In questo articolo cerco di rispondere ad una domanda assai frequente che ci viene fatta: come si fa ad insegnare inglese alla scuola infanzia?
Cominciamo ad affrontare il discorso accademico, sgombrando il campo da alcuni dubbi e malintesi:
- non esiste il ruolo di insegnante di inglese alla scuola di infanzia. Tuttavia, poiché le Indicazioni Nazionali, prevedono che i bambini acquisiscano già in età prescolare dei rudimenti di lingua straniera, esiste una idoneità all’insegnamento della lingua inglese alla scuola infanzia
- Chi si laurea in lingue, anche se ama molto i bambini e conosce l’inglese a livello avanzato, non è abilitato per insegnare inglese alla scuola di infanzia e quindi non può partecipare ai concorsi pubblici per insegnare inglese alla scuola di infanzia. L’abilitazione alla scuola di infanzia si consegue solo tramite laurea in Scienze della Formazione Primaria.
Quindi, per insegnare inglese alla scuola di infanzia, è necessario essere laureati in scienze della formazione primaria, ed inoltre avere superato l’esame di idoneità per insegnare inglese nell’ambito della formazione prescolare.
Quindi, l’iter di studio è il medesimo per i docenti della scuola primaria e della scuola infanzia (nonostante effettivamente la maniera di apprendere dei bambini sia molto diversa, e particolarmente sia diverso l’approccio linguistico).
La buona notizia è che, dopo la laurea in Scienze della Formazione Primaria, non è necessario fare il percorso 24CFU, ma si è immediatamente abilitati e quindi si può accedere al concorso.
Ricordiamo che coloro che sono abilitati non accedono direttamente al ruolo: l’immissione al ruolo avviene solo tramite concorso.
Open Minds è diventata un centro di orientamento universitario, in grado di dare consigli e informazioni a chi cerca un percorso di studi qualificato!
Usa il form accanto per contattarci!
Insegnare inglese negli asili privati
Per insegnare inglese nell’ambito privato non ci sono requisiti di entrata. Anche qui, facciamo chiarezza: le scuole di infanzia parificate hanno i medesimi requisiti del pubblico, quindi vi si entra se abilitati.
Invece, nelle scuole di infanzia non pubbliche e non paritarie, non ci sono requisiti di accesso specifici quindi non è necessario che ci sia una laurea abilitante.
In questo caso, sta alla contrattazione delle parti.
La stessa cosa vale per chi fa il lavoro di freelancer: se una persona insegna in proprio (a contratto o con partita iva), non deve dimostrare di avere dei titoli abilitanti.
Che cosa viene soprattutto richiesto a chi deve insegnare inglese nell’ambito privato? Ecco una check list per può essere utile per fare delle scelte formative:
- è indispensabile conoscere l’inglese bene. Per insegnare inglese nelle scuole di infanzia pubbliche, basta la certificazione di livello di inglese B1, ma le famiglie che si rivolgono a docenti privati di solito pretendono un livello piu’ alto. Il mio consiglio è di puntare a minimo un B2 certificato, o anche se possibile ad un livello di inglese C1.
- La pronuncia è particolarmente importante quando lavorate con i bambini. Potete anche non sapere scrivere un tema in inglese (richiesto dalle certificazioni avanzate), ma dovete essere fluenti, avere un buon accento ed un vocabolario appropriato. Viaggiate all’estero, leggete libri e audiolibri, ascoltate la tv in inglese….ma non solo: diventate consapevoli delle caratteristiche prosodiche e fonetiche dell’inglese, diventate esperte della pronuncia inglese! Questo è davvero l’unico modo per fare la differenza in un paese come il nostro, nel quale poche persone hanno davvero una buona padronanza dell’inglese parlato.
- Dovete avere una idea davvero precisa di come “funziona” il bambino. Insegnare ai piccoli e ai grandi è completamente diverso! Fatevi queste domande: quanto dura l’attenzione di un bambino? Cosa attiva questa attenzione? Come posso rendermi carismatico agli occhi di un bambino? E poi: quali parole sono veramente importanti per costruire, passo dopo passo, le competenze del bambino? Quante parole alle volta posso presentare? Come faccio ad essere certo che abbia capito il significato? (non traducete!!!) Come posso fare ripetere le parole senza annoiarlo?
- Tutte queste sono le domande fondamentali che ci portano a strutturare una metodologia, o almeno a scegliere una metodologia anziché un’altra. Se non siete sicuri su tutti questi punti, consigliamo di fare un corso di formazione specifico.
Panoramica sui corsi di formazione per insegnare inglese ai bambini piccoli
I corsi di formazione per insegnare inglese sono veramente tanti sul mercato internazionale, e particolarmente per il ciclo della scuola di infanzia esistono offerte anche a livello nazionale.
Cominciamo a dire cosa NON va bene:
- IL CELTA, che spesso viene richiesto a sproposito, è una certificazione per insegnare inglese agli adulti. Tuttavia, è necessario avere il CELTA per potere fare il prolungamento per insegnare inglese bambini (YL extension)
- Il TEFL è un corso un po’ tutto fare, che include in poche settimane (anche online) l’insegnamento di una metodologia che va bene per adulti, ragazzi, bambini. La durata e’ paragonabile a quella del CELTA (120 ore), e si può scegliere una specializzazione, tuttavia non lo definirei un buon corso per specializzarsi nell’insegnamento dell’inglese a bambini.
Ho svolto il corso per “insegnare inglese ai bambini dai 3-6 anni” e ne sono estremamente entusiasta. Un corso di alta qualità, ricco di contenuti e di approfondimenti, gestito da un’eccellente formatrice. Competenza, professionalità, disponibilità sono solo alcune delle caratteristiche delle docenti di lingua inglese. Un ringraziamento speciale lo devo a Teacher Morgan, con la quale ho avuto il piacere di interagire durante il corso e che è sempre stata di una disponibilità unica.
Giuliana
Recensione Verificata Google
I corsi specifici per insegnare inglese ai bambini sono:
- Corso Open Minds: nel nostro piccolo noi eroghiamo un eccellente corso di formazione per insegnanti della scuola di infanzia, che imparano ad insegnare inglese. Il corso è estremamente pratico e permette di acquisire i fondamenti di una metodologia moderna in un numero non troppo impegnativo di ore e con un costo contenuto.
- Hocus and Lotus: la formazione di H&L è molto impegnativa, perché si tratta di un percorso sulla glottodidattica infantile a livello universitario. Il grande vantaggio è che abilita ad usare un metodo riconosciuto e molto rodato, quindi quando uscire da questo percorso avete già lesson plans pronti e materiali didattici collaudati. Lo svantaggio è che, dato il grande impegno, questo percorso comunque non abilita…allora forse, potendo farlo, sarebbe forse piu’ strategico fare un corso universitario che permetta di insegnare all’asilo nido o alla scuola di infanzia e primaria.
Spero che questi consigli possano essere di utilità! Ricordate che Open Minds è un centro di orientamento universitario ed un ente di formazione MIUR (i nostri corsi sono pagabili con carta docente), quindi possiamo avere qualche utile risposta per chi vuole insegnare inglese ai bambini piccoli!
Giulia Francese says
Gentile Claudia Adamo,
in qualità di responsabile di Hocus&Lotus vorrei sottolineare che il metodo non è solo molto conosciuto e molto rodato, ma attualmente l’unico con una ricerca scientifica prestigiosa alle spalle e che quindi garantisce un determinato apprendimento da parte dei bambini. Siamo nati da un progetto di ricerca della Sapienza in collaborazione con numerose università europee e continuiamo a fare ricerca. Quindi sì, magari in questo articolo ha voluto orientare un futuro docente a faticare di meno o, chiaramente, ad iscriversi al vostro corso, ma vogliamo pensare ai bambini? Con quale corso di formazione posso avere garanzia di successo col mio lavoro? In ogni caso grazie per averci citati.
Cordialmente,
Giulia Francese
Claudia Adamo says
Gentile Giulia,
grazie per l’attenzione che ha riservato al nostro articolo. Hotus&Lotus è un metodo serio, infatti lo abbiamo citato, tuttavia per essere chiari si deve dire che NON è abilitante per insegnare l’inglese in nessun ordine scolastico, giacché l’attuale legislazione indica soltanto un titolo abilitante per l’insegnamento alla scuola primaria e infanzia (Laurea Specialistica in Scienze della Formazione Primaria), mentre per insegnare alla scuola secondaria è necessaria la laurea specialistica in lingue.
H&L è un percorso impegnativo, che però non offre questo tipo di sbocco.
Da questo punto di vista, lo si potrebbe accostare al CELTA, ovvero al percorso di Cambridge per i docenti di inglese L2 per adulti. Tuttavia, la grande differenza tra H&L e CELTA è che il secondo ha un reale mercato internazionale, per cui moltissime scuole di lingue in tutto il mondo effettivamente lo richiedono come titolo obbligatorio o preferenziale per insegnare (una ricerca di Cambridge stessa indica 70%: mi rendo conto che è una ricerca del medesimo ente che promuove il corso, quindi il numero assoluto va forse preso con un pizzico di dubbio, tuttavia l’esperienza di chiunque lavori nel campo testimonia che il CELTA è un titolo estremamente richiesto ovunque) Lo stesso non si può dure per H&L, che è diffuso nel mercato italiano, ma meno interessante in un’ottica internazionale.
Vi è un altro aspetto. Né H&L né CELTA sono certificazioni linguistiche, e non vengono riconosciuti dal MIUR per i punti in graduatoria.
Se , nel settore dell’insegnamento privato, è importante certificare di avere un buon livello di inglese, la strada maestra sono le certificazioni linguistiche riconosciute dal MIUR – particolarmente, quelle che hanno un’autorevolezza nel mondo lavorativo e accademico, come Cambridge, IELTS, TOEFL.
Nell’articolo si segnala che i corsi di perfezionamento universitario e i master – H&L non rientra in questa categoria- offrono punteggio in graduatoria.
CELTA non è una certificazione linguistica e non è riconosciuto dal MIUR, tuttavia richiede un reale livello di accesso che va da B2 in su. La serietà di questo requisito è riscontrata anche dal fatto che l’Università Statale di Milano ha introdotto il titolo CELTA come certificazione che può sostituire l’idoneità linguistica interna per la laurea specialistica (B2). Purtroppo, questo invece è il più grave – a mio avviso- punto debole di H&L, che accetta persone anche di livello inferiore al B2 tra i propri corsisti, e che quindi non ha dal punto di vista linguistico né un valore formale né un valore sostanziale.
Nessuno mette in dubbio la solidità scientifica della metodologia, tuttavia riteniamo che ognuno debba orientarsi in base alla propria reale necessità:
– se l’obiettivo è lavorare nella scuola pubblica, è necessario scegliere una laurea abilitante – la legge è chiarissima!
– se l’obiettivo è lavorare in una scuola di lingue in un contesto internazionale, è necessario vagliare quali titoli siano effettivamente considerati a livello di CV (in Italia c’è una situazione, all’estero un’altra – ad ogni modo CELTA è il certificato più richiesto in tutti i contesti e questo è veramente incontrovertibile);
– se l’obiettivo è fare punteggio in graduatoria, H&L non offre questa possibilità;
– se si vuole certificare il proprio livello di inglese, H&L non è il titolo giusto;
– se si vuole fare una formazione metodologica, H&L è una delle opzioni possibili, ma ce ne sono altre (come le nostre)…. e a livello di “riconoscimento” sono tutte pari, quindi consigliamo a chi si deve orientare di vagliare i programmi e i costi, non contare su certificati che in effetti sono tutti equivalenti dal punto di vista legale.
Quanto al “pensare ai bambini”: non credo che sia veramente il caso di metterla su un piano cosi opinabile. Si può essere eccellenti docenti anche con una seria autoformazione!
Questo è un altro punto che vorremmo portare avanti. Una formazione può essere scelta per entrare in un ambiente che ha dei paletti in ingresso, oppure per motivi di cultura personale. Entrambi i motivi sono validi. Ma è anche possibile crearsi un lavoro ed essere eccellenti avendo portato avanti un proprio programma di ricerca metodologica: non sempre il talento necessita di un pezzo di carta che lo certifichi. Invito chiunque voglia affacciarsi a questa professione a ragionare con la propria testa ed il proprio cuore: il lavoro molto imparziale che facciamo con il blog vuole dare informazioni libere anche da questo punto di vista (e la sovrabbondanza di stimoli che vi si trova credo lo possa testimoniare!)
Un caro saluto
Claudia Adamo