, i bimbi imparano come formare e scrivere correttamente le lettere che rappresentano i singoli suoni. La lettera c è una delle prime introdotte in quanto ha la forma di base per formare altre lettere, per esempio la d.
- comprendere la composizione e la formazione delle parole;
- identificare i suoni nelle parole e quindi lo spelling e la segmentazione, attraverso il “blending”; Il blending dei suoni verrà inserito dopo che i bimbi hanno imparato 18 suoni ed è una delle aree più delicate del programma. Si tratta del processo tramite il quale il bambino mette in successione i suoni precedentemente imparati per formare una parola. Per esempio: si imparano i suoni s, a, t e quindi si forma la parola sat (s + a + t). Vengono anche introdotti i di-graph ovvero i suoni che sono di fatto composti da due lettere (1 suono=2 lettere; r-ai-n oppure f-ee-t).
- apprendere le “tricky words” che hanno regole differenti e che vengono insegnate a parte.
I 42 fonemi sono divisi in 7 gruppi: 1)primo gruppo (s, a, t, i, p, n), 2)secondo (c k, e, h, r, m, d), 3) terzo (g, o, u, l, f, b), 4)quarto (ai, j, oa, ie, ee, or), 5) quinto (z, w, ng, v, oo, oo), 6)sesto (y, x, ch, sh, th, th) 7) settimo (qu, ou, oi, ue, er, ar)
I bambini cominceranno quindi a conoscere Snake il serpente, Ant la formica e il topolino Inky, i protagonisti delle storie di questo metodo : allo stesso tempo per il fonema “S” impareranno a muovere la mano come un serpente riproducendo il suono “sss”, per “A” mimeranno l’azione di liberarsi delle formiche (ants) dal braccio (arm) e diranno “a, a, a” e via dicendo.
In questo modo l’associazione del suono al movimento, alla figura e alla filastrocca attiverà nel bambino una serie di connessioni sintetiche che potranno essere rinforzate più avanti con un approccio analitico e logico.
Al di là degli aspetti metodologici, il sistema di apprendimento Jolly Phonics si presenta agli occhi dei bambini come un gioco: i bambini si divertono, cantano e fanno simpatici movimenti con le mani e col corpo e, nel frattempo, apprendono le basi della lingua inglese in maniera non analitica ma sensoriale. E questa, davvero, è la forza del metodo.
Il programma negli anni successivi continua con Jolly Grammar permettendo l’insegnamento di abilità essenziali di grammatica, ortografia e punteggiatura.
Credi che sia importante per gli italiani approfondire la fonetica inglese? perché?
Probabilmente molti insegnanti o genitori, anche se hanno studiato inglese per anni, non hanno mai avuto l’occasione di occuparsi di questo argomento, ritenuto spesso superfluo o eccessivamente specifico, adatto quindi solo agli esperti di fonetica. Eppure, è proprio dai phonics che gli anglofoni iniziano quando devono insegnare a leggere e a scrivere ai bambini di 5-6 anni. Imparare i suoni della lingua inglese, essenziali per acquisire una buona pronuncia e per capire la lingua parlata, è assolutamente fondamentale!
Questo è il problema più grande con i bambini e i ragazzi che imparano l’inglese a scuola: una pronuncia insegnata male purtroppo rimane per tutta la vita… Il fonema non è altro che il suono della lettera (non il suo “nome”) e se è una consonante non termina mai in vocale (tra l’altro, pronunciare le parole inglesi con vocale finale anche quando non c’è, è un problema molto comune degli italiani che parlano inglese!)
Perché allora noi saltiamo questo passaggio? Probabilmente perché i nostri bambini imparano a leggere a scuola in italiano e quindi il duro lavoro di mettere in relazione lettere e suoni viene lasciato alla maestra.
L’inglese ha però suoni molto diversi e soprattutto alcune lettere hanno più di un suono, mentre alcuni suoni sono dati da più lettere.
Quando i bambini italiani iniziano ad imparare l’inglese scritto, scoprono che le cose sono molto diverse e ben più complicate rispetto all’italiano. Perché sun si legge “san” e non “sun” e invece bag si dice “beg” e non “bag”? Ovviamente non è il caso di parlar loro di storia della lingua, ma è evidente che hanno bisogno di un aiuto, altrimenti l’unica opzione sarà quella di imparare a memoria la pronuncia di ogni singola parola!
Quando ho iniziato 10 anni fa ad insegnare inglese ai bambini, non mi è venuto in mente di insegnare loro i phonics, perché nessuno mi aveva sensibilizzata alla loro utilità nell’apprendimento di una lingua in giovane età, nemmeno durante gli studi universitari. Quando però mi sono resa conto che miei alunni di prima e seconda elementare, che avevano già delle discrete basi di inglese orale, continuavano ad essere esitanti nella lettura in inglese (al di fuori delle storie di Hocus e Lotus teatralizzate e lette insieme a lezione) e soprattutto, non riuscivano a distinguere bene i suoni “nascosti” nelle parole, mi sono fatta alcune domande e ho rimesso tutto in discussione.
È allora che ho ricominciato dai phonics! Imparare i phonics serve non solo a distinguere meglio i suoni della lingua inglese, ma anche e soprattutto a migliorare la lettura.
A questo proposito, sono molto utili i “phonics readers”, le letture pensate per imparare progressivamente i phonics: hanno il vantaggio di risultare più facili alla lettura anche per i non anglofoni.
Ne pubblica di adatti e molto belli la Usborne, della cui distribuzione mi occupo qui a Brescia nel ruolo di “organiser”.
Usborne ha inoltre creato il programma “teach your monster to read” si tratta di un sito in cui si possono fare giochi online gratuiti incentrati sull’apprendimento progressivo dei phonics.
Lavori inoltre con il metodo Hocus e Lotus. Ci puoi spiegare a chi è indirizzato, come funziona e quali sono i suoi vantaggi?
Hocus and Lotus non è un “corso di inglese” ma un percorso di bilinguismo, in cui tutta la famiglia è coinvolta e fondamentale per ottenere l’obiettivo desiderato, ovvero crescere bambini con una educazione bilingue.
Il metodo prevede l’utilizzo di materiali a casa molto piacevoli e di facile uso anche per genitori non esperti (cd, dvd educativo linguistico, libri) da utilizzare quotidianamente. Sappiamo bene che un’ora a settimana non basta per imparare a parlare una lingua straniera fluentemente, l’esposizione deve essere il più possibile continuativa.
Per crescere sani e forti i propri figli bisogna nutrirli più volte al giorno e con cibi sani e naturali e con amore, lo stesso si tratta di fare per coltivare il bilinguismo. Le lezioni si svolgono interamente in lingua inglese utilizzando la narrazione di storie tramite il teatro mimico gestuale, la musica, la lettura di un libro e la visione di un cartone animato glotto-didattico.
Genitori e bimbi partecipano attivamente, indossando una maglietta magica, come la teacher, che ci porta nel mondo della lingua straniera che parlano Hocus e Lotus. La stessa storia viene affrontata per 5 lezioni (corso 30 incontri) per permettere ai bambini di avere il giusto numero di ripetizioni per memorizzare strutture e vocabolario. Il metodo si avvale di strumenti che sono familiari ai bambini e che utilizzano con grande partecipazione: – le canzoni di Hocus e Lotus, melodie ritmate che emozionano e aiutano a memorizzare le nuove parole.
Tutto deve essere sempre piacevole, divertente e senza imposizioni. Con Hocus e Lotus i bambini si appassionano alla lingua e acquisiscono in maniera spontanea e naturale il linguaggio attraverso routine ripetute e contestualizzate esattamente come avviene nella vita quotidiana di un neonato che cresce e giorno dopo giorno acquisisce la lingua madre.
Mi sono accostata a questo metodo per crescere mia figlia bilingue e visti i risultati stupefacenti ho scelto di avvicinarmi alla libera professione per offrire questa opportunità a tutte le famiglie che desiderano coglierla.
Ti occupi di bilinguismo. Quale è la tua esperienza in merito? E’ vero che il tema del bilinguismo è sempre più sentito nella società italiana? Ci puoi dare il tuo punto di vista su questo fenomeno culturale?
Il tema del bilinguismo, a mio parere, è ancora un argomento molto controverso in Italia, ma soprattutto un grande sconosciuto.
Con questo non intendo dire che non se ne parli, ma piuttosto che spesso se ne parli senza un’ approfondita conoscenza e che molte “insegnanti” o “scuole” utilizzino a sproposito questa definizione per motivi di marketing ma senza averne le basi didattiche e pedagogiche. Purtroppo in Italia siamo molto indietro su questo argomento.
Quando mi confronto con genitori ma anche con moltissime insegnanti a cui parlo di bilinguismo e multilinguismo dalla nascita ancora mi imbatto con frequenza in frasi come queste: “il bilinguismo causa ritardi nello sviluppo cognitivo del bambino”, “Il bilinguismo provoca confusione tra le lingue” “il bilinguismo è utile solo se le due lingue sono ad ampia diffusione” .
Queste idee sono senza fondamento! Crescere bilingui in qualsiasi combinazione di lingue conferisce vantaggi linguistici e cognitivi che rendono i bambini più capaci di gestire molte situazioni della vita quotidiana.
I vantaggi mentali del bilinguismo persistono in età adulta e sono stati riscontrati anche negli anziani che sono cresciuti con due lingue dall’infanzia.
Ci sono indicazioni che il bilinguismo possa ritardare il declino cognitivo (sia normale che patologico) nella terza età. Diversi studi hanno trovato che i parlanti bilingui anziani hanno migliori capacità cognitive dei coetanei monolingui.
Molti genitori pensano che sia meglio aspettare che una delle lingue si sia “stabilizzata” prima di introdurre la seconda. Tuttavia questo fa mancare l’input in quella lingua nel periodo più ricettivo. Una corretta informazione sul bilinguismo – tra le famiglie, gli insegnanti, gli studenti, il personale sanitario, gli amministratori e i politici – può far sì che molti più bambini possano crescere bilingui con la lingua minoritaria e la lingua di maggioranza.
Il miglior periodo per diventare pienamente bilingue è la prima infanzia, senza alcun dubbio. Però è anche vero che anche l’esposizione sistematica ad una seconda lingua in età scolare può portare al bilinguismo più facilmente che durante l’adolescenza e in età adulta. La ricerca dimostra che anche il bilinguismo consecutivo nei bambini li avvantaggia dal punto di vista cognitivo. Quindi nulla è perduto se non avete iniziato subito con i Vostri bambini!
L’importante è ricordarsi che avere genitori che parlano lingue diverse non garantisce di per se stesso il bilinguismo. i bambini hanno bisogno di sentir parlare entrambe le lingue in misura sufficiente e con continuità nel tempo…. questo richiede grande impegno e coerenza nelle famiglie e nelle scuole!
Grazie Elisa per averci spiegato il tuo lavoro con grande passione!
Lascia un commento