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Gli stili di apprendimento vs strategie di insegnamento
Si definiscono “stili di apprendimento” le procedure preferite di funzionamento del cervello: ognuno ha le proprie, e sono in larghissima parte inconsce.
Qualsiasi insegnante di inglese deve interrogarsi sui propri stili di apprendimento e quello degli alunni.
Lo stile di apprendimento di ogni persona è determinato da un mix di fattori disparati, alcuni di provenienza genetica altri “appresi” ovvero modellati dall’ambiente, dalla educazione e dalla cultura dominante.
Distinguere “natura” e “cultura” nel funzionamento del cervello è estremamente complesso, del resto, perché ognuna delle strutture e procedure innate in realtà vengono allenate diversamente e condizionate profondamente durante l’esperienza dei primi anni, grazie alla interazione con i genitori, i pari e ogni altro caregiver che ha interagito con il bambino.
Ne consegue anche, anche se ognuno di noi ha delle predisposizioni originarie, queste possono essere sviluppate o rimanere a livello embrionale a seconda dell’educazione che le abilità hanno ricevuto sin dalla più tenera infanzia.
Le abitudini di pensiero modellate dall’ambiente hanno profondissima influenza sull’evolversi di ogni facoltà: la capacità di percepire sensorialmente il mondo, la capacità di orientarsi spazialmente in esso, la predisposizione al pensiero astratto o concreto, la capacità della memoria, l’elaborazione del linguaggio, la simbolizzazione e il pensiero astratto matematico….
Tutte queste abilità e la modalità con cui ogni singolo cervello arriva sono proprie, in quanto individualmente composte dall’interazione tra il materiale genetico, l’educazione e, crescendo, le aspettative del mondo circostante (a livello prima sociale, poi scolastico, accademico, professionale, senza contare l’importanza valoriale attribuita alle varie facoltà)
Quando un bambino arriva a scuola, ha già strutturato un proprio stile di apprendimento. Gli anni 0-6 sono già determinanti in questo. La scuola va ad intervenire su stili di pensiero già largamente strutturati (anche se totalmente inconsci).
Un bambino che entra in prima elementare ha di solito già preferenze strutturate: tende ad una esplorazione più’ fisica dell’ambiente?
Tende a esplorare con la vista e memorizzare immagini? Ha una preferenza per le parole e ama ascoltare? Ricorda ritmi e canzoni? Ama fare le cose e impara ripetendo azioni e coinvolgendosi fisicamente nelle cose?
E’ molto importante che le insegnanti della scuola primaria diano attenzione agli stili di apprendimento degli alunni e , partendo
da questi, li aiutino a strutturare efficaci STRATEGIE DI APPRENDIMENTO.
Le strategie di apprendimento, sono tecniche e accorgimenti per rendere più’efficiente il proprio apprendimento.
Nel corso degli anni, la strategia può essere affinata e migliorata consapevolmente nel tempo: generalmente imparare a capire il proprio stile di apprendimento (meta cognizione) porta ad elaborare le proprie strategie nel modo più efficace.
Quali sono gli stili di apprendimento
Volendo sintetizzare e semplificare molto possiamo dire che esistono categorie di persone che preferiscono:
- usare gli occhi e la memoria visiva: per loro vanno bene mappe, diagrammi, flashcards, video, sottolineature colorate, tabelle…
- usare le orecchie e la memoria uditiva: per loro vanno bene canzoni, filastrocche, ritmi, ma anche spiegazioni verbali, procedure …
- usare il corpo, la pratica e la memoria procedurale: per loro vanno bene i mimi, le azioni, il learning by doing, ma anche sottolineare, copiare, incollare, spostare…
Consapevolezza degli stili di apprendimento
Per un insegnante è estremamente importante approfondire la questione inerente gli stili di apprendimento, cominciando dal proprio: normalmente il modo in cui un docente insegna dipende in parte dalle tradizionali strategie in uso nella sua cultura per trasmettere una data materia, in parte dal proprio stile di apprendimento che condiziona lo stile di insegnamento.
Quando un docente focalizza quali sono le maniere in cui egli impara, sarà per lui più’ facile lavorare per presentare gli argomenti con strategie consapevoli e diversificate, in modo da venire incontro agli stili di apprendimento eterogenei nella classe.
Fare metacognizione è inoltre una attività di classe estremamente importante per l’abbassamento del filtro affettivo.
Il bambino che si ritrova nell’insegnamento proposte è un bambino accolto. Il bambino che si sente riconosciuto e che ha modo di riflettere su come impara è un bambino “empowered”, che porterà questo senso di auto efficacia in tutte le attività scolastiche e non.
Cinque attività di metacognizione sulle modalità di apprendimento con i bambini
- Dare sempre degli obiettivi chiari ed espliciti lezione per lezione. Spiegare quali sono le parole/funzioni target di ogni lezione e quali attività saranno usate per arrivare al risultato. Si può creare una mappa mentale di ogni lezione da presentare all’inizio e commentare alla fine.
- Creare dei simboli visivi per le varie tipologie di attività: un occhio per le attività visive (film, flashcards..), un orecchio per le attività uditive (canzoni, filastrocche), una mano per le attività praticheo cinestesiche (esercizi, lavoretti, mimi).
- Ulteriori simboli possono essere creati per distinguere le modalità con cui i bambini hanno fatto le attività: simbolo di bambini gruppo per le attività cooperative, simbolo di una maschera per le attività teatrali/role play, simbolo di un libro per le attività scritte…in modo che focalizzino che le stesse cose possono essere imparate in molti modi (ad esempio, i verbi irregolari possono essere ritmati/cantati, imparati sul libro, usati in un role play)
- Organizzare circle times alla fine della lezione per parlare dell’apprendimento ed autovalutarlo. L’apprendimento ma anche il gradimento dei vari argomenti che sono stati affrontati nella lezione può essere valutato con faccine emoticon.
- Fare sempre delle attività di follow up all’inizio della lezione successiva, ripartendo dal circle time e dalle valutazioni date per ripassare sia cosa si è studiato sia come.
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E voi, avete mai riflettuto sulle modalità con cui imparate? Cosa ha portato questa riflessione al vostro lavoro in aula? Avete mai parlato con i vostri alunni delle maniere in cui imparano ?
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