Anche questo lunedì ospitiamo sul nostro sito l’intervista ad una appassionata insegnante di inglese: Mascia Calcich. Diversi di voi forse conoscono la sua pagina FB o il suo sito, perché è molto attiva in rete nel promuovere l’importanza dell’educazione bilingue.
Il bilinguismo è un tema che sta estremamente caro a me e ai lettori del blog, quindi ospitiamo con piacere la sua intervista. Come sempre, in tutti noi che abbiamo scelto con il cuore di dedicarci a questi argomenti, nell’intervista è scivolato qualche accenno al nostro vissuto.
Il tuo sito si chiama “Diventare e Crescere Bilingui”: perché è importante crescere bilingui?
Al di là degli ormai noti vantaggi cognitivi, ci sono dei vantaggi dal punto di vista sociale che secondo me sono molto importanti. Secondo alcuni studi i bambini bilingui, come pure i bambini limitatamente esposti ad una seconda lingua, sarebbero in grado di interpretare meglio le intenzioni di un’altra persona.
Questo grazie alla capacità di vedere le cose da una diversa prospettiva, ad una maggiore empatia e ad una migliore comprensione di ciò che l’altro intenda dire. Le lingue ci aiutano in qualche modo a dare un senso al mondo e possono anche influenzare il modo in cui lo vediamo e lo descriviamo. Il bilinguismo rende le persone bi-culturali, un vantaggio significativo in un mondo senza barriere come quello di oggi.
Secondo la tua esperienza, si può portare avanti un progetto di bilinguismo sui propri bambini anche senza avere le condizioni “classiche” del bilinguismo, ovvero mamma e papà di madrelingua diverse?
Diventare una famiglia bilingue si può, anche se entrambi i genitori sono di madrelingua italiana, l’importante è avere una forte motivazione. Scrissi un articolo tempo fa al riguardo e mi soffermai molto sul fatto che ciò che non deve assolutamente mancare, quando si inizia a pensare ad una educazione bilingue per i nostri figli è la consapevolezza che si sta per intraprendere un percorso educativo in famiglia non facile, che richiede tenacia, costanza e collaborazione tra i genitori nonché parenti e le frequentazioni più strette alla famiglia, che quanto meno devono sostenere la scelta senza criticarla ne impedirla.
Che consigli daresti alle famiglie che pensano al bilinguismo come opportunità per i propri figli?
Prima iniziano ad esporre il bambino alla nuova lingua, migliori saranno i risultati. Insegnare una lingua a tuo figlio, farla diventare parte della sua vita in modo che cresca bilingue dalla nascita è un vero lavoro, un impegno quotidiano in cui i genitori devono essere coinvolti in prima persona, altrimenti non funziona.
Non esiste un bilinguismo che vada bene per tutti, ogni famiglia dovrebbe trovare il proprio metodo ottimizzando le proprie risorse e tenendo sempre in mente che ci vuole motivazione, costanza e coerenza.
La mia consulenza al bilinguismo familiare serve proprio da supporto per trovare e definire la strategia e la routine più giusta per la famiglia. E’ fondamentale avere aspettative realistiche e avere un metodo valido e un programma vero e proprio da seguire con costanza, da analizzare, osservare e aggiornare in itinere con consapevolezza. I bambini non diventano bilingui per magia, ma serve un piano da seguire con costanza (non smetterò mai di dirlo), e da confrontare periodicamente con l’osservazione dell’operato.
Puoi descriverci il metodo che usi per insegnare l’inglese?
Per l’insegnamento delle lingue ai bambini utilizzo il modello “Hocus&Lotus”, un programma educativo linguistico sviluppato dalla Prof. Traute Taeschner dell’Università “Sapienza” di Roma. A differenza di altri metodi, questo modello d’insegnamento delle lingue, nasce dalla psicolinguistica, e non dalla linguistica, prende cioè in considerazione il processo naturale di acquisizione della prima lingua, evidenziandone il contesto affettivo e relazionale. È per questo che produce risultati positivi in ogni periodo della vita, anche con gli adulti.
Il bello di questo Metodo inizia già durante la lezione dimostrativa quando cioè spiego ai genitori in che cosa consiste il Modello. Mi piace porre questa domanda: “Secondo voi, come apprendono i bambini una nuova lingua?”. E’ meraviglioso osservare e constatare come cambia l’attenzione e l’interesse dei genitori, dopo aver risposto loro che nessuna ricerca conferma che le lingue si apprendono con il gioco ma attraverso le emozioni positive che si hanno durante il gioco, e che l’apprendimento linguistico non è dato dal divertimento, perché per potermi divertire devo prima poter comprendere.
Il fattore più importante che favorisce l’apprendimento di una lingua da parte di un bambino è la componente affettiva (uno dei principi cardine del metodo), il bambino deve voler bene all’insegnante e vuole quindi comunicare con lei. La relazione che intercorre tra l’insegnante e i bambini non passa solo attraverso le parole ma, soprattutto in questo caso, per mezzo dello sguardo e del comportamento mimico espressivo.
Con Hocus&Lotus i bambini non imparano le solite categorie tematiche come I colori, le parti del corpo, le stagioni. Il programma di apprendimento della nuova lingua si articola in 5 anni, in cui I bambini vengono a contatto con 6 storie ogni anno di circa 50 parole ognuna per un totale di almeno 1000 parole diverse (vocabolario base).
Si tratta di un programma di apprendimento multimediale e sensoriale a 360 gradi, solido, robusto e scientificamente provato.
Il metodo vanta infatti più di 35 anni di ricerca scientifica, un grande investimento per la realizzazione dei materiali che sono stati sviluppati in base ai risultati della ricerca e al gradimento dei bambini.
Insegnare le lingue è anche una passione, e chi segue il tuo profilo sente la tua passione. Ci puoi raccontare la tua storia di insegnante?
Posso tranquillamente dire di essere diventata insegnante con la I maiuscola, grazie proprio alle metodologia Hocus&Lotus. Nei tre lunghi anni di formazione ho ritrovato in questo modello di apprendimento le stesse modalità attraverso le quali io stessa da bambina, ho iniziato a parlare nella seconda lingua, e trovato la spiegazione alle difficoltà incontrate ad un certo punto con l’incontro del libro di grammatica a scuola.
Finalmente avevo trovato uno strumento, un metodo solido e robusto che avrebbe dato ai bambini la mia stessa fortuna…imparare una lingua in modo spontaneo, divertente, gioioso e condiviso con mamma&papà. Credo proprio che il mio essere insegnante oggi sia la naturale evoluzione della mia persona.
6) che consigli daresti ad un giovane interessato alla tua professione?
Il consiglio maggiore è quello di investire nella propria professionalità e preparazione. Educare al bilinguismo, accompagnare le famiglie in questo percorso è molto di più che insegnare loro una lingua. Il bilinguismo…è un’altra cosa.
…su questo in particolare non potrei essere più d’accordo. Educazione bilingue è innanzitutto una forma di “educazione”, quindi molto più profonda del solo processo dell’apprendere! E’ una nuova dimensione per stare con i propri bambini, una sfida che si accoglie da moltissimi punti di vista.
Grazie ancora, sono molto contenta di avere ospitato un autorevole punto di vista sul bilinguismo qui nostro blog!
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